12 Aprile 2024

Dionigi sulla lotta salvezza: “Lecco staccato, per Bari e Spezia calendario difficile. Ecco come salvai l’Ascoli…”

Il parere

Davide Dionigi, ex attaccante e tecnico con un’importante esperienza tra Serie B e C, ha rilasciato un’intervista ai microfoni del Corriere Adriatico soffermandosi, in particolare, sulla come non mai accesa lotta salvezza in cadetteria e sul percorso dell’Ascoli, compagine che, nella stagione 2019-2020, riuscì a salvare da subentrato con un clamoroso filotto finale di risultati.

Mister Dionigi come vede la lotta salvezza?
«Secondo me il Lecco è ormai staccato, per quanto riguarda invece le altre sono tutte sullo stesso piano per evitare il terzultimo posto, agganciare i playout o la salvezza diretta. Ascoli, FeralpiSalò, Ternana, Bari, Cosenza e Spezia hanno le stesse possibilità di salvezza. Se guardiamo poi il calendario che ognuna di queste squadre ha di fronte vediamo che lo Spezia ha quello più complicato, ma anche quello del Bari non è semplice. Quello dell’Ascoli sulla carta appare meno complicato anche perché ha due scontri diretti uno in casa. Calendario a parte, l’Ascoli deve comunque centrare almeno un filotto di risultati positivi».

Lei come Massimo Carrera subentrò nelle ultime giornate.
«Io subentrai quando mancavano nove giornate al termine del campionato. Avevamo un calendario
non bello contro squadre che si giocavano la Serie A. Centrammo quattro vittorie consecutive che ci
permisero di salvarci. Io fui il quarto allenatore in quella stagione».

Quel suo Ascoli vinse a Cittadella 1-2.
«Esatto, disputammo una grandissima partita, fu la vittoria che ci avvicinò alla salvezza. Ricordo che
passammo in vantaggio poi loro riuscirono ad agguantare il pareggio ma nella ripresa arrivò il nostro gol vittoria grazie a Diogo Pinto che avevo appena mandato in campo, per poi sostituirlo di nuovo perché avevo necessità di mettere un giocatore, come Padoin, che avesse una maggiore fase difensiva».

Ricordare quella vittoria può essere di buon auspicio.
«Speriamo di sì, l’Ascoli attuale come quello di allora ha bisogno di centrare un filato dei risultati positivi, soprattutto nelle prossime due partite i bianconeri devono raccogliere punti fondamentali. Anche per il Cittadella la partita di sabato è fondamentale ma per agganciare i playoff, ciò non toglie che l’Ascoli può farcela anche perché ritengo sia una buona squadra, Purtroppo c’è stato l’inconveniente dell’infortunio del capocannoniere Mendes».

Può esserci una similitudine tra il suo percorso in bianconero e quello che sta vivendo adesso a
Carrera?
«Sembra molto simile, Carrera ha conosciuto l’ambiente i giocatori e adesso sarà pronto per tirare fuori l’Ascoli da una situazione complicata. Nelle ultime gare quello che conta è la condizione fisica. Io scelsi quelli che correvano di più e che avevano più dedizione al sacrificio. Faccio un esempio lasciai fuori Troiano con il quale avevo rapporto fraterno perché preferivo una squadra più fisica. Avevo giocatori come Gravillon, Ranieri, Brosco, Morosini, Ninkovic, Scamacca, Sernicola, Andreoni e Padoin».

Tutti giocatori di alto livello che però vanno gestiti.
«Quando si subentra a poche giornate dal termine del campionato la gestione deve essere rigida perché non si ha il tempo per dialogare, io feci questa scelta che poi pagò».

Fondamentale fu anche l’apporto di Ninkovic.
«Lui le prime due partite le giocò malissimo. Dovevo scegliere: o metterlo in panchina o portarlo dalla mia parte. Decisi di parlarci e da allora prese a guidare il gruppo. Ma ci furono anche gli altri che mi diedero una grande mano nella gestione».