Vicenza, Pastorelli: “Non è solo colpa mia, per il Vicenza ci sarò sempre”
Il presidente del Vicenza Alfredo Pastorelli ha interrotto un silenzio durato per giorni con un lungo comunicato stampa apparso sul sito del club, dicendosi dispiaciuto per la retrocessione, ma anche convinto che buona parte della responsabilità siano dei soci, a cui ha chiesto di dimostrare un impegno concreto per le sorti della squadra. Ecco le sue […]
Il presidente del Vicenza Alfredo Pastorelli ha interrotto un silenzio durato per giorni con un lungo comunicato stampa apparso sul sito del club, dicendosi dispiaciuto per la retrocessione, ma anche convinto che buona parte della responsabilità siano dei soci, a cui ha chiesto di dimostrare un impegno concreto per le sorti della squadra. Ecco le sue parole: “Ho deciso di scrivere un comunicato, dove vorrei precisare molti aspetti che sono stati trattati incautamente e senza alcun fondamento, attraverso i media in questi ultimi giorni. Ma prima di tutto, voglio esprimere il mio profondo dispiacere e rammarico per un risultato sportivo che non siamo riusciti ad ottenere. Mi dispiace, in particolare, per i tifosi, che ci hanno sostenuto in ogni istante e non hanno mai fatto mancare il loro appoggio; mi dispiace per la città e per tutti coloro che portano questi colori nel cuore. Mi dispiace, inoltre, di essere stato additato come l’unico colpevole di questa retrocessione. Ora, però, è arrivato il momento di dire la verità su quanto accaduto e alcune precisazioni sono doverose in tal senso. Nel marzo 2016 i soci di Vi.Fin. si sono impegnati a sostenere un accordo di ristrutturazione dei debiti (182 bis – legge fallimentare) del Vicenza Calcio: questo è verificabile dalle delibere assembleari del 4 marzo 2016, del 19 maggio 2016 e del 27 maggio 2016. Nonostante i citati impegni assunti dai soci, gli stessi hanno nella sostanza abbandonato il Vicenza Calcio, a partire dal mese di luglio 2016. Devo precisare che il disimpegno finanziario dei soci è avvenuto ancora prima rispetto all’avvio della gestione della stagione sportiva 2016-17. Ben prima di cominciare questo percorso in biancorosso, dunque, i soci non hanno tenuto fede e rispettato gli impegni assunti. Sottolineo che le immissioni di denaro, in proporzione alla distribuzione delle quote fra soci, non è stata garantita né tanto meno rispettata, se non in misura residuale o addirittura insussistente rispetto al fabbisogno finanziario (e necessario) per la sopravvivenza del Club. Ci tengo inoltre a precisare che i debiti, nel momento in cui abbiamo rilevato la società, ammontavano a oltre 20 milioni di euro: un’esposizione debitoria che ha posto dei serissimi rischi in tema di continuità aziendale. Proprio nell’ottica della continuità, nonostante il disimpegno dei soci, mi sono sobbarcato l’onere di guidare questa società dal punto di vista finanziario, rispettando fino ad oggi le scadenze di pagamento della gestione della stagione sportiva 2016-17. La finalità è sempre stata quella di mantenere la categoria (Serie B), come sempre dichiarato, operando una riorganizzazione strutturale ma vitale e indispensabile per tenere in vita il Club, proprio per l’esposizione debitoria pregressa che abbiamo ereditato. Corre l’obbligo di rispondere alle dichiarazioni pubbliche di alcuni soci. In particolare e per primo, il socio Massimo Masolo, entrato a far parte della compagine sociale tra l’1 e il 4 aprile 2016, quando ha acquistato privatamente da altri soci azioni di Vi.Fin. Non ha però versato un euro nelle casse di Vi.Fin. stessa, né tantomeno del Vicenza Calcio, nonostante l’impegno dallo stesso assunto nell’assemblea del 19 maggio 2016 e immediatamente disatteso, ben prima quindi dell’inizio dell’attuale gestione sportiva, della quale non può avere cognizione in quanto non risulta essere amministratore né di Vi.Fin. né del Vicenza Calcio. Da questo è facile comprendere la portata delle sue ulteriori dichiarazioni rilasciate per mezzo stampa, che risultano quindi figlie di pura fantasia o di altro. Per quanto riguarda le dichiarazioni del socio Stelvio Dalla Vecchia, che riconosco essere stato l’unico a contribuire anche se in minima parte in relazione alle esigenze finanziarie complessive del Club, sono doverose alcune precisazioni. Dalla Vecchia, in una recente intervista, ha citato un attaccante da ingaggiare per rinforzare la rosa nei mesi di gennaio/febbraio 2017, ma è anche bene sottolineare che se è vero che da gennaio a giugno non avrebbe avuto costi insostenibili (lo stipendio del calciatore), ci saremmo dovuti obbligare ad un impegno finanziario eccessivo per la stagione successiva. La liquidità che il sig. Dalla Vecchia avrebbe personalmente messo a disposizione per l’operazione è riconducibile all’importo di complessivi euro 30mila, significata a margine di un incontro conviviale. Con tutto il rispetto, dinanzi a cifre di queste proporzioni, si sarebbero pagate tutt’al più due mensilità del calciatore. E chi avrebbe dovuto sobbarcarsi anche questo onere alla luce di quanto già visto nei 6 mesi precedenti? E perché il figlio di Stelvio, Simone Dalla Vecchia, nominato vicepresidente a stagione in corso e presente personalmente a Milano durante i giorni del calciomercato, non ha proferito parola e non è intervenuto con mezzi finanziari propri al fine di garantire un altro attaccante? Facile puntare il dito e criticare, quando una stagione si chiude con un risultato sportivo negativo. Tutto quanto sto sostenendo in queste righe è comprovato oggettivamente da fatti e da documenti. Il mio impegno, a fondo perduto, è stato di circa 4 milioni di euro, oltre a operazioni di acquisizioni di crediti che sono servite a sanare l’inadempimento dei soci e da questi espressamente autorizzate. Oggi, pertanto, si può essere etichettati come un presidente dai mille aspetti negativi, ma la realtà dice che chi ha voluto bene al Vicenza Calcio è il sottoscritto, non facendolo attraverso parole sui giornali, ma con fatti concreti. Forse questo mio modo di operare ha scatenato le invidie e le ire di alcuni, gli stessi che si sono adoperati a criticare sempre a prescindere il sottoscritto, senza la minima cognizione di causa. E questo, oltre che addolorarmi, è il sintomo che ho cercato di sradicare inefficienze e clientelismi, che in un’azienda normale, gestita in modo prudente e sano, non possono esistere. Adesso il 100% dei soci di Vi.Fin. sono chiamati pro quota a decidere il destino del Club: l’unica certezza per il futuro è che il sottoscritto c’è stato, c’è e, soprattutto, ci sarà per il bene del Vicenza Calcio”.