Cremonese, Braida: “Sono entrato in un piccolo grande club e l’ho fatto con umiltà. Obiettivo? Crescere”
BRAIDA CREMONESE CLUB – Ariedo Braida, ex manager di Milan e Barcellona, che dal 1 dicembre assumerà l’incarico di direttore generale della Cremonese, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport, raccontando a 360 gradi la sua nuova esperienza coi grigiorossi. Ecco le sue parole: “Sono entrato in un piccolo grande club e l’ho fatto in punta […]
BRAIDA CREMONESE CLUB – Ariedo Braida, ex manager di Milan e Barcellona, che dal 1 dicembre assumerà l’incarico di direttore generale della Cremonese, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport, raccontando a 360 gradi la sua nuova esperienza coi grigiorossi.
Ecco le sue parole: “Sono entrato in un piccolo grande club e l’ho fatto in punta di piedi, con umiltà e senza l’intenzione di comportarmi da professore. L’obiettivo è semplice: crescere facendo sì che tutte le componenti, dagli impiegati della segreteria ai giocatori della prima squadra, sentano di appartenere a qualcosa di grande, d’importante, di unico. Questo è il segreto per arrivare lontano e questo è ciò che ho imparato, al Milan con Berlusconi e Galliani, al Barcellona e nelle altre società in cui sono stato da giocatore e da dirigente. Giudicare un giocatore fa parte del mio mestiere. Anzi: è il mio mestiere. E non cambia se cerchi uno per la Serie A, per la Serie B e per un club di livello mondiale come sono il Barcellona o il Milan. Devi sempre, prima di tutto, capire chi hai di fronte, valutare l’uomo, il carattere, e poi le sue qualità tecniche e fisiche. Nel calcio moderno a fare la differenza è soprattutto il cervello: quanti ragazzi bravissimi con i piedi si sono persi perché non avevano la testa sulle spalle! Il mio artista preferito è Lucio Fontana, quello del taglio sulla tela. Aveva una visione che lo portava a interpretare non solo il presente, ma a immaginare il futuro. Un calciatore dev’essere bravo a leggere l’azione e capace di pensare a ciò che potrebbe accadere un minuto più tardi. La velocità di pensiero, più che quella di esecuzione, è determinante. Al Milan e al Barcellona, come alla Cremonese“.