Lecce, Corvino: “Questo è il campionato più competitivo di tutti i tempi. Il sistema rischia grosso”
CORVINO LECCE – Lunga e interessante intervista quella rilasciata da Pantaleo Corvino, direttore generale dell’area tecnica del Lecce, alla Gazzetta del Mezzogiorno: “Sono stati mesi di lavoro intenso. Parte visibile, parte no. Volevamo allestire un organico competitivo, come meritano la tifoseria ed il territorio. Pensiamo di esserci riusciti. Quanto sia competitivo lo dirà il campo. […]
CORVINO LECCE – Lunga e interessante intervista quella rilasciata da Pantaleo Corvino, direttore generale dell’area tecnica del Lecce, alla Gazzetta del Mezzogiorno: “Sono stati mesi di lavoro intenso. Parte visibile, parte no. Volevamo allestire un organico competitivo, come meritano la tifoseria ed il territorio. Pensiamo di esserci riusciti. Quanto sia competitivo lo dirà il campo. Abbiamo stilato un programma triennale. Con il tempo, vogliamo riportare il Lecce nel massimo campionato italiano. Ma in questo periodo abbiamo operato anche in chiave futura, sul fronte delle strutture e delle attrezzature, realizzando un altro terreno di allenamento ad Acaya, una nuova palestra, tra le migliori del centro sud, ed ammodernando gli spogliatoi del Via del Mare. Inoltre, abbiamo investito nel settore giovanile, avviando un progetto in grado di garantire dei frutti. Siamo convinti che occorra patrimonializzare il club, facendo crescere in casa calciatori funzionali alla prima squadra.
Questo è il campionato più competitivo di tutti i tempi, con 10-12 squadre attrezzatissime per puntare al traguardo più ambito. Penso ad Empoli, Chievo, Frosinone, Monza, Spal, Brescia, Salernitana, Venezia, Cittadella. Ma ci sono anche altri team di valore. Per quanto ci riguarda, 12 punti in 7 match costituiscono un buon bottino considerate le difficoltà con le quali abbiamo fatto i conti ed il fatto che abbiamo dovuto rinnovare notevolmente la rosa. Una retrocessione lascia sempre delle scorie e crea turbolenze ed è accaduto anche al Lecce. Nel nostro caso, in più, abbiamo avuto la necessità di ricostruire gran parte del gruppo perché sono andati via dieci calciatori per fine prestito, quindi senza portare fondi nelle casse del club. Brescia e Spal hanno cambiato molto meno di noi e, al contempo, hanno incassato 30 milioni dalla cessione di Tonali e 15 da quella di Petagna.
La società? C’è stata massima condivisione e, cosa per me importantissima, ho sempre avvertito la vicinanza di tutti, dai vice presidenti Adamo e Liguori, alla famiglia Carofalo, a De Picciotto. Il presidente Sticchi Damiani ha avuto un ruolo-chiave. Pur essendo da relativamente poco tempo nel mondo del calcio, tra l’altro, riscuote la stima dell’intero sistema. Ho scelto profili importanti. Coda è reduce dalla promozione in A, Adjapong, Stepinski, Henderson, Dermaku, Zuta, Bjorkengren e Listkowski, vengono dalla A. Pettinari è stato il terzo cannoniere della B. Paganini ha fatto sempre bene. Gli altri sono giovani di prospettiva. Penso che tutti stiano dimostrando di essere all’altezza.
La partita contro la Reggiana? Ho chiesto di essere famelici. La qualità, da sola, non è sufficiente. Il settore giovanile? In carriera ho vinto 13 titoli italiani con il settore giovanile. Mi limito a dire che sono stati tesserati alcuni 2003 e 2004 molto interessanti. Nel recente passato, Delvecchio ha svolto un buon lavoro. Cercheremo di implementarlo. Il calcio al collasso? Il sistema rischia grosso. La pandemia ha fatto crescere le uscite e fatto diminuire le entrate. I viaggi in charter per evitare i contatti, i ritiri necessari per garantire la “bolla” ed i tamponi da eseguire continuazione comportano costi ulteriori a fronte dei quali c’è stata una contrazione delle sponsorizzazioni ed il mancato incasso per abbonamenti e biglietti. Il Lecce ha i conti in ordine ma, in questo contesto, è fondamentale riuscire a capitalizzare il club, facendo crescere dei giocatori di buon valore nel vivaio“.