SPAL, Paloschi: “Obiettivo Serie A? Siamo forti, dobbiamo solo avere più continuità”
PALOSCHI SPAL – Alberto Paloschi, attaccante della SPAL, ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Gazzetta dello Sport: “Il gol decisivo contro il Frosinone dello scorso 4 gennaio? Mi era già successo un 6 gennaio, ma il 4 mai. Sì, l’anno non poteva cominciare meglio, con una vittoria arrivata dopo qualche risultato negativo. Anno cruciale per […]
PALOSCHI SPAL – Alberto Paloschi, attaccante della SPAL, ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Gazzetta dello Sport: “Il gol decisivo contro il Frosinone dello scorso 4 gennaio? Mi era già successo un 6 gennaio, ma il 4 mai. Sì, l’anno non poteva cominciare meglio, con una vittoria arrivata dopo qualche risultato negativo. Anno cruciale per la mia carriera? Non lo considero di svolta. È un anno importante perché inseguiamo una promozione e il campionato è molto duro: vincere sarebbe ancora più significativo, viste le rivali. Qui in B ogni partita è incerta.
Il mio gol in Milan-Siena del 10 febbraio 2008? Una data che ricorderò per sempre, esordio in A e gol: quello che tutti i bambini sognano. Mi ritengo fortunato, con quei campioni che c’erano e non facevano pesare chi erano: ho imparato umiltà dedizione al lavoro, si allenavano sempre al 100% pur essendo grandi campioni. Mi sento ancora con Davide Ancelotti, ci vediamo anche d’estate. Quale gol ricordo tra A e B? Il prossimo! I gol sono tutti importanti, ma io guardo avanti e non vedo l’ora di farne un altro. La rete nel derby contro l’Hellas il 21 dicembre 2014? All’87’ di testa, su assist di Zukanovic, come no. Una vittoria importante per la classifica, ma decidere un derby è sempre speciale.
I problemi fisici? Sono stati incidenti di percorso che ci stanno e che fanno maturare. Con la voglia e il lavoro si supera tutto, quindi non ho rimpianti, anzi: mi hanno dato la carica. Lo Swansea? Rifarei tutte le scelte che ho fatto. E poi la Premier è affascinante, certo che lo rifarei. La stagione 2008-2009? È stato il primo anno lontano dal Milan, avevo deciso di andare dove avrei potuto giocare di più. Non partimmo benissimo, ma poi abbiamo ingranato e vinto in anticipo. Cos’è cambiato in B? È un campionato in cui non servono i nomi, ma i gruppi. Poi occorre il furore agonistico che sostiene i valori tecnici: in A un campione può decidere la partita, qui è più difficile.
I numeri dei tre attaccanti in rosa (lo stesso Paloschi, Floccari ed Esposito: cinque gol in tre, di cui quattro realizzati proprio da Paloschi, ndr)? Si gioca di squadra, non di reparto. E noi, a parte 3 gare, facciamo sempre gol. Se arriva qualcuno a darci una mano ben venga. Se siamo da Serie A? Siamo forti, dobbiamo solo riuscire ad avere più continuità. Dicembre è stato pesante, con 8 partite, non si potevano preparare ed è stata dura. Come si sta senza pubblico? Male. Qui a Ferrara si sente, la prima salvezza in A è arrivata anche per il tifo.
A giugno scade il mio contratto? Da qui alla prossima estate può succedere di tutto, non ci penso, ma se andiamo in A non ne giova solo Paloschi, ma tutti. E poi si fa in fretta a passare da brocco a campione. I consigli di Massimo Mezzini, vince di Marino ed ex attaccante? Ci insegna i calci piazzati e come attaccare l’area. E io a 31 anni e dopo tanti gol in A accetto volentieri quei consigli“.