13 Aprile 2021

ESCLUSIVA PSB – Simone Tiribocchi: “Chievo e Lecce arriveranno nelle prime posizioni. Balotelli? Deve tornare a divertirsi, poi tutto sarà una conseguenza”

TIRIBOCCHI ESCLUSIVA PSB – Centravanti vecchia scuola che ha sempre fatto del goal il suo vizio preferito. Forte fisicamente ed abile nel gioco aereo, era dotato di un’ottima tecnica individuale che gli ha concesso di svolgere egregiamente anche il ruolo di seconda punta. Giocatore generoso, amante dell’attacco alla profondità, era in grado di svariare su tutto […]

TIRIBOCCHI ESCLUSIVA PSB – Centravanti vecchia scuola che ha sempre fatto del goal il suo vizio preferito. Forte fisicamente ed abile nel gioco aereo, era dotato di un’ottima tecnica individuale che gli ha concesso di svolgere egregiamente anche il ruolo di seconda punta. Giocatore generoso, amante dell’attacco alla profondità, era in grado di svariare su tutto il fronte dell’attacco grazie ad innate conoscenze tattiche. In carriera ha vestito su tutte le maglie di Benevento, Siena, Torino, Chievo Verona, Lecce, Atalanta, Pro Vercelli e Vicenza. In esclusiva ai nostri microfoni, quest’oggi, abbiamo raggiunto Simone Tiribocchi, attualmente telecronista Dazn e Responsabile e Coordinatore Area Offensiva delle formazioni giovanili del Monza, per discutere del campionato di Serie B.

In questi mesi quasi paradossali che siamo stati costretti ad affrontare, per il calcio ma per tutto il contesto sociale in generale, tutti quanti noi siamo stati chiamati a cambiare radicalmente abitudini e stile di vita. Così hanno dovuto fare anche i calciatori, sottoposti dunque ad ulteriori pressioni psicologiche. Considerato che il girone d’andata del campionato di Serie B volge ormai al termine, quale bilancio trae da questa prima manche?

Io, malgrado le vicissitudini e le problematiche legate al Covid, con ritiri organizzati di fretta e un mercato in cui non si è avuta la tranquillità di studiare a fondo le mosse, ho visto la solita Serie B. Il campionato è equilibrato, il livello è aumentato grazie a piazze importanti che hanno portato in cadetteria giocatori importanti. Il campionato di Serie B è sempre stato questo, tante squadre in pochi punti, tanta incertezza, ma grandi valori in campo.

Fino a questo momento quale squadra, a suo avviso, sta pienamente rispettando le aspettative della vigilia; quale sta rendendo al di sotto delle possibilità; e chi può invece considerarsi una sorpresa?

Le big stanno rispettando pienamente le aspettative. Sono tutte posizionate bene e, in primavera, quando le partite inizieranno a pesare maggiormente, si faranno trovare pronte. Mi aspettavo qualcosa in più dalla Cremonese, ha un buon potenziale, ma è ancora presto per parlare di delusione. La sorpresa è senz’altro l’avvio sprint della Salernitana. I campani hanno una buona squadra, ma non da vertice. Lotteranno sicuramente per i playoff.

La classifica in vetta è cortissima. Il livello si è alzato sensibilmente ma, nonostante tutto, l’equilibro è netto. Tante squadre in pochi punti e, per caratteristiche differenti, tutte danno l’impressione di poter dire la loro. Quanto influirà, secondo lei, questa finestra di mercato sul cammino delle squadre? Crede che ci siano già delle nette favorite?

Non rispondo con nomi di squadre. La finestra di mercato sarà sicuramente importante, operare bene adesso non è per niente scontato e potrebbe fare la differenza in futuro. Le squadre che si trovano in vetta adesso possono far bene, poiché hanno tutte caratteristiche importanti. Tanti fattori potrebbero fare la differenza, tipo il calendario, le motivazioni, il Covid-19 con le sue conseguenze.

Quale aspetto caratteriale del gruppo potrebbe far la differenza per superare le intemperie che questa competizione presenta sistematicamente sul cammino di ognuno?

Una volta che c’è equilibrio tecnico e tattico tra le squadre, subentra la compattezza di gruppo, la voglia di far bene insieme. Quando una squadra è tecnicamente e tatticamente forte, deve raggiungere un buon livello di coesione tra tutte le parti in gioco. Queste sono le caratteristiche della Serie B.

A tal proposito le volevo chiedere una considerazione riguardo il Monza, di cui lei è attualmente responsabile e coordinatore dell’area offensiva delle formazioni giovanili. Visti gli investimenti fatti, crede che a questo punto della stagione ci si aspettava qualcosa in più? Crede che Brocchi, speso criticato, riuscirà a condurre questa squadra in Serie A?

Lavorando nel Monza – ride – non posso rispondere a questa domanda.

Le posso chiedere un parere riguardo la scelta di Balotelli? Da grande attaccante quale lei è stato, crede che Mario riuscirà a calarsi diligentemente in questa categoria e ad affermarsi? Le importanti competizione che attendono la Nazionale italiana potrebbero essere uno stimolo in più per lui.

Balotelli è un giocatore che può fare la differenza in qualsiasi categoria, in tutti i campionati del mondo. Si sta riprendendo da un infortunio e, se sta bene fisicamente, può tranquillamente considerarsi un top player. Per il bene della categoria è bello vederlo giocare, ragazzi come lui danno lustro al campionato. Deve tornare a divertirsi con il pallone, poi tutto sarà una conseguenza.

Due piazze che lei conosce molto bene, attualmente coinvolte nella corsa ai playoff, sono quelle di Verona e Lecce. La prima, sotto la gestione Aglietti, ha trovato grande equilibrio in fase difensiva ma, a fronte delle tante occasioni da rete create, non concretizza come dovrebbe. La seconda, con Corini, vive il problema opposto: segna tanto, ma subisce più del previsto. Come giudica fin qui i due percorsi e dove crede che possano arrivare queste due squadre?

Queste sono due grandi piazze per la Serie B. Sono due squadre che, alla fine, saranno certamente nelle primissime posizioni, lotteranno per i playoff se non proprio per la promozione diretta. Il Chievo sta facendo un campionato interessante, buono. Ha ritrovato molto lo spirito di squadra, ha operato bene sul mercato prendendo giovani interessanti. Aglietti è un tecnico bravo, esperto, che ha già conquistato la Serie A con l’altra squadra di Verona. Il Chievo darà fastidio fino alla fine. Dall’altra parte il Lecce, secondo me, sta pagando l’ottimo avvio di stagione, ma è una squadra costruita benissimo. E’ un gruppo molto tecnico, che ogni tanto paga qualcosa in fase difensiva, ma troveranno i giusti equilibri. Lo stadio vuoto li sta certamente penalizzando perché, quando stai andando bene, il Via del Mare ti da sempre una marcia in più.

Spostandoci adesso nella zona bassa della classifica, notiamo come, anche qui, la classifica è molto corta. Ben 7 squadre in 5 punti e gerarchie ancora da stabilire. Crede che ci sia qualche squadra che, rispetto alle altre, abbia meno possibilità di salvarsi?

No, secondo me tutte possono lottare per salvarsi. Basta pensare all’incredibile percorso del Cosenza lo scorso anno. Anche qui il calendario sarà decisivo. Le squadre attualmente sotto hanno tutte organici in grado di raggiungere la salvezza.

In sospeso, tra paradiso ed inferno, c’è il Vicenza. Di Carlo ha dato una chiara impronta al suo gruppo, definendo egregiamente quello che è il credo di questa squadra. Lei che ha indossato quella maglia, crede che l’ambiente, in questo momento, sia propenso mentalmente a lottare per conquistare un posto nei playoff, o crede che l’obiettivo primario resti comunque quello della salvezza?

Bisogna innanzitutto fare una premessa: Monza, Reggina, Vicenza e Reggiana sono neopromosse, dunque non è scontato che facciano fin da subito campionati di vertice. A Vicenza hanno la fortuna di avere un tecnico molto esperto, che ha fatto molta Serie A. E’ una squadra che rispecchia pienamente il carattere del suo allenatore, caparbia, dura, rognosa. Io credo che il Vicenza lotterà per poter agguantare uno degli ultimi posti dei playoff.”

Andando sul personale, posso chiederle se c’è una scelta, presa nella carriera da calciatore, di cui si è pentito e una scelta che invece rifarebbe senza pensarci troppo?

Il pentimento più grande, nella mia carriera da giocatore, è quello di esser andato via dall’Atalanta per scelta. Ho abbandonato di mia voglia una piazza che mi amava e una società, in crescita, con cui andavo molto d’accordo. Stavo giocando poco e ciò mi ha spinto ad andare alla Pro Vercelli. Non mi è dispiaciuta la scelta di Vercelli, tutt’altro. Ma se ci avessi creduto un po’ di più… Poi mi pento sicuramente di aver smesso a 36 anni. Sono andato a Vicenza, li ho avuto dei problemi, così ho deciso di smettere. Potevo ancora dire la mia, magari non giocando tutte le partite, ma stavo bene. Le scelte fatte, escluse queste, sono sempre state positive. Quando ho lasciato il Chievo per andare a Lecce ho migliorato la mia carriera, così è stato anche con il passaggio a Bergamo. Mi è servito tutto per crescere.

Auspici per il futuro?

Essere felice. Voglio trasmettere tutta la passione che ho nel calcio. In questo momento ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace e voglio continuare ad insegnare ai ragazzi ciò che è stato insegnato a me. Poi ho intrapreso questo nuovo percorso da telecronista che mi affascina molto.

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