26 Gennaio 2021

ESCLUSIVA PSB – Reggiana, Rozzio: “Alvini è la nostra guida. Abbiamo invertito la rotta”

ROZZIO REGGIANA – Una stagione, quella vissuta fino a questo momento dalla Reggiana, stimolante ma, allo stesso tempo, tortuosa. Le fervide aspettative per il ritorno in Serie B hanno dovuto battagliare contro difficoltà calcistiche e non solo, dato che la Regia è stata tormentata dal COVID. La compagine allenata da Massimiliano Alvini non ha mai […]

ROZZIO REGGIANA – Una stagione, quella vissuta fino a questo momento dalla Reggiana, stimolante ma, allo stesso tempo, tortuosa. Le fervide aspettative per il ritorno in Serie B hanno dovuto battagliare contro difficoltà calcistiche e non solo, dato che la Regia è stata tormentata dal COVID. La compagine allenata da Massimiliano Alvini non ha mai distolto lo sguardo dal sacro faro dell’identità, che ne ha accompagnato il percorso dalla scorsa annata ad oggi. La vittoria contro il Vicenza può segnare un nuovo inizio, come dichiarato nel post partita dal difensore e Capitano degli emiliani Paolo Rozzio, intervenuto quest’oggi in esclusiva ai nostri microfoni.

Paolo, contro il Vicenza è tornata una vittoria che mancava dalla trasferta di Cosenza. In conferenza stampa hai utilizzato un’espressione chiara e concisa: può e deve essere un nuovo inizio.

“Mi sono espresso così perché sapevamo che fosse necessaria una svolta per uscire da questo periodo negativo, partito dall’elevato numero dei casi COVID in rosa, che credo ci abbia reso la squadra più colpita in Europa, se non nel mondo. La ripresa è stata difficile, ciò nonostante abbiamo disputato alcune ottime partite, come quella contro il Venezia, oppure contro il Monza. Dopodiché è iniziato un nuovo periodo di risultati negativi, dove probabilmente la squadra ha accusato i postumi del COVID. L’allenatore non riusciva ad avere l’intesa rosa a disposizione, anche per lui non è stato facile. Contro il Vicenza sapevamo che fosse giunto il momento di invertire la rotta, la voglia di vincere si toccava con mano, non a caso in campo ho avuto l’impressione che se la partita fosse durata altri venti minuti loro non sarebbero riusciti a segnare. Il gol subito deriva da un’incertezza di un singolo, ma non bisogna inveire contro Cerofolini, perché più di una volta ci ha tolto dai guai con i suoi miracoli, ci tengo a sottolineare ciò. L’atteggiamento ha fatto la differenza, inoltre ci ha fatto piacere ricevere il supporto dei tifosi prima del match, quando siamo saliti sul pullman. Sentire la vicinanza del proprio pubblico in questa fase conta tanto, sono convinto che con la gente allo stadio avremmo sicuramente ottenuto qualche punto in più nei match casalinghi”.

Massimiliano Alvini è un maestro di calcio e valori, qualità che gli hanno permesso di lanciare costantemente i giusti messaggi in questo periodo complicato. Quanto è stato importante per voi ritrovare in lui le certezze che i risultati cercavano di dissolvere?

“Lui, per noi, è costantemente una guida. È una persona carismatica, sa trascinare e coinvolgere, motiva le scelte che fa e i cambiamenti che apporta, come accaduto contro il Vicenza dove, a mio avviso, è stato intelligente nell’attuare una modifica dal punto di vista tattico. Quando affronti un momento di difficoltà anche un semplice cambiamento, come può essere quello che ti porta a passare dal 3-4-1-2 al 4-3-1-2, può fornire uno stimolo in più ai calciatori. Ritengo che sia stato molto bravo a percepire questa cosa. Sul campo il mister è stato molto bravo fin dall’anno scorso e, in quest’annata, ha compreso le differenze tra la Serie C e la Serie B, dove non puoi recitare lo stesso copione, dato che qualità, forza fisica ed esperienza sono differenti e ti portano a prendere degli accorgimenti”.

La vostra proposta è basata sulla ricerca del dominio del gioco attraverso un’occupazione degli spazi che non ammette passività ma porta alla costante ricerca dell’uomo libero e in grado di generare superiorità funzionale e qualitativa. Un credo, dunque, che necessita di relazioni consolidate, fiducia, personalità e intraprendenza per incidere anche nelle fattispecie situazionali. Questi gradi di necessitano di una stabilità emotiva prima che tattica che voi, probabilmente, avete trovato nel lavoro e nel confronto in queste ultime settimane.

“Questo è un percorso che è cominciato nella scorsa stagione, con il mister che ha palesato i propri principi di gioco e noi che l’abbiamo seguito, giocando con un’aggressività anche in fase di transizione veramente impressionante. Il direttore è stato bravo a costruire la squadra seguendo le indicazioni tattiche del tecnico, poi è chiaro che i risultati aiutino l’autostima, ma noi siamo stati bravi a mantenere la consapevolezza di noi stessi anche nelle settimane più difficili. Non abbiamo mai pensato di essere scarsi, bensì abbiamo notato come fosse necessario effettuare qualche accorgimento, essendo nuovi nella categoria. L’aggressione uomo su uomo a tutto campo, ad esempio, un conto è farla in Serie C, un altro in Serie B. Questo non vuol dire ritenersi più scarsi rispetto agli altri, bensì valutare i differenti contraddittori che offre una categoria sicuramente più complicata. Siamo consapevoli di essere una squadra deputata a ricercare il gioco ma, allo stesso tempo, in cadetteria ci sono squadre che magari lasciano dominare la partita per poi attendere l’errore e far male. La qualità tecnica qui è differente, così come le capacità atletiche degli avversari, motivo per il quale bisogna registrarsi in un contesto più competitivo rispetto alla terza serie. Abbiamo ricercato e trovato la scintilla necessaria per fare luce tra le tenebre, il calcio è così, ogni sette giorni ti dà la possibilità di rifarti, il bello è questo”.

Abbiamo parlato del rapporto con Alvini e dell’importanza del gruppo. In ogni contesto, però, è chiaro che ci siano calciatori maggiormente deputati all’esposizione del proprio pensiero e, per definizione, il Capitano è in questa cerchia ristretta. Quali corde hai toccato, in campo e fuori, per mantenere i tuoi compagni sul pezzo?

“Dopo la sconfitta contro il Pescara ci siamo riuniti e confrontati, è stato un incontro molto costruttivo. Abbiamo perso diverse partite sui dettagli, subendo gol a difesa schierata, come a Brescia o nelle sfide casalinghe contro Pescara e Reggina, fattispecie dove l’attenzione gioca un ruolo fondamentale. Quando sai di essere una squadra che ai nastri di partenza è indietro, perché l’intelligenza sta nell’essere consapevoli dei propri limiti, l’attenzione e la cura dei particolari devono essere elevate al massimo, altrimenti si fatica. Certi confronti servono, il nostro è un gruppo bellissimo, composto da persone intelligenti e propense al dialogo. Tutto ciò è davvero importante. Successivamente abbiamo perso contro la SPAL, offrendo una buona prestazione contro una squadra candidata alla vittoria del campionato, per poi ritrovare i tre punti nell’ultimo match. L’atteggiamento è cambiato molto e ha fatto la differenza. Sembravamo un po’ passivi, ora siamo ripartiti”.

Non bisogna passare dalla disperazione all’esaltazione: come andrà affrontato il prosieguo della stagione?

“Andrà affrontato con la massima attenzione, perché bisogna avere equilibrio nel percorso che si affronta. Non abbiamo vinto la Finale di Champions League ma una partita importante che ci dà un leggero respiro. Tra pochi giorni siamo attesi da un match difficilissimo contro una squadra tosta come il Pisa, che conosce la categoria. Come sempre sarà fondamentale cercare punti, giocheremo per vincere perché quando scendi in campo con l’obiettivo di pareggiare alla fine perdi. La mentalità vincente ti aiuta a raccogliere quello che hai seminato”.

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