REWIND – Frosinone, genesi e stasi di un’eterna incompiuta
Un anno fa, dopo esser retrocesso al termine del campionato di Serie A, il primo della sua storia, onorato fino all’ultima giornata, il Frosinone si riaffacciava alla finestra della cadetteria con i favori del pronostico. Un’ossatura solida che non aveva sfigurato neppure in massima categoria, il paracadute economico, una struttura societaria tanto forte quanto ambiziosa […]
Un anno fa, dopo esser retrocesso al termine del campionato di Serie A, il primo della sua storia, onorato fino all’ultima giornata, il Frosinone si riaffacciava alla finestra della cadetteria con i favori del pronostico. Un’ossatura solida che non aveva sfigurato neppure in massima categoria, il paracadute economico, una struttura societaria tanto forte quanto ambiziosa apparivano elementi in grado di garantire l’immediata risalita, ma la storia è andata diversamente. Il presidente Maurizio Stirpe ha investito fondi ed energie per la realizzazione di un nuovo stadio, progetto rivoluzionario per una squadra dalla tradizione calcistica non eccelsa che può contare su un bacino d’utenza abbastanza limitato, ma, proprio per questo motivo, ha tralasciato il rinnovamento della rosa, consegnata ad un Pasquale Marino in cerca di riscatto. La squadra ciociara, pur non brillando sul piano del gioco, grazie all’esperienza ed alla qualità dei singoli si afferma sin da subito nelle zone altissime della classifica, ma non viene adeguatamente rafforzata durante il mercato di gennaio.
La conseguenza della decisione dirigenziale si palesa in maniera tragicamente beffarda durante la fase della stagione: al minuto 93 del penultimo turno, Fabio Ceravolo sigla per il Benevento il gol del 2-1 che condanna i canarini a disputare i playoff da cui vengono estromessi dalla punizione di Gaetano Letizia del Carpi, nonostante il vantaggio della doppia superiorità numerica. Panchina corta e sostituti poco inclini ad assimilare il 3-5-2 di Marino, a sua volta poco incline ad adottare varianti tattiche, e scoramento psicofisico dei titolari, dopo quasi tre anni dispendiosissimi sotto ogni punto di vista, sono le due cause principali per cui il Frosinone ha fallito quello che si profilava un compito alla portata. Le scelte presidenziali hanno inevitabilmente frenato il cammino annuale del club laziale, ma, d’altro canto, hanno cementato le basi per un avvenire dal prestigio che i tifosi mai hanno conosciuto in precedenza. Un compromesso, sicuramente, il cui peso potrebbe però attenuarsi, se la prossima Serie B si concludesse con una festa promozione allo stadio Benito Stirpe.