GdS – Brescia, poco gioco e poche idee: la precarietà è nel gruppo
BRESCIA CALCIO – Sconfitta per il Brescia nel derby contro la Cremonese. Ecco l’analisi fornita quest’oggi da “La Gazzetta dello Sport”: “Massimo Cellino è a bordo campo su una seggiolina arancione, fuma nervosamente, si alza, si siede di nuovo. Cerca una distrazione dai guai giudiziari, vede il Brescia che affonda. È l’immagine di una squadra […]
BRESCIA CALCIO – Sconfitta per il Brescia nel derby contro la Cremonese. Ecco l’analisi fornita quest’oggi da “La Gazzetta dello Sport”: “Massimo Cellino è a bordo campo su una seggiolina arancione, fuma nervosamente, si alza, si siede di nuovo. Cerca una distrazione dai guai giudiziari, vede il Brescia che affonda. È l’immagine di una squadra che ripiomba nel pessimismo, con un presidente indagato e una classifica deficitaria. Stop preoccupante, perché nato nel modo peggiore: poco gioco e poche idee.
La Cremonese esulta, arrivava da due sconfitte, sembrava scarica, era in emergenza (solo quattro difensori a disposizione), eppure tira fuori la partita che non t’aspetti: possesso palla e pressing alternati a prudenza e attenzione. Risultato giusto, considerato che Joronen salva più volte i suoi. La Cremo non vinceva il derby al Rigamonti dal 1995, dai tempi di Chiesa padre: si può considerare un segnale di svolta. In casa Brescia resta la spiacevole sensazione di un gruppo già da ricaricare. Svanito l’effetto benefico di Clotet, cinque punti in tre gare? Una scena che si ripete: anche Dionigi era partito bene (quattro partite, otto punti), poi è finita come è finita, perché la precarietà è nel dna del gruppo e non solo nelle abitudini di un presidente mangia allenatori.
Ma cosa è successo al Brescia? Va in campo contratto, quasi pauroso, subisce per mezz’ora, poi passa al primo tiro in porta grazie a lui, Florian Ayè, che segna un gol facile (il quinto in 7 gare), figlio però di una brillante azione collettiva, l’unica del pomeriggio: verticalizzazione di Skrabb, palla a Donnarumma che vede l’emergente francese lasciato solo da Zortea. Ma il Brescia fatica a costruire, è in affanno davanti al pressing mentre Skrabb, gol a parte, soffre Castagnetti.
Andare sotto due volte in 5′ è sinonimo di confusione: rigore giusto, Pajac tocca Ciofani, che poco dopo anche segna di testa, su assist di Baez e sfruttando un concorso di colpa tra Chancellor e Mateju. Gastadello, lasciato solo dopo il rosso di Clotet, cambia modulo: dentro Ragusa nel 4- 3-3 e Jagiello mezzala con Bjarnason regista. Un palliativo“.