Vicenza, Valentini: “Padova mi sembrava la scelta giusta ma ora sono qui e spero di convincere la società a rimanere”
VALENTINI VICENZA CARRIERA – Nahuel Valentini, difensore del Vicenza, è intervenuto sulle frequenze di Radio Stella parlando dell’evoluzione del suo percorso di carriera che lo ha portato a conoscere diverse piazze dell’Italia calcistica, fino a sposare la causa biancorossa nella recente sessione invernale di calciomercato. Queste le sue dichiarazioni diffuse da TrivenetoGoal.it: “Mi piaceva giocare […]
VALENTINI VICENZA CARRIERA – Nahuel Valentini, difensore del Vicenza, è intervenuto sulle frequenze di Radio Stella parlando dell’evoluzione del suo percorso di carriera che lo ha portato a conoscere diverse piazze dell’Italia calcistica, fino a sposare la causa biancorossa nella recente sessione invernale di calciomercato. Queste le sue dichiarazioni diffuse da TrivenetoGoal.it:
“Mi piaceva giocare con i miei amici e abitavo vicino al centro sportivo della squadra di Rosario, mia mamma mi lasciava andare a giocare e mi sono appassionato. Mio papà ha fatto il preparatore atletico del Rosario però mi ha sempre lasciato scegliere. Sono rimasto in prima squadra cinque anni, poi l’ambiente è molto bello perché si portano i fumogeni e c’è molto calore. Il mio arrivo in Italia? Il mio sogno era di giocare in Europa e dopo un bel campionato in Argentina ho avuto l’opportunità di fare la Serie A a Livorno e così non ho avuto dubbi. Poi li ho conosciuto mia moglie e ci torniamo sempre. A livello di legame calcistico mi sono trovato meglio a La Spezia dove sono rimasto tre anni, e siamo arrivati in semifinale di playoff, oltre ad aver conosciuto Mimmo Di Carlo. Poi la Spagna ma non è andata molto bene perché è stato un periodo travagliato e ho giocato poco. Successivamente Ascoli, con una bella città e un bel tifo, lì ho giocato con Padella, il primo anno abbiamo ottenuto la salvezza tranquilla, poi la società ha fatto le sue scelte ma comunque ci siamo salvati. L’anno scorso sono andato a Padova, non era nei miei progetti la C, perché ho sempre fatto la B, ma si vedeva la volontà di primeggiare e il direttore me ne ha parlato molto bene, c’era Mandorlini e mi sembrava la scelta giusta ma ora sono qui e ce la metto tutta per convincere la società per rimanere. Mimmo? Ho imparato tanto da lui e questo me lo porto dentro. Al di fuori del campo? Musica, viaggiare, andiamo in Chiesa cristiano-evangelica con gli atleti di Cristo e siamo fieri di questo perché ci sono tante cose che potrebbero allontanare e avvicinarsi a Dio darebbe buoni principi, non siamo perfetti ma cerchiamo di essere migliori. In questi momenti con tanta negatività è bello sentire questo tipo di messaggio, per noi questo è un modo di vivere, non è una pazzia, non tutti i giovani sono così.