Monza, senti Brocchi: “Non è stato riconosciuto il lavoro. Ho sbagliato a fidarmi di una persona”
BROCCHI MONZA – Cristian Brocchi, ex allenatore del Monza, è tornato sull’esperienza in brianzolo nel corso dell’appuntamento di ieri con la Bobo TV: “Il primo mese e mezzo di vacanza non è stato facile, adesso più che guardare le partite sto analizzando le cose passate. Nel mese e mezzo che ho citato, ho sofferto sia […]
BROCCHI MONZA – Cristian Brocchi, ex allenatore del Monza, è tornato sull’esperienza in brianzolo nel corso dell’appuntamento di ieri con la Bobo TV: “Il primo mese e mezzo di vacanza non è stato facile, adesso più che guardare le partite sto analizzando le cose passate. Nel mese e mezzo che ho citato, ho sofferto sia per il risultato finale, che purtroppo non è stato positivo, sia perché non è stato riconosciuto il lavoro. La questione è che ciò non riguarda chi pensava si dovesse vincere per forza, mostrando di non saper analizzare in profondità, bensì da alcuni addetti ai lavori, dai quali ho percepito e avuto delle risposte davvero superficiali. Questa è la cosa più brutta.
Sono stato definito cocco di Berlusconi dall’inizio della mia carriera da tecnico, dato che mi obbligarono ad allenare la prima squadra del Milan in quei due mesi e mezzo finali, dove la squadra faceva fatica. Per quale motivo questa etichetta? Vuol dire che diversi allenatori sono cocchi dei presidenti che gli danno la prima opportunità. Perché Simone Inzaghi, allenatore bravissimo, è andato ad allenare la Lazio? Per Lotito e Tare, che hanno puntato su di lui, ma non era il cocco di nessuno di lui.
Lavorare per Berlusconi e Galliani è una cosa veramente bella. Reputo il Dottor Galliani il miglior dirigente in assoluto, ci siamo sempre parlati in maniera chiara, sincera e onesta. Galliani mi ha mandato via dal Milan ed è colui che adesso, seppur di comune accordo, ha deciso di prendere una strada diversa a Monza. Questo non è un problema. Al Milan sono andato ad allenare senza fare un contratto, non ho cercato di stringere un accordo pluriennale. Firmo in bianco, non è un dilemma, ho passione per il mio lavoro.
Sono andato in Serie C, e posso assicurare che vincere quel campionato non è facile, per quanto potesse essere il Monza di Berlusconi e Galliani. Tante squadre sono forti ma non vincono, noi l’abbiamo fatto con un +15. L’anno scorso siamo arrivati a tanto così dalla Serie A e, al primo anno di Serie B, abbiamo ottenuto il miglior risultato nella storia del Monza. Un direttore sportivo che stimo ha risposto così quando gli hanno chiesto del perché non pensasse a me: “Aveva il Real Madrid e non ha vinto in Serie B”. La domanda successiva riguardava come giocasse la mia squadra, e ha risposto di non saperlo. Di cosa stiamo parlando? L’analisi è superficiale. Questa è stata la cosa che più di tutte mi dà fastidio, come dicevo. Ricevere critiche è un’abitudine, accadeva da calciatore e accade da allenatore: ciò non mi turba. le spalle sono larghe. Quello che conta è avere passione, umiltà e voglia di lavorare.
A Monza sono stato benissimo, ho creato un qualcosa di importante insieme al mio staff e alla società. Sono arrivato con un certo tipo di struttura, chi è arrivato adesso ha trovato qualcosa di diverso. È stato fatto un ottimo lavoro, il doppio salto dalla C alla A non è mai facile. Vado via con un ricordo bellissimo, mi sono trovato bene anche se una parte dei tifosi mi è sempre stata contro per questi luoghi comuni, ma non mi interessa. Ancora oggi sui social qualcuno scrive Brocchi Out, c’è da ridere. I ragazzi della curva sono sempre stati fantastici, hanno aiutato me e la squadra.
Una sola cosa negativa posso dire di Monza: c’era una persona di cui mi fidavo e ho sbagliato a farlo. Tutti mi dicevano di stare attento a questo elemento, ma credevo in lui e dicevo che fosse una brava persona. Per un periodo di tempo ci ho creduto veramente, a un certo punto ho capito di dover dar ragione allo scetticismo mostratomi dagli altri. I giocatori che ho allenato sono stati fantastici, il dottor Galliani mi ha aiutato, il presidente Berlusconi ha una grande passione: l’unica problematica che ho avuto riguarda proprio costui che avevo al mio fianco, che ritenevo potesse essere giusto per me e al quale ho dato affetto e professionalità. In realtà non era la persona che credevo.
Quando ho mandato un messaggio di ringraziamento al Dottor Galliani dopo aver chiuso il rapporto, gli ho detto che avrebbe sicuramente trovato un allenatore più bravo, ma gli ho contestualmente augurato di trovare una persona onesta come lo sono stato io con tutto l’ambiente. Vado fiera di questa cosa, ma in questo mondo ciò non viene onorato. Non chiamo direttori né presidenti, ho fatto il mio lavoro e sono andato avanti per la mia strada. Le squadre di Brocchi hanno sempre avuto un’indentità precisa“.