Lecce, Corvino: “Dovevamo ringiovanire la rosa e lo abbiamo fatto con sano equilibrio finanziario”
CORVINO LECCE EQUILIBRIO – Pantaleo Corvino, responsabile dell’area tecnica del Lecce, è intervenuto in conferenza stampa dove ha toccato tantissimi temi, partendo dal calciomercato dei giallorossi. Ecco le sue parole, riportate da calciolecce.it: “E’ giusto che io faccia delle analisi riguardo la prima squadra e il settore giovanile. A volte errate narrazioni possono portare ad […]
CORVINO LECCE EQUILIBRIO – Pantaleo Corvino, responsabile dell’area tecnica del Lecce, è intervenuto in conferenza stampa dove ha toccato tantissimi temi, partendo dal calciomercato dei giallorossi. Ecco le sue parole, riportate da calciolecce.it:
“E’ giusto che io faccia delle analisi riguardo la prima squadra e il settore giovanile. A volte errate narrazioni possono portare ad equivoci che invece noi vorremmo evitare per tanti motivi. Vorremmo essere rimproverati se sbagliamo un acquisto, ma mai essere rimproverati per la nostra chiarezza e per quello che diciamo e facciamo e come lo facciamo.
Io non sono fresco. Non perché faccia fatica a sopportare tutte le turbolenze, tutte le operazioni, e sono state tante, sia in entrata sia in uscita tra prima squadra e settore giovanile. E’ da un anno che abbiamo fatto tanto, ci siamo sforzati a fare tanto, abbiamo retto come volevamo farlo. Voi sapete benissimo che quando si annunciano degli obiettivi, si vive per raggiungerli, ci si mette la faccia dicendoli chiaramente. Abbiamo detto come raggiungere gli obiettivi, con le idee. Le idee vanno messe a fuoco, esposte, discuterle come è giusto che sia. Nel calcio è bello discutere ma chi ha le idee deve portarle avanti seguendo la propria strada, esperienza. L’esperienza può dire se l’idea porta a dei frutti”.
PROGETTO. “Noi abbiamo detto con coraggio e umiltà che avevamo un obiettivo da raggiungere in tre anni. Sono passati 12 mesi e siamo arrivati a disputare una semifinale, persa per un episodio mancato a pochi minuti dalla fine. Potevamo raggiungere subito quel risultato anche perché eravamo a 5 punti di vantaggio dalle inseguitrici. Potevamo raggiungere l’impresa il primo anno. A livello giovanile volevamo costruire e credo che dopo un anno il risultato di essere tornati facendo un’impresa è tanto. Costruire e raggiungere subito un risultato è stata un’impresa non prevedibile. Da quando c’ero l’ultima volta io non si era nell’olimpo del calcio giovanile.
Dovevamo ringiovanire la prima squadra e lo abbiamo fatto patrimonializzando con sano equilibrio finanziario. Credo che tutti questi moniti, vado a memoria, siano stati esposti. Basta andare a vedere le parole passate per non fare errate narrazioni. Per noi costruire vuol dire mettere il settore giovanile come asset strategico per la prima squadra”.
ERRORI DEL PASSATO. “Veniamo rimproverati per come quest’impresa è stata compiuta, pur raggiungendola con tanti sforzi e con tanti sacrifici. Ho detto, in maniera anche critica, facendo parlare: non ho trovato quello che potevo aspettarmi dopo quello che era stato fatto in passato a livello giovanile. Qualsiasi club deve creare un settore giovanile che crea risorse alla prima squadra. Non sono stato facilitato in niente, sia a livello di prima squadra sia a livello giovanile. Del patrimonio della prima squadra in A trovato Shakhov, Vera, Benzar e Gabriel. Ho trovato elementi provenienti dalla B e C. Qualsiasi altro responsabile avrebbe avuto mal di testa. Io non l’ho avuto”.
“Io sono leccese e sono la prima sentinella del Lecce. Sono tifoso del Lecce e non faccio compromessi con nessuno. Quando avverto il pericolo, da sentinella quale sono con 45 anni di esperienza, non permetto a nessuno di alterare certi equilibri. Lo è stato con la prima squadra e lo è con il settore giovanile. Abbiamo perso un’opportunità non annunciata al primo anno, potevamo anche raccoglierla. Questo a dimostrazione di quanto è stato fatto già al primo anno”.
CONCORRENTI. “Se poi devo entrare sulle situazioni del mercato, ora concedetemi qualche dato. La B quest’anno è un campionato difficile. Abbiamo incontrato il Como: la coppia d’attacco ha un monte ingaggi di 4 milioni di euro (2 netti): Cerri e La Gumina. Noi abbiamo dovuto fare una squadra per migliorarci: è dentro di noi. Dobbiamo però tenere conto degli altri. Ci serve unione, dobbiamo essere compatti, l’anno scorso anno siamo arrivati da soli in semifinale, senza tifosi. Quest’anno ripartiamo coi tifosi e vorremmo averli accanto. Dico questo per evitare cattive narrazioni. Sono qui per rispondere anche alle domande che i tifosi vorrebbero fare.”
SODDISFAZIONE. Pantaleo Corvino si dice soddisfatto della sessione estiva di calciomercato: “Abbiamo parlato di idee e di obiettivi: nel mercato abbiamo annunciato degli obiettivi e programmato 14 uscite. Ne abbiamo fatte 10, è come dire ‘abbiamo fatto trenta non abbiamo fatto trentuno. Dopo la chiusura del mercato si dice come è andato l’intero mercato. Io rappresento il Lecce e il Lecce deve essere giudicato male per non aver fatto un botto nell’ultimo momento. Il mercato era chiuso dopo gli arrivi di Barreca e Di Mariano ed è stato annunciato apertamente”.
IN USCITA. Il direttore chiarisce alcuni aspetti riguardanti i calciatori in uscita. Per Meccariello e Vera si preannuncia un’altra chance: “Non può uscire il messaggio che non siamo stati in grado di non vendere gli esuberi: ne abbiamo venduti 10 e stiamo cercando di trovare una soluzione per altri due attraverso la risoluzione del contratto di Benzar e Pisacane. Gli altri due rientrano nel gruppo: sarà il mister a decidere se saranno calciatori da Lecce. Dieci cessioni non sono niente. Io porto il conto e sono orgoglioso di poter dire che abbiamo fatto tanto, non abbiamo fatto il massimo, ma vorrei vedere cosa hanno fatto gli altri, in entrata e uscita. Abbiamo fatto dodici acquisti senza aspettare l’ultimo minuto. In B serve aspettare, ci sono regole imposte a livello economico. Se ci danno 7-8 in pagella noi siamo contenti e orgogliosi, ma serve tempo per cambiare tutto al meglio. Non si cambia totalmente in 10 mesi”
TATTICA. “A calcio non si gioca solo con il trequartista e le due punte. Si può giocare anche con una punta e due esterni alti, come fanno tanti grandi club che completano lo scacchiere con tre centrocampisti e quattro difensori. Si può fare calcio anche con un solo attaccante, sta all’allenatore far girare gli elementi. Le nostre idee possono cambiare. Abbiamo due attaccanti bravi? uno gioca e l’altro fa l’alternativa. La crescita del club va misurata così. Non possiamo cambiare modulo perché abbiamo due giocatori bravi. A centrocampo si può avere un play anche mediano incontrista, ognuno di noi ha la sua storia e i risultati vanno raggiunti in un certo modo.
Il calcio si può fare anche come fanno gli altri. Ho avuto i miei migliori risultati con i mediani con certe caratteristiche: avevo Quaranta a Casarano, Lima a Lecce, Brocchi, Donadel e Melo a Firenze. Che vi devo dire? Ho sbagliato un anno quando ho messo il play, D’Agostino, davanti la difesa, elemento chiestomi dall’allenatore che poi finì sulla trequarti. O sei Pirlo, e allora lo sforzo si fa, ma in mediana si difende la retroguardia. La qualità si cerca avanti. Sono questi i miei concetti. Io mi salvavo con Lima anche se si discuteva sulla qualità del centrocampo. Si può fare calcio così? Fatecelo fare”.
L’ATTACCANTE. Pantaleo Corvino parla poi del mancato acquisto di un vice-Coda: “Abbiamo fatto un comunicato per evitare equivoci di sorta. Ho annunciato l’arrivo di una punta tempo fa insieme agli altri acquisti, poi presi. Per un solo posto abbiamo Coda e Rodriguez, che ha dimostrato di poter essere un titolare aggiunto. A differenza di quanto avevo detto prima, avevamo pensato, in sintonia con l’allenatore, di invertire la rotta. Lo abbiamo fatto per salvaguardare il capitale a disposizione. Coda ha cifre importanti e l’alternativa ha un’enorme potenzialità. Se mancherà Coda, per infortunio, squalifica o scelta tecnica, il Lecce ha il dovere di esaltare le soluzioni in casa. Noi per essere onesti con tutti siamo sempre trasparenti. In virtù della situazione generale abbiamo deciso così assieme al mister. Il mercato non ci ha dato opportunità da cogliere. Rodriguez può giocare da prima punta, non ci sono solo calciatori con le caratteristiche di Coda”.
FIDUCIA A MISTER BARONI.“Noi siamo partiti con il nostro modello dall’anno scorso con gli esterni offensivi. Abbiamo cambiato in corsa, è tornato Pettinari, qualcuno che voleva andare via è rimasto e abbiamo dovuto convergere. Quest’anno abbiamo programmato il 4-3-3 con elementi importanti sugli esterni. Tutto potevo immaginare, ma portare Di Mariano e Strefezza (per lui chiedevano 6-7 milioni) è stato importante. L’allenatore deve lavorare su calciatori con concetti diversi dal suo credo, chi sul palleggio, chi sul passaggio laterale”.
IL CAMPIONATO E I CAMBIAMENTI. La lunga chiacchierata con il direttore tecnico si conclude con un monito: “Ci vuole tempo per modificare i concetti, ma andavano cambiati già in passato. Il calcio è verticalizzazione e velocità. Si deve fare questo per vincere. Helgason risponde a queste caratteristiche, Gargiulo pure. Lo abbiamo preso per ultimo perché prima dovevamo privarci di altri. Qualcuno che è rimasto deve adattarsi al nuovo calcio e aggredire la profondità quando si parla di interni. Ci vuole tempo, il mio allenatore non ha la bacchetta magica e noi non ci lasciamo condizionare dai risultati. Abbiamo una squadra competitiva, forte. Attenzione a tutti, lo ripeto ancora. La differenza la fanno i particolari. Tutti siamo a rischio retrocessione, anche chi ha speso milioni. Quest’anno dobbiamo essere più uniti e se c’è qualche fischio non è contestazione, è amore. Il tifoso ha diritto di fischiare, la contestazione è un’altra cosa. Non inquiniamo”.