Lecce, Baroni fiducioso: “Dobbiamo fare la corsa su noi stessi. È un campionato di A2, nemmeno noi sappiamo dove arriveremo…”
LECCE BARONI CORSA CAMPIONATO – Marco Baroni è alla prima stagione sulla panchina del Lecce, attualmente al terzo posto in classifica, a 14 punti. La squadra salentina ha ottenuto 4 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta nelle prime 7 giornate di Serie B. Il tecnico è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport, e ha […]
LECCE BARONI CORSA CAMPIONATO – Marco Baroni è alla prima stagione sulla panchina del Lecce, attualmente al terzo posto in classifica, a 14 punti. La squadra salentina ha ottenuto 4 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta nelle prime 7 giornate di Serie B. Il tecnico è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport, e ha commentato l’inizio di stagione della sua squadra. Inoltre, ha commentato i primi mesi vissuti in Puglia e il rapporto con la dirigenza e la squadra.
Ecco le sue parole:
«La squadra è in crescita, contro il Monza ha disputato davvero una gara perfetta. Il Lecce deve migliorare tanto, neppure noi sappiamo dove potremo arrivare…».
Sulla promozione diretta in A? «Per investimenti e organici costruiti, Benevento, Brescia, Monza, Frosinone e Crotone sono le più autorevoli candidate per i primi due posti. In più, sarà difficile buttar giù il Pisa e faranno bene pure Cittadella e Ascoli. E’ una Serie A2, peraltro con proprietà straniere molto ambiziose. Anche il Lecce ha un progetto
prestigioso, però deve continuare a fare corsa su se stesso».
La rimonta dall’1-2 al 3-2 contro l’Alessandria è stata la svolta: ma all’83’ si profilava un k.o. al Via del Mare. Crede che, nel caso, avrebbe rischiato l’esonero? «No, la squadra è stata sempre viva. Abbiamo sbagliato solo il secondo tempo a Cremona».
La società le ha consegnato tanti giovani di qualità, che potrebbero diventare un prezioso tesoretto per il club. «Sono orgoglioso di contribuire al programma del Lecce. Tornato nel Salento, mi sento coinvolto nell’identità territoriale che il presidente Sticchi Damiani e il d.t. Corvino spesso mettono in evidenza. Qui ci sono strutture, professionalità, dedizione e la società è un modello».
Su Hjulmand: «Ha prospettive straordinarie. Lo vedo come un centrocampista moderno, per questo lo avevo schierato inizialmente mezzala. Poi l’ho riportato a… casa sua: da play, è fondamentale. Nel vivaio Corvino ha creato basi importanti; tra tutti, segnalo Vulturar, Gonzalez e Lemmens».
Chi è l’allenatore in campo del Lecce? «Gabriel, Lucioni e Coda sono punti di riferimento per tutti».
Attacco-mitraglia, come nella scorsa stagione, e difesa più ermetica: Baroni, si può fare? «Troviamo il gol con facilità e cominciamo a registrare progressi nella fase difensiva. L’equilibrio è il primo obiettivo da raggiungere».
Quale gol è stato il frutto naturale dei suoi schemi? «Ho provato soddisfazione per la prima rete di Di Mariano a Crotone: azione da esterno a esterno, con chiusura in porta».
Sulla somiglianza con Zeman: «Mi interessa la prestazione, perché il risultato deve arrivare di conseguenza… Il lavoro paga sempre. Con tanti cambiamenti, abbiamo avuto
bisogno di conoscerci sul campo. Corvino mi ha dato indicazioni di base: 4 difensori, 2 esterni e una punta centrale. Così, è nato il 4-3-3, che può evolversi in 4-2-3-1».
Sul 4-3-3 del c.t. Mancini? «Sono stato suo compagno nell’under 21 di Vicini. Anche Roberto sviluppa il suo modulo senza ancorarsi su un’idea fissa. E ha creato spirito di gruppo».
Su Di Mariano e Strefezza: «Diventeranno gli esterni ideali per il mio calcio. Si sono calati nel progetto tattico, supportano Coda e aiutano nell’interdizione».
Questo Lecce è più forte del Benevento che lei guidò alla prima storica promozione in A? «Può superare anche quella squadra. Giocavamo con il 4-2- 3-1».
Sul Via del Mare e quanti punti in più può valere? «Almeno 4, 5. Noi dovremo essere bravi ad accendere l’entusiasmo della gente».
Quali giocatori ha sacrificato di più? «Blin e Calabresi, per le aspettative che avevano. Ma tutti avranno le loro occasioni».
Su Rodriguez: «Anche lui saprà mettere le qualità individuali al servizio della squadra».