Parma, Piazzi (responsabile settore giovanile): “La proprietà ci chiede di essere aperti all’internazionalità”
PIAZZI PARMA – Luca Piazzi, responsabile del settore giovanile del Parma, è intervenuto durante la trasmissione “Scanner” in onda su “TMW Radio”. Le sue parole riportate da “Tuttomercatoweb.com”: “Proviamo ad essere all’avanguardia, aggiornandoci il più possibile. Siamo in una fase di forte cambiamento. Siamo una società che guarda molto anche al territorio, la proprietà americana […]
PIAZZI PARMA – Luca Piazzi, responsabile del settore giovanile del Parma, è intervenuto durante la trasmissione “Scanner” in onda su “TMW Radio”. Le sue parole riportate da “Tuttomercatoweb.com”: “Proviamo ad essere all’avanguardia, aggiornandoci il più possibile. Siamo in una fase di forte cambiamento. Siamo una società che guarda molto anche al territorio, la proprietà americana ci chiede di essere aperti all’internazionalità del club. Stiamo vivendo un periodo dove c’è una perdita del talento rispetto a prima, non produciamo più tanti talenti come una volta. Spesso si parla di club, di metodologie, ma l’aspetto più importante è quello sociale, perché non ci sono più generazioni di ragazzi che giocano attivamente. Inoltre bisogna considerare che questo non permette a tanti potenziali giocatori neppure di iniziare a giocare a calcio. Prima il 90% dei ragazzi iniziava a giocare a calcio, adesso questa percentuale è precipitata al 30%. In questo momento la soluzione sarebbe fare quello che hanno già fatto altri Paesi, soprattutto in America: mettere lo sport all’interno del pacchetto formativo. Non si può parlare solo di intervento dei club, dovrebbe riguardare il Ministero dell’Istruzione. Dovrebbe esserci un progetto di legge apposito”.
“Più esordi di giovani? La difficoltà porta a questo. Tanti giovani dl Milan hanno avuto certe possibilità perché il Milan non era più il Milan di prima, pensiamo a Calabria, Locatelli, Donnarumma. Molti giovani hanno migliori chance in questo modo. In Premier League non vedo tanti giovani esordire. Incide dunque il livello del campionato. Il nostro percorso in Italia è disarticolato, i nostri giovani escono dalla Primavera, vanno in Lega Pro dove non sono prontissimi. Spesso il giovane perde un anno di formazione non trovando spazio in Lega Pro. La soluzione potrebbe essere rivedere il progetto delle seconde squadre. Bisognerebbe creare i presupposti per avere una seconda squadra magari in Serie D“.