ESCLUSIVA PSB – Reggina, Cortinovis: “Contento di essere qui. Sento la fiducia di Aglietti”
ALESSANDRO CORTINOVIS REGGINA – Estroso ed equilibrato, creativo e propenso al sacrificio: doti, queste, che caratterizzano Alessandro Cortinovis come calciatore e persona. Nato e cresciuto come numero dieci per qualità e intuizioni, sotto la guida di Alfredo Aglietti sta scoprendo nuovi abiti da poter indossare nel viaggio verso la completezza tattica. Calatosi con professionalità e […]
ALESSANDRO CORTINOVIS REGGINA – Estroso ed equilibrato, creativo e propenso al sacrificio: doti, queste, che caratterizzano Alessandro Cortinovis come calciatore e persona. Nato e cresciuto come numero dieci per qualità e intuizioni, sotto la guida di Alfredo Aglietti sta scoprendo nuovi abiti da poter indossare nel viaggio verso la completezza tattica. Calatosi con professionalità e animo nella nuova realtà Reggina, la prima avventura tra i professionisti dopo l’esaltante percorso nel settore giovanile dell’Atalanta (che ne detiene il cartellino), il classe 2001 è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni.
La recente sconfitta contro la Cremonese non macchia un percorso, il vostro, che resta comunque positivo. Come commenti questa prima porzione di stagione, che vi vede battagliare ai piani alti?
“La sconfitta non può e non deve compromettere il nostro percorso, dato che stiamo facendo molto bene. Siamo lì a lottare per i primi posti, dunque il bilancio è ancora positivo. Vogliamo subito rifarci, ci attende una sfida avvincente a Benevento. Le cose, sia a livello personale che di squadra, stanno comunque andando bene”.
Nella scorsa stagione hai flirtato con la prima squadra dell’Atalanta, ma possiamo considerare questa come la prima esperienza a pieno regime tra i grandi. Si parla spesso di questo salto che voi giovani siete chiamati a fare, ma è chiaro che le sensazioni differiscano in base all’ambiente in cui si approda. Sotto questo punto di vista, come stai vivendo questa nuova fase della tua carriera?
“È sicuramente questo il grande salto, perché all’Atalanta in prima squadra ho fatto veramente poco, senza mai esordire. Questo è il mio primo vero anno tra i professionisti, la differenza naturalmente si sente, in primis per quanto concerne il livello di pressione. I tifosi si aspettano tanto, questo è il più grande punto di rottura con il settore giovanile. Detto ciò, anche ritmo e fisicità cambiano, ma mi sono ambientato bene e subito qui a Reggio. Siamo una bella squadra, sono molto contento di essere approdato in questa realtà”.
La tua qualità nella scelta e nell’esecuzione ti permetteva di essere costantemente di un altro livello in Primavera, ma questa superiorità a tratti oggettiva avrebbe potuto essere una sorta di freno dinanzi a un contesto, quello della Serie B, dove alla tecnica andavano aggiunte tante altre componenti, che hai in parte poc’anzi citato, come ritmo, intensità, personalità, gestione delle pressioni. Vedendoti giocare non sembri zoppicare a causa di quanto scritto, segno di grande mentalità, elemento che fa la differenza tra un calciatore che si limita a giocare e uno che incide.
“Sapevo che il calcio dei grandi sarebbe stato molto più difficile, motivo per il quale ho iniziato questa nuova fase con la consapevolezza che non avrei potuto determinare sin da subito come in Primavera. Mi sono calato prontamente in questa situazione e in Serie B, cerco sempre di fare il mio gioco, consapevole che il ritmo sia diverso. Il mio stile è rimasto lo stesso, non posso cambiare. So di dover mettere più ritmo e forza delle gambe, così da poter incidere come accadeva in Primavera”.
Questo tuo percorso di crescita ti sta portando a essere impiegato anche come centrocampista centrale, dove i compiti soprattutto in fase di non possesso sono differenti e più ampi rispetto a quando la porzione di campo da coprire è inferiore, come solitamente accade sulla trequarti. Detto che nel calcio odierno parlare di ruolo è limitativo rispetto alle funzioni interpretabili in campo, come stai assimilando questa evoluzione?
“Il mister, non appena sono arrivato, mi ha prontamente spiegato quali fossero le sue intenzioni con me, ovvero portarmi a giocare più dietro rispetto a quanto avessi sempre fatto precedentemente. Ho accettato e iniziato subito a lavorare. Spesso sono entrato da trequartista, ma come dicevo il mister vuole farmi crescere come mediano. Devo migliorare, la fase difensiva è tutta un’altra cosa rispetto a quella che facevo, a centrocampo avevo già giocato ma nei tre, mai nei due. Lavorando tutti i giorni ritengo di poter fare quel ruolo”.
Abbiamo citato Aglietti: com’è il vostro rapporto?
“Ottimo, fin dal primo allenamento mi ha fatto sentire tranquillo. Percepisco ogni giorno la sua fiducia, che cerco di ripagare nel lavoro quotidiano e quando sono chiamato in causa in partita”.
Cosa vedi nel prossimo futuro della Reggina?
“È ancora presto, dobbiamo capire quale potrà essere il nostro reale obiettivo. Al momento siamo lì e cerchiamo di rimanerci, poi si vedrà. Ragioniamo partita dopo partita”.