SPAL, Federico Melchiorri paradigma di resilienza
MELCHIORRI SPAL RESILIENZA – “Non importa quante volte cadi, ma quante volte cadi e ti rialzi”. Recitava così Lombardi, uno degli allenatori più vincenti della storia del football americano. Frase che esprime a pieno il vissuto di Federico Melchiorri. MAI ARRENDERSI! L’attaccante della SPAL non ha avuto una carriera tutta fatta di rose e fiori, […]
MELCHIORRI SPAL RESILIENZA – “Non importa quante volte cadi, ma quante volte cadi e ti rialzi”. Recitava così Lombardi, uno degli allenatori più vincenti della storia del football americano. Frase che esprime a pieno il vissuto di Federico Melchiorri.
MAI ARRENDERSI!
L’attaccante della SPAL non ha avuto una carriera tutta fatta di rose e fiori, avendo dovuto ingoiare sin da subito bocconi amari. A partire dall’età di 20 anni, quando ai tempi del Giulianova, a causa di un cavernoma venoso fu costretto a star lontano dai campi per 7 lunghi mesi. Non si dà per vinto, riparte dalle serie minori, tornando lì al Tolentino dove tutto era iniziato: nel biennio 2010-2012 realizza 45 reti in 71 presenze complessive. Nel 2012 viene acquistato dalla Maceratese, squadra della sua città appena salita in Serie D, con cui totalizza 34 presenze e 26 reti, e viene notato dal Padova, che milita in B.
Da lì la svolta: l’esordio in cadetteria arriva il 4 ottobre 2013 contro il Varese, con annesso gol del temporaneo 1-0. Non riesce però ad evitare la retrocessione dei veneti, nonostante l’ottimo lavoro, ma ciò gli vale la conferma in categoria. Punta forte su di lui il Pescara, che lo preleva nell’estate del 2014. Federico realizza la sua prima doppietta in B nella vittoria in trasferta per 1-4 contro il Crotone (guarda caso!). Con 14 gol in 38 apparizioni trascina gli abruzzesi ai play-off, culminati con la doppia finale contro il Bologna. L’ascesa di Melchiorri sembra non arrestarsi: bussa alla porta il Cagliari retrocesso in B, con cui sottoscrive un triennale.
DESTINO AVVERSO
Quando tutto sembra andare per il meglio, il destino gli riserva un altro brutto scherzo: il 1 aprile 2016 si infortuna nel corso di un allenamento procurandosi la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Conclude anzitempo la stagione, ma nonostante ciò grazie ai suoi 8 gol in 27 presenze contribuisce alla promozione in A dei sardi. Federico ha una forza di reazione spaventosa e ad ogni colpo subito torna ancora più forte di prima. Dopo 6 mesi d’assenza, rivede infatti il rettangolo verde il 26 settembre 2016 contro la Sampdoria, ma lo fa in grande stile come solo lui sa fare. Approfitta di un errore del portiere e realizza in extremis il primo gol (in foto) in massima serie (all’esordio in categoria) facendo esplodere il vecchio Sant’Elia. 2-1 finale.
Stesso clamoroso risultato del 16 ottobre successivo, a San Siro contro l’Inter. Melchiorri gioca la prima gara da titolare, segnando la bellissima rete del pari (aggancio di tacco e spaccata vincente) e propiziando quella della vittoria. Nel momento di up arriva quello di down a spegnere i sorrisi. Contro l’Empoli il 17 dicembre 2016 subisce una ricaduta al ginocchio destro che gli impedisce di concludere la stagione. Torna nel novembre dell’anno successivo, ma qualche mese dopo il Cagliari lo cede al Carpi in prestito oneroso con diritto di riscatto.
PARADIGMA DI RESILIENZA
La favola è sul punto di svanire, ma Federico non ha nessuna intenzione di mollare la presa. Gioca tutte le 21 partite del girone di ritorno in B apponendo il suo marchio per ben 7 volte e diventando il miglior marcatore degli emiliani. Al termine della stagione però il riscatto non viene esercitato e fa ritorno al Cagliari, che lo cede a titolo definitivo al Perugia. Col Grifo segna 19 reti in 3 anni, scendendo anche di categoria e aiutando gli umbri a riemergere. L’addio, avvenuto il 31 agosto di quest’anno nell’ ambito dell’operazione Murgia con la SPAL, non lascia indifferente Federico, il quale palesa il suo disappunto nella conferenza stampa di presentazione con gli estensi (“Sono amareggiato. Mi sono sempre messo a disposizione scendendo anche di categoria e accettando le richieste del presidente. Nel calcio capita anche questo: quando non servi più vieni messo da parte”).
Federico non è il tipo che si piange addosso, non l’ha mai fatto e la sua carriera sta lì a testimoniarlo. La SPAL gli ha dato fiducia e lui la sta ricambiando a suon di gol e lavoro quotidiano. Contro la Cremonese lo scorso novembre è arrivata la prima marcatura in biancazzurro. Qualche giorno fa, allo “Scida” di Crotone, ha dipinto un capolavoro degno del pennello di Jacques Louis David: riceve palla da Mancosu, se la sposta sul destro e fa partire una traiettoria perfetta che passa tra le gambe di Canestrelli e va a incastonarsi sotto l’incrocio dei pali. Il tutto dopo appena 1′ e 40”. Rete pesante che vale 3 punti d’oro. Dedicata a sua figlia Ginevra e a chi non ha creduto in lui.
Melchiorri-Rossi, legati dal destino. Le rispettive carriere hanno tanti punti in comune e adesso si ritrovano alla SPAL che dà sempre una seconda opportunità a chi la merita. Federico, come Pepito, è paradigma di resilienza, proprietà meccanica definita come l’energia assorbita da un corpo in conseguenza delle deformazioni elastiche. Formula riassumibile con queste parole, targate Melchiorri.
“La mia carriera è stata tutt’altro fuorché noiosa, questo lo possiamo dire: ma i momenti di difficoltà, tra infortuni e altri problemi fisici, mi hanno rafforzato mentalmente. Ho voluto vedere da sempre quei momenti come opportunità, non come limitazioni. Non sono uno a cui piace trovare scuse: se la mia carriera è stata altalenante finora, non è colpa della sfortuna. E poi le difficoltà mi hanno fatto acquisire un diverso punto di vista sul calcio: prima lo consideravo come un lavoro, un lavoro fatto anche di sofferenza, ora ho capito che devo pensarlo principalmente come un divertimento”.