ESCLUSIVA PSB – Reggina, Galabinov: “Vissuto un periodo difficile. Playoff? Ho sempre mirato in alto”
GALABINOV REGGINA – Ha giocato e segnato in ogni categoria del calcio professionistico italiano. Pensare ad Andrey Galabinov restituisce in maniera immediata l’idea e l’immagine di un centravanti definito di mestiere, personificazione di potenza, conoscenza del gioco, personalità e quella lucida ferocia che contraddistingue i numeri Nove. I suoi gol e il suo carisma stanno […]
GALABINOV REGGINA – Ha giocato e segnato in ogni categoria del calcio professionistico italiano. Pensare ad Andrey Galabinov restituisce in maniera immediata l’idea e l’immagine di un centravanti definito di mestiere, personificazione di potenza, conoscenza del gioco, personalità e quella lucida ferocia che contraddistingue i numeri Nove. I suoi gol e il suo carisma stanno trascinando una Reggina certamente altalenante in questa stagione ma altrettanto viva, volitiva e, con l’approdo di Roberto Stellone in panchina, proiettata verso mete più che liete. Raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni, queste le dichiarazioni dell’attaccante bulgaro.
Andrey, avete vissuto una stagione altalenante: un inizio con ritmi da playoff, poi il KO casalingo contro la Cremonese che ha avviato mesi davvero complicati, con l’arrivo di Stellone che vi ha dato indubbiamente nuova linfa tecnico-tattica. Te la senti di tracciare un bilancio e, soprattutto, quant’è stato complicato reggere mentalmente tutto ciò?
“Concordo con la disamina. La partenza è stata buona ma dopo è subentrato un periodo molto strano, in cui siamo andati in tilt. Ci sono stati vari avvicendamenti in panchina, adesso posso dire che la squadra è più tranquilla, siamo entrati in un buon ritmo. Sarò sincero: non avevo mai passato una fase così difficile come quei due mesi, ma ero certo che ne saremmo usciti perché siamo una squadra importante. Sono contento che sia andata così, le cose ora stanno procedendo in una maniera molto positiva”.
Snocciolando il discorso in profondità, cosa vi sta dando Stellone che in precedenza mancava?
“Penso che la squadra sia molto più tranquilla rispetto alla fase precedente al suo arrivo. Ci ha dato la giusta serenità e tolto la tensione che c’era in quel periodo. C’è stato sicuramente un importante apporto tecnico-tattico, ma secondo me quello che serviva alla squadra era questa tranquillità che ho menzionato, perché venivamo da settimane molto difficili”.
Sei il capocannoniere della squadra, status che hai ottenuto con il fiuto del gol che ti contraddistingue e la personalità necessaria a orientare la manovra offensiva sui tuoi movimenti. Avverti questa centralità e, in caso di risposta positiva, quanto ti stuzzica questa responsabilità?
“Ho sempre detto che mi piace la responsabilità e so di averne qui a Reggio Calabria, nei confronti tanto della squadra quanto della società, visto il giocatore che sono. Non mi sono mai tirato indietro, anzi, è una situazione che mi piace. La gente crede in me, così come i compagni e il club, è una cosa bellissima. A mio avviso sto ripagando questa fiducia, e continuerò a farlo. Ritengo che per un calciatore sia molto stimolante poter dimostrare il proprio valore in questa maniera”.
In quest’annata hai lavorato con tre allenatori, ovvero Aglietti, Toscano e Stellone. Quanto cambia la funzione di centravanti in base alla richiesta di ognuno di questi tecnici?
“Non ci sono grandissimi differenze per quanto riguarda il gioco che deve fare il centravanti. Ovviamente non mancano particolari tattici che differenziano ognuno di questi allenatori ma, come appena detto, non ho riscontrato eccessive dissomiglianze. Un centravanti è un centravanti, posto il rispetto delle differenti tipologie che il nostro ruolo presenta: calciatori di struttura come me, elementi più piccoli, altri più rapidi. Detto ciò, le cose cambiate, per me, ribadisco che sono state minime. Parliamo di dinamiche tattiche, riguardanti lo sviluppo del gioco”
Mancano sette partite, ergo ci sono ventuno punti a disposizione. Potrebbe arrivare la penalizzazione di due punti, che aumenterebbe il vostro ritardo dalla zona playoff. È una cosa alla quale pensate oppure l’aver raggiunto la salvezza vi renderà comunque soddisfatti?
“Come abbiamo detto in apertura, ci sono stati dei momenti particolari. Il periodo negativo si è prolungato fin troppo, e in quelle circostanze ovviamente i pensieri nelle menti dei calciatori sono diversi. Non ho mai avuto dubbi che la squadra ne sarebbe uscita, pensavo che ciò potesse accadere prima, ma l’importante è che le cose abbiano avuto un’evoluzione positiva. Per quanto riguarda salvezza e playoff, dico che nella mia carriera ho sempre mirato in alto. Penso che nel calcio tutto sia possibile, ventuno punti sono tantissimi. In queste sette partite cercheremo di dare il meglio di noi stessi per raggiungere, perché no, i playoff. Qualora ciò non dovesse accadere, sinceramente mi dispiacerebbe, così come a tutti i miei compagni e alla società. Secondo me si può fare, anche con la penalizzazione la distanza dall’ottavo posto non sarebbe eccessiva”.