Cittadella, Perticone: “L’importante è provarci ed essere noi stessi, quelli che hanno saputo battere Lecce e Frosinone”
PERTICONE CITTADELLA – Romano Perticone è sempre e costantemente uno dei riferimenti del Cittadella, con cui in questa stagione ha già disputato ben 20 partite ufficiali all’età di 35 anni. Tanta esperienza per il classe 1986, che nonostante un’importante carriera alle spalle non sembra essere intenzionato a fermarsi. In vista della sfida di sabato contro […]
PERTICONE CITTADELLA – Romano Perticone è sempre e costantemente uno dei riferimenti del Cittadella, con cui in questa stagione ha già disputato ben 20 partite ufficiali all’età di 35 anni. Tanta esperienza per il classe 1986, che nonostante un’importante carriera alle spalle non sembra essere intenzionato a fermarsi. In vista della sfida di sabato contro la Ternana dell’amico Lucarelli, Perticone si è espresso in conferenza stampa, e, come riportato dalla stampa locale, ha dato uno sguardo generale sulla stagione e sullo sprint finale che attende il suo Cittadella per centrare i play-off:
“Da un certo punto di vista sono più orgoglioso di questa stagione che delle altre. Lo dico perché quest’anno ci siamo trovati ad affrontare difficoltà che non avevamo mai vissuto: abbiamo cambiato allenatore e due capitani, all’inizio (Iori, ndr) e in corsa (Adorni, ndr), e questo in un periodo già di suo complicato. Poi, a febbraio, ci siamo ritrovati senza un regista in campo. E poi, ancora,senza due attaccanti che stavano andando alla grandissima come Okwonkwo e Tounkara.
Vi siete chiesti se fosse capitato in altre realtà come avrebbero reagito? Qui ci siamo ricompattati. Pensate solo alla trasferta di Parma, quando metà rosa si è ritrovata con l’influenza la notte stessa della partita: avete presente che gara abbiamo giocato? Ecco, a Cittadella in tanti si sono abituati ai playoff, ma è una cattiva abitudine. Intendo dire che arrivarci non è per niente scontato. E noi abbiamo saputo rispondere alle avversità dando qualcosa in più e ora siamo lì a giocarceli”.
ESSERE SQUADRA
“Voglio essere chiaro: senza questi problemi avremmo potuto vincere il campionato, perché la nostra è una squadra
veramente forte. Per un motivo o per l’altro, però, non siamo riusciti a essere continui. Pronostici non so farli, le altre sono solide. Ma una cosa la dico: godiamocela. In carriera ho disputato partite difficilissime, in squadre che in un incontro si giocavano non solo la salvezza ma anche la stessa sopravvivenza della società. Per cui ce la faremo, non ce la faremo? Non lo so. Ma l’importante è provarci ed essere noi stessi, quelli che hanno saputo battere Lecce e Frosinone“.
VISTA TERNANA
“Con Cristiano ho giocato e so quanto diano le sue squadre sul piano del temperamento. Noi dobbiamo rispondere con l’entusiasmo, perché non è che siamo in corsa per i playout, ma per qualcosa di bello. Il Cittadella non può permettersi di viverli come qualcosa di assodato”.
IL MOMENTO AZZURRO
“So di dire qualcosa in controtendenza, ma all’epoca in cui in Italia sfornavamo campioni e vincevamo le coppe avevamo meno squadre e i giovani facevano più fatica a emergere rispetto a oggi. Ma proprio per questo c’era più competizione e in B facevano gavetta anche i
Vieri e gli Inzaghi. Quel modello ha fatto sì che emergessero talenti veri, e Maldini o Totti giocavano con i più grandi perché erano forti, non perché a tutti i costi bisognava schierare i giovani. Abbiamo modificato un sistema che funzionava e vinceva”.