Lecce, Calabresi: “Il senso di appartenenza dei tifosi mi ha colpito subito”
CALBRESI LECCE – Arturo Calabresi sta trovando a Lecce la sua dimensione ideale. Dopo le esperienze non troppo fortunate della scorsa stagione con le maglie di Cagliari e Bologna, il terzino classe 1996 sta trovando un ruolo centrale nello scacchiere di Baroni. Ospite di PiazzaGiallorossa in diretta su Telerama, l’ex Primavera della Roma ha fatto […]
CALBRESI LECCE – Arturo Calabresi sta trovando a Lecce la sua dimensione ideale. Dopo le esperienze non troppo fortunate della scorsa stagione con le maglie di Cagliari e Bologna, il terzino classe 1996 sta trovando un ruolo centrale nello scacchiere di Baroni. Ospite di PiazzaGiallorossa in diretta su Telerama, l’ex Primavera della Roma ha fatto il punto sul suo ruolo nel Lecce e sul momento dei salentini:
“La pausa è stata l’occasione per far riposare anche la testa e mettere benzina nelle gambe per questo determinante rush finale. Abbiamo recuperato acciaccati e infortunati, la sosta è servita. Avendo la settimana tipo hai la possibilità di preparare nei dettagli la partita. Nonostante i pareggi io sono soddisfatto dell’atteggiamento propositivo della squadra. È una squadra che si ribella sempre alla sconfitta.
Il pareggio di Cosenza ci è rimasto dentro. Baroni cerca di farci tirare anche una reazione emotiva come avvenuto a Monza, tre giorni dopo la sconfitta di Cittadella. Per me si è vista anche nei primi minuti contro il Parma, però ci è mancata la tenuta nell’arco della partita. Quando perdi brillantezza devi stare attento anche a non perderla, era una squadra che inseriva al 65esimo Pandev e Simy. Quel che è stato è stato, ora siamo qui a giocarcela. La classifica ovviamente la guardiamo. Negli scorsi anni avere 55 punti a sette dalla fine poteva significare fuga, ciò testimonia il valore del nostro lavoro. Ora però conta poco, bisogna guardare solo alle prossime partite”.
IL RUOLO DELLA FAMIGLIA
“Mio padre mi ha tramandato la passione per il calcio, mi portava sempre allo stadio. Ho fatto una comparata a Boris per gioco, non era la mia strada però. Dopo il mio gol all’Olimpico era sotto shock. Segnare lì è stato un mix pazzesco di emozioni, segnare sotto la sud dove avevo l’abbonamento con papà è stato speciale”.
IL CALORE DI LECCE
“Il senso di appartenenza che ho percepito nella città e per chi lavora nel Lecce mi ha colpito subito. È stato qualcosa che mi ha colpito, nuovo. A Bologna e a Roma la società era americana. Sapevo di venire qui dopo un anno senza spazio, venivo da un infortunio. Sapevo potesse essere una rivincita. All’inizio ho sofferto tanto, però mi sono messo a disposizione e ho cercato di essere un elemento positivo per lo spogliatoio. Essere capitano è stata una sorpresa, molto emozionante. Mi sento parte di questo progetto e ho un contratto fino al 2024. Mettere le basi per un percorso qui è molto importante. La fascia non importa, io mi sento un punto fermo per lo spogliatoio ed è la cosa più importante”.
SULLA POSIZIONE IN CAMPO
“Nasco centrale. Prima dell’europeo U21 non avevo mai fatto il terzino, poi ho capito che per diventare di alto livello dovevo lavorare sulla fascia. Mi sono costruito lì, mi sento terzino. Dentro di me è rimasto il senso della posizione da centrale, potermi dividere in due ruoli mi gratifica”.
PERIODO DIFFICILE
“Gennaio è stata la fine di un periodo difficile. Ho valutato le possibilità perchè avevo paura la mia decisione di venire qui fosse sbagliata. Mordevo il freno, avevo tantissima voglia di giocare. Mi ha fatto molto piacere che il direttore mi abbia capito. Ho aspettato il momento giusto ed è stata la scelta corretta”.
“È una persona molto appassionata a quello che fa e ciò mi piace tantissimo. È maniacale nel voler trasmettere quello che pensa. Il lavoro è fondamentale”.