Perugia: Alvini e il turning point con le grandi dopo i turni ravvicinati
In bocca ai lupi silani del Cosenza, il Perugia in un sol boccone si siede al tavolo delle grandi per i playoff. Nel giorno in cui la Capolista Cremonese (in attesa di Alessandria-Lecce) vince la sua terza partita di fila; al “San Vito Marulla” gli umbri rispondono calando identico tris: 9 punti con Ascoli (0-1), […]
In bocca ai lupi silani del Cosenza, il Perugia in un sol boccone si siede al tavolo delle grandi per i playoff. Nel giorno in cui la Capolista Cremonese (in attesa di Alessandria-Lecce) vince la sua terza partita di fila; al “San Vito Marulla” gli umbri rispondono calando identico tris: 9 punti con Ascoli (0-1), Frosinone (3-0), Cosenza (1-2). Pari e patta. E sabato successivo con palla al centro. E siamo al 19 febbraio 2022. Il destino mette di fronte le due squadre che hanno affrontato meglio il primo trittico di gare ravvicinate.
Perugia e Cremonese al “Curi” per dar vita ad una gara che promette spettacolo. I grigiorossi ci arrivano con 7 vittorie nelle ultime 8 gare. Escalation di risultati iniziata a dicembre 2021, che ne sancisce la maturità. Il Perugia ci arriva con una mutazione genetica di mentalità vincente. Il segnale che Massimiliano Alvini lancia a fine gara non è quello di gioire nell’aver superato giocatori di velocità e gamba messi dentro da Occhiuzzi per stremare chi fin lì aveva condotto gara. Florenzi, Gerbo, Caso, Millico, nemesi con cui l’allenatore del Perugia entra nella testa dei suoi giocatori per mentalizzarli alla prossima sfida, prima ancora di uscire dal campo. Senza soluzione di continuità, le basi della prossima sono gettate. Solo chi vince gli uno contro uno, i duelli dell’ultimo secondo, può godere della vittoria e proiettarsi all’impresa successiva. Palleggiare dentro il campo con i due mediani per poi andare in verticale su De Luca.
Quando abbiamo la partita in mano non dobbiamo cambiare mentalità e far credere all’avversario che può sopraffarci. Sembra essere la nemesi alviniana. Da quello o-o di ritorno con la Cremonese dopo il roboante tre a zero dell’andata; il 2 a 1 con l’Alessandria, l’ultima bella, convincente vittoria del Grifo. Poi il periodo delle recriminazioni arbitrali, che portano alla sconfitta casalinga con il Benevento (0-1), a quella esterna con il Brescia (1-2 con a dieci minuti dalla fine il vantaggio di una rete), ed il pareggio nuovamente casalingo con il Lecce (1-1), prima del ritorno alla vittoria a Reggio Calabria con la Reggina a tempo scaduto grazie ad una prodezza di Burrai, che avrebbe potuto riportare i biancorossi sulla scia di ritrovate certezze mentali dopo alcune interpretazioni arbitrali ritenute oltremodo penalizzanti. E invece la fragilità emotiva fa ricadere negli errori di gestione di finale di gara. Al 94’ Latte Lath pareggia (1-1) una partita ormai persa dalla Spal. La Alvini Band vacilla. A darle il colpo di grazia Ciciretti in gara successiva: Perugia 0 Como 1. Neanche contro lo spacciato Crotone si riesce ad andare oltre l’1-1.
Lo 0-0 di Cittadella fa ritornare i fantasmi delle presunte sviste arbitrali, con il Direttore Marco Giannitti (espulso ieri per esser entrato in campo a protestare a fine primo tempo di Perugia-Monza) che convocherà all’indomani conferenza stampa per reclamare come lo stesso rigore concesso al Benevento non abbia visto replicare le medesime modalità di decretamento nel match contro i granata. Ma Alvini ed i suoi non sono domati. Stanno preparando, nel de profundis presunto su condizione fisica pestifera e mortale, il gran finale di rimonta sul Frosinone, quest’ultimo si forse scarico, per l’ultima posizione utile playoff. Il pareggio di Pisa è l’intermezzo che porta alle vittorie contro Vicenza e Parma.
Poco male se il derby va alla Ternana. Siamo ai giorni nostri. Quelli dell’ultima gara da dentro o fuori con il Monza. E tutti sappiamo cosa sia stato scritto nell’epilogo momentaneo di questa stagione regolare 2021-22.