Frosinone, Stirpe: “Il giudizio sulla stagione è sicuramente positivo. Soddisfatto del lavoro di Grosso”
FROSINONE STIRPE – Il Presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, ha presentato il resoconto stagionale del campionato appena concluso dei canarini. Queste le sue parole secondo quanto riporta tuttofrosinone.com: “Parliamo di questa stagione appena conclusa nella quale secondo me avevamo le caratteristiche per stare tra le prime 8 ma per una serie di ragioni si è […]
FROSINONE STIRPE – Il Presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, ha presentato il resoconto stagionale del campionato appena concluso dei canarini. Queste le sue parole secondo quanto riporta tuttofrosinone.com: “Parliamo di questa stagione appena conclusa nella quale secondo me avevamo le caratteristiche per stare tra le prime 8 ma per una serie di ragioni si è conclusa prematuramente. Abbiamo avuto tanti infortuni in zone di campo poco sostituibili, questo unito alla stanchezza ha inciso molto. Nel girone d’andata avevamo fatto 10 pareggi che potevano essere tramutati in vittorie e sconfitte mentre nel girone di ritorno abbiamo avuto un rullino di marcia più netto con 8 vittorie, 8 sconfitte e 3 pareggi. Diverse sconfitte sono arrivate nel finale a rafforzare la mia tesi.
Il giudizio sulla stagione è sicuramente positivo. Siamo partiti per salvarci, magari in anticipo e abbiamo conseguito questo obiettivo con successo. Non essere arrivati ai playoff non deve prevalere su quanto di buono fatto. Il rammarico c’è perché per quanto visto durante il campionato non sarebbe stato uno scandalo se fossimo arrivati tra le prime 8, non c’è però delusione. C’è rammarico e dispiace per i tifosi perché giustamente loro guardano il risultato finale mentre noi dobbiamo analizzare tutto con grande freddezza. Stagione positiva chiusa con rammarico e non delusione. La delusione è la finale persa con lo Spezia o non andare in A nella gara con il Foggia o uscire dai playoff in 9 contro 11 con il Carpi. Quanto accaduto venerdì con il Pisa non è una delusione.
Stare nelle parti alte della classifica necessità di una sostenibilità psicofisica che forse non avevamo. L’unica valutazione razionale da fare è che la società è partita con un grosso progetto di rinnovamento che puntava allo svecchiamento e valorizzare i giovani e quest’anno li ha valorizzati, ha patrimonializzato una parte di essi e ha fatto un bel passo nel risanamento del bilancio societario. Oggi siamo molto più tranquilli dal punto di vista economico. Il rammarico lo avevo già smaltito domenica mattina, sto già pensando al futuro perché abbiamo un gran lavoro da fare.
Dal punto di vista finanziario economico abbiamo fatto un gran passo decisivo, manca poco per il 100%. Ci sono voluti tre anni per risanare delle leggerezze fatte in buona fede di cui sono io il primo responsabile. A questo va aggiunta la pandemia.
Una premessa non farò la campagna abbonamenti perché il covid non è ancora debellato, resteranno però le agevolazioni di questa stagione.
Il primo obiettivo della stagione è stato centrato ovvero quello dal punto di vista economico finanziario.
Sul lato marketing e la valorizzazione delle vendite anche qui ci stiamo muovendo bene. Abbiamo recuperato dei crediti che in passato non ci erano stati pagati e tutti quello che è stato lanciato quest’anno è stato pagato al 93-98%.
Cercheremo di rendere sempre più accattivante il prodotto che proponiamo ai nostri sponsor, abbiamo delle idee con Gualtieri e nella prossima stagione ci saranno novità.
Vi posso dire che all’estero c’è molto interessante su quello che sta facendo il Frosinone. Non dobbiamo stupirci dunque se ci possono essere fondi interessati al Frosinone dal punto di vista finanziario. Questo significa che il marchio ha valore e che il lavoro di questi anni anche se è stato oscuro è stato fatto bene.
Il percorso che voglio far fare al Frosinone è quello di farlo diventare il più possibile autosufficiente e dunque la sorte del Frosinone dovrà essere distaccata dalla sorte degli azionisti della società.
Oggi il Frosinone ha un brand che vale molto di più di sette anni fa nonostante fosse andato in serie A. Da questo punto di vista la soddisfazione arriva dagli investitori istituzionali che sono interessati al Frosinone.
Il terzo discorso è quello delle infrastrutture sportive di Ferentino e Fiuggi che stanno andando avanti. A Ferentino il progetto è già stato protocollato in comune e spero a breve ci diano il via libera per i lavori. Mi piacerebbe poter traslocare entro la fine della prossima stagione sportiva perché inizia ad esserci anche un problema di spazio per far lavorare bene tutti.
Il giorno che riusciremo a realizzare tutte le infrastrutture riusciremo ad aumentare l’empatia tra il territorio e il Frosinone e ne beneficerà tutto il movimento.
Apriremo anche il ristorante anche qui allo stadio e poi nel giro di uno due anni spero che avremo la strada per i tifosi ospiti.
Nella prossima conferenza vi daremo i vari iter temporali nella realizzazione delle infrastrutture.
L’ultimo discorso è quello del settore giovanile e qui devo ringraziare Frara e Gorgone per quanto fatto. Questo obiettivo raggiunto ci fa ben sperare di trovare qualcosa di buono.
Niente era scontato e penso che sia un buon punto di partenza. Ci possiamo trovare unitamente soddisfatti a quello che ha fatto l’Accademia. Questo primo anno di collaborazione con l’Accademia può essere considerato positivo.
Questa stagione sportiva può essere considerata veramente importante se guardata con razionalità perché la nostra strategia fondava su quattro pilastri e sono stati piazzati ben saldamente sul terreno. Ora ci aspetterà un gran lavoro.
In questo momento storico in Italia io non sento parlare di investimenti, si sentono tante chiacchiere ma il Frosinone è una delle poche società che sta cambiando il paradigma di fare calcio per renderlo sostenibile.
Il calcio in Italia vive ancora come cinquanta anni fa, con un magnate che investe finché be ha voglia. Per me invece ora il calcio deve essere sostenibile come funziona nelle aziende. Bisogna essere coerenti nei comportamenti e bisogna prendersi le relative responsabilità.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti i collaboratori che abbiamo, da chi appare a chi sta dietro le quinte”.
Perché la società dopo la salvezza raggiunta non ha responsabilizzato nei playoff? “Perché la società non è una banderuola e non cambia i programmi a seconda delle convenienze. A Grosso abbiamo dato il compito di farci reinnamorare del calcio dopo quanto visto negli ultimi anni. Oltre questo gli abbiamo dato il compito di essere coerente in un percorso difficile. Se ad obiettivo raggiunto avessimo cambiato i piani lo avrei ritenuto scorretto. Non cambio mai i piani, mi pongo un obiettivo e lo raggiungo. In corso d’opera non è semplice cambiare. Abbiamo avuto una serie di piccoli problemi che alla fine abbiamo pagato. Fino al 25 aprile si parlava del Frosinone come una squadra fantastica, poi abbiamo avuto due battute d’arresto. Pordenone e Crotone? La squadra aveva dei limiti e lo sapevamo. Facendo affidamento sui giovani si ha la consapevolezza che a volte possono avere dei passaggi a vuoto e hanno il diritto di averle. Nella nostra storia abbiamo avuto dei fallimenti, ma in questa stagione per me prevale più la soddisfazione di quanto ottenuto che il rammarico di aver visto sfumare i playoff all’ultimo”
Grosso e Angelozzi confermati? Investimenti sulla squadra femminile? “Per me Grosso ha il contratto con noi e nessuno mette in discussione la sua permanenza, al massimo lo si può chiedere a lui. Sono soddisfatto del suo lavoro, se poteva farlo meglio o peggio è una valutazione che lascio a voi. Per me è confermato altrimenti non sarei coerente con quanto detto. Il direttore sta qui con noi. Per quanto riguarda il calcio femminile ha fatto un passo verso il professionismo. Io sono tra quelli che crede molto in questo settore ma credo che bisogna fare bene delle valutazioni per far sviluppare questo movimento”
Mercato? “Non risponderò, tra qualche giorno parlerà il direttore Angelozzi. Charpentier? Non so se lo riscatteremo, sicuramente quando parlavo degli infortuni avuti è stata una perdita importante per noi perché era colui che aveva segnato più di tutti”
Calo di tifosi allo stadio? “Secondo me il tifoso del Frosinone ha fatto una finale nel primo anno della pandemia e se ci fosse stata la possibilità di andare allo stadio probabilmente avremmo fatto il pienone. L’anno scorso eravamo partiti bene ma poi la discontinuità dei risultati ha influito. Quest’anno non c’è mai stata una condizione stabile per poter valutare perché è sempre stato il Covid ha condizionare i tifosi. Se guardiamo la gara con il Pisa c’era il 50% dea capienza. Nei momenti migliori forse c’era un 20% in più. Io credo che possiamo puntare ad uno zoccolo duro di 5-6000 persone sempre presenti e altre 4000 che vengono allo stadio in parte se trovano le condizioni adatte a venire in parte in base ai risultati.
La tentazione di acquistare un attaccante a gennaio? Vede un investitore a breve termine al mio fianco? “Lei pensa che l’unico obiettivo che i tifosi onla società possano avere è quello di andare in A. Per me si svilisce tutto il risultato della società. I risultati nel calcio li ho già raggiunti. Ad oggi è importante il modo in cui vengono raggiunti, perché non posso pensare di svenare la società per raggiungere dei risultati e poi rischiare il fallimento. Se non ci si cala in questa dimensione si creano delle aspettative sbagliate. Anche se si fosse fatto male Novakovich oltre Charpentier non avremmo preso nessuno ma saremmo andati avanti con la nostra filosofia. Non è importante il risultato ma il modo in cui si raggiunge il risultato perché altrimenti il calcio italiano non si ritroverebbe in questa situazione. Se il Frosinone doveva competere per la serie A ci poteva stare ma noi dovevamo salvarci senza ansia e procedere in questo percorso di risanamento”.
Essere affiancato? “Non so cosa significa essere affiancati, sicuramente il calcio sta cambiando e società sia di A che di B sono sempre più affiancate da fondi poiché restare ad un livello di competitività alto è sempre più difficile avendo un solo finanziatore. Investendo sui giovani, sulle infrastrutture e sul territorio possiamo provare a competere con chi può mettere più risorse economiche sul campo”.
Identità di gioco? “Grosso ha interpretato bene quanto richiesto, ci ha fatto vedere un bel calcio anche se non è riuscito a farcelo vedere sempre. Questo è quello che vogliamo, vedere un calcio che si gioca per far bene sia dal punto di vista tecnico che atletico. In questo modo si può pensare di competere. Da questo punto di vista Grosso ha interpretato bene quanto richiesto. Abbiamo rischiato a puntare sui giovani ma non si può non rischiare in un percorso del genere. Questo è un punto di partenza non un punto di arrivo”
Qualità tecnica degli arbitri e var? “La var essendo un fatto tecnico deve essere uguale in ogni categoria. Fanno male le istituzioni a creare divario, ci devono essere stessi punti di vista in tutti gli stadi”
A che punto è il Frosinone nell’essere autosufficiente? “Siamo al 75%. Serve un ulteriore step, è uno step importante che secondo me può essere colmato con il trading, la mutualità relativa alla lega, l’abbattimento dei costi”