Brescia, Cellino e i cinque anni da presidente: “Oggi sto vivendo un incubo. Tifosi, state vicini alla squadra”
CELLINO BRESCIA – Massimo Cellino, presidente del Brescia, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni del “Giornale di Brescia” nel giorno del suo quinto anniversario alla guida delle Rondinelle. Diversi i temi trattati, dalle preoccupazioni relative al maxi-sequestro fino al rapporto con la piazza: “Cinque anni a Brescia? In questo momento mi pare solo di vivere in […]
CELLINO BRESCIA – Massimo Cellino, presidente del Brescia, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni del “Giornale di Brescia” nel giorno del suo quinto anniversario alla guida delle Rondinelle. Diversi i temi trattati, dalle preoccupazioni relative al maxi-sequestro fino al rapporto con la piazza:
“Cinque anni a Brescia? In questo momento mi pare solo di vivere in un incubo: non mi capacito di quello che mi sta accadendo. Non sono un delinquente. La vicenda è inusuale e anomala, ma non ha a che fare con i conti di una società che è sana. Poi bisognerà vedere il mio stato d’animo perché mi sento ingiustamente penalizzato… Ma il mio dovere però è di gestire per il meglio. Oggi provo vergogna”.
“Rapporto con la piazza? Purtroppo io mi sento responsabile degli umori della piazza quando si vince e quando si perde e tendo a rendermi impermeabile per restare più lucido possibile, perché so che in ballo ci sono sentimenti. E allora finisce che passo per ciò che non mi sento di essere ovvero un arido senza emozioni. Ora dico: state vicini alla squadra che è la vostra, non la mia. Fate che i ragazzi siano portavoce del vostro orgoglio e non della tristezza di Cellino. Hanno bisogno di qualcuno per cui combattere. Intanto dico grazie a chi crede in noi per gli abbonamenti e sono commosso da tutti gli sponsor che hanno confermato il loro impegno”.
“Finanziariamente e dal punto di vista di ciò che abbiamo costruito, mi riferisco anche al centro sportivo, credo di esserci riuscito. So che i tifosi in generale pur di voler vincere preferirebbero avere chi spende e magari di mestiere fa il trafficante di schiavi… Ma la stabilità economica è troppo importante e conta dare un valore. Io ho fatto tutto in quella direzione. I bresciani si devono rendere conto delle loro enormi potenzialità. Certo, manca il consolidamento sportivo nei risultati”.
“Cosa non rifarei? Non riprenderei Balotelli. Non era un’operazione da me. Poi fu un errore mandare via Marroccu dopo la promozione, ma anche riprenderlo lo scorso anno. Mi ero preso tutte le colpe, anche quelle non mie. Di cosa sono più fiero? Dell’aver creduto in Tonali“.
“Clausola di Inzaghi? Non ci pensavo seriamente perché io un allenatore vorrei sempre tenerlo 20 anni. Il fatto è che quella clausola non poteva essere sul serio inserita in un contratto: l’errore fu di chi la accettò al deposito”.
“Il mio piano iniziale? Portare il Brescia in Serie A, lasciarcelo stabilmente, poi vendere e comprare un altro club in Inghilterra per tornare là a vivere. Fino a prima del Covid andavo in quella direzione poi è cambiato tutto”.
“Sono felice che ci sia Clotet con me. E’ tornato perché ci ha scelti dopo che l’altra volta gli dissi che avrei venduto tutti. Per me Pep è una garanzia e più che un allenatore rappresenta una filosofia. E’ un innovatore e abbiamo bisogno di innovare per crescere. Questo non è un punto di partenza, ma di arrivo. Clotet e tutti i collaboratori mi sono anche vicini emotivamente. Sono molto soddisfatto per la prestazione in Coppa mentre non mi interessava il risultato”.
“Mercato? Posso farlo e cercherò di farlo, tutto commisurato alla linea che abbiamo scelto di seguire quest’anno. Non nego che non ci siano problemi perché sull’esterno qualcuno pensa che il Brescia sia in difficoltà… Ma faremo il necessario”.