Brescia, Viviani si presenta: “Qui si respira aria di calcio vero. Devo molto a Clotet”
VIVIANI BRESCIA – Federico Viviani, neo centrocampista del Brescia, si è presentato nelle scorse ore alla stampa come nuovo volto della compagine lombarda. Queste – riprese da Bresciaingol.com – le dichiarazioni dell’ex SPAL: “Clotet? Gli devo tanto, mi ha rimesso a posto fisicamente, venivo da due anni in cui non giocavo. E’ un piacere ritrovarlo […]
VIVIANI BRESCIA – Federico Viviani, neo centrocampista del Brescia, si è presentato nelle scorse ore alla stampa come nuovo volto della compagine lombarda. Queste – riprese da Bresciaingol.com – le dichiarazioni dell’ex SPAL:
“Clotet? Gli devo tanto, mi ha rimesso a posto fisicamente, venivo da due anni in cui non giocavo. E’ un piacere ritrovarlo qui. A Ferrara per me era finito un ciclo. Non significa che qui sarà tutto facile, dovrò guadagnarmi il posto, ma sono molto felice di essere al Brescia”.
Hai già fatto gol al Brescia, che ricordi hai?
“Avevo segnato sia all’andata che al ritorno nel campionato 2014-15. Questa piazza è molto calda, l’anno scorso ho assistito dalla tribuna nel match con la Spal. Qui si respira aria di calcio vero”.
Come sta la caviglia operata?
“Ha reagito bene dopo l’operazione. E’ stato molto bravo il chirurgo, non potevo più rimandare. Non ho fatto le vacanze per arrivare pronto al ritiro e ho fatto tutto. Mi alleno senza problemi”.
Eri stato vicino al Brescia già a gennaio, perchè non arrivasti?
“Mi volevano, sarei stato felice di venire qui. Non si sono incastrate le cose poi mi sono infortunato ed è saltato tutto. L’arrivo a Brescia è stato rimandato solo di qualche mese, evidentemente doveva andare così”.
Dove e come ti trovi meglio?
“Posso giocare in un centrocampo a tre come in un reparto a due. Posso fare il mediano davanti alla difesa, ma anche uno dei due centrali e con Clotet abbiamo già fatto questo modulo (il 4-2-3-1, ndr)”.
Come hai vissuto questo mercato lungo con il campionato già iniziato?
“Un giocatore fa il professionista e si allena al massimo, ma è naturale stare sempre con la testa al mercato. Sarebbe meglio evitare in futuro tre giornate con il mercato aperto. Non resta che adeguarsi”.
Devi fare anche da chioccia a un Brescia piuttosto giovane, ti va come ruolo?
“Bisogna crescere da questo punto di vista, imparare a capire momenti della stagione e gestirli bene. La gioventù può essere uno svantaggio, ma ti dà anche entusiasmo, i giocatori pensano poco e a volte ti danno una qualcosa in più. Io sono qui anche per aiutarli”.
Il Brescia da due anni sta puntando su Van de Looi, ora arrivi tu che giochi nel suo ruolo: pensi che potrete giocare insieme?
“Ci sono già riuscito con Esposito proprio a Ferrara con Clotet e Salvatore ha caratteristiche simili a quelle di Tom. Io cercherò di mettere in difficoltà il mister trovando il mio spazio”.
Tu sei un formidabile calciatore di punizioni, ma qui c’è già Ndoj con queste caratteristiche. Vi siete già divisi i compiti?
“Di queste cose se ne può parlare anche in campo. Il Milan aveva Ronaldinho, Pirlo, Beckham, grandi calciatori che trovavano sempre un accordo per chi doveva calciare”.
Sei cresciuto nella Roma, chi era il tuo mito ?
“Aver giocato con Daniele De Rossi è stato fantastico, mi aiutò molto al debutto quando lui faceva il difensore centrale. Sentirsi dire che era pronto ad aiutarmi mi entrò dentro. Grande rapporto, ci sentiamo ancora. E’ stato il simbolo. Dentro spogliatoio si è sentito, esempio di leader.
Dovevi essere il suo erede, perchè non è andata così?
“Nel calcio ci sono tante sliding-doors. Luis Enrique mi fece debuttare, credeva molto in me, se fosse rimasto un anno in più magari le cose sarebbero andate diversamente”.
Cosa te ne pare del Centro Sportivo?
“Cellino ha fatto un grande lavoro, mi ha detto che vuole ampliarlo”.
Ti ha detto quale è l’obiettivo di quest’anno?
“E’ la B più difficile degli ultimi anni. Cagliari, Genoa, ma anche il Como che andiamo ad affrontare ha speso tanti soldi. Dobbiamo guardare di partita in partita. Mister e presidente hanno detto che bisogna mantenere la categoria se poi si riesce a pensare anche più in su tanto meglio”.
Qual è la tua dote principale, a 30 anni?
“Ho sicuramente esperienza, cerco di dare una mano, di spiegare certe dinamiche ai giovani, poi devono essere i compagni a dire se riesco davvero nell’intento. Cerco di non avere l’atteggiamento sbagliato. Alla mia età è giusto prendersi certe responsabilità”.