24 Settembre 2022

Perché 4️⃣ club di Serie B hanno cambiato allenatore? Gli esoneri ai raggi X

Un'analisi dei quattro esoneri che hanno animato la Serie B nella settimana di sosta per le gare delle Nazionali

Ufficio Stampa FCS- FotoSport Bordoni

La settimana di Serie B è stata piuttosto movimentata, nonostante la sosta per le Nazionali, a causa di ben 4 club che hanno deciso di esonerare l’allenatore. A Benevento Fabio Cannavaro diventa il quinto Campione del Mondo presente in cadetteria, sostituendo Fabio Caserta. A Como, in seguito a lunghe riflessioni, si è scelto Moreno Longo al posto di Giacomo Gattuso, bisognoso di riposo per problemi di salute. Il Perugia si è separato in fretta da Fabrizio Castori, scommettendo sull’esuberanza di Silvio Baldini. La stessa cosa è accaduta a Pisa con Rolando Maran, rimpiazzato da Luca D’Angelo tornato in nerazzurro dopo la rottura estiva. Di seguito si propone un’analisi dei cambi in panchina e delle motivazioni che li hanno resi necessari.

L’approfondimento sui 4 esoneri in Serie B

Benevento-Caserta, storia di un amore mai nato

L’esonero di Fabio Caserta a Benevento è ben lungi dall’apparire un momento di rottura tra una società e un allenatore. La decisione di cambiare in panchina è sembrata quasi la naturale prosecuzione di un rapporto mai decollato e di un progetto tecnico rimasto molto a lungo nel limbo. La vera domanda che ci si pone è quale motivo abbia spinto il presidente Oreste Vigorito a confermare un mister più volte messo in discussione nella scorsa stagione e protagonista di una semifinale play-off col Pisa tutt’altro che esaltante. Se si pensa che quest’anno le prime voci di ribaltone sono giunte dopo sole 2 giornate, si comprende che non sussistevano basi per proseguire. Fabio Cannavaro erediterà un gruppo che ha raccolto 7 punti in 6 gare ed è alla ricerca di una veste tattica adeguata, dopo la tanta confusione evidenziata sia nelle scelte di formazione che in ambito di calciomercato.

Como-Gattuso, storia di un amore infinito

Giacomo Gattuso è il massimo simbolo del Como degli ultimi anni. Protagonista assoluto durante la propria carriera da calciatore, eroe indiscusso nel proprio straordinario percorso da allenatore. La sensazione che nessuno più di lui meritasse di guidare un gruppo zeppo di calciatori straordinari come quelli arrivasse in estate è forte, ma all’uomo che ha condotto i Lariani in Serie B possiamo solo augurare una rapida guarigione. Ciò che ha dimostrato nel biennio in Lombardia è sotto gli occhi di tutti e non farà certo fatica a trovare una panchina da cui ripartire. La società è stata obbligata a puntare su un nuovo mister, poiché l’assenza di Jack si è fatta sentire oltremodo nell’avvio di campionato. I mezzi per risalire ci sono, ma i 3 punti ottenuti sono un enorme campanello d’allarme. Moreno Longo ha le competenze, il pragmatismo e il sangue freddo per gestire al meglio una situazione incendiare e riavvicinare la squadra a quelle che sono le reali ambizioni della proprietà.

Perugia-Castori, mondi troppo distanti

Massimiliano Alvini non era facilmente sostituibile. L’impresa compiuta con la qualificazione ai playoff dello scorso anno da parte del Perugia è destinata a restare impressa nella memoria collettiva del Grifo e ancora a lungo condizionerà tutte le analisi dell’ambiente. Con una rosa oggettivamente colma di limiti l’attuale allenatore della Cremonese ha ottenuto risultati impensabili, praticando un calcio moderno, intenso e per molti versi ancora inedito in Serie B. Da un rivoluzionario a un tradizionalista probabilmente il salto nel vuoto è stato troppo ampio: Fabrizio Castori non ha raccolto l’eredità del predecessore, ma ha provato ad assemblare una squadra a sua immagine e somiglianza. Troppo distante da ciò che dirigenti e presidente desideravano, troppo spenta e compassata per accendere la fiammella dell’ottimismo. Chiamare un pasionario quale Silvio Baldini al posto dell’ex Salernitana è emblematico: il presidente Massimiliano Santopadre torna sui propri passi, affidando la rosa a un allenatore che fa di estro e spettacolo il proprio punto di forza e che ha la sana follia per parlare di Serie A con 4 punti in classifica.

Pisa-Maran, è una questione di chimica

In queste sedi non ci si è risparmiati alcuna perplessità sul Pisa già alle primissime battute del campionato di Serie B. Mutata in troppi interpreti, la squadra reduce da una finale playoff con Luca D’Angelo appariva spenta e passiva sotto la gestione Rolando Maran. Col proseguire della competizione le cose non sono affatto migliorate e una delle compagini più aggressive delle ultime edizioni della cadetteria si è rivelata clamorosamente incapace di reagire alle difficoltà. Col cambio di guida tecnica non è mai scattata la scintilla, prenderne atto era doverso. Esonerare il mister delle precedenti 4 stagioni era sembrato un azzardo sin da subito, richiamarlo in seguito ai 2 punti e all’ultimo posto in graduatoria è invece stata un’ammissione di colpe sacrosanta. Il proprietario del club Alexander Knaster ha peccato di esperienza e conoscenza del calcio insistendo per l’addio, bravi sono stati i dirigenti e il presidente Giuseppe Corrado a insistere per ricucire. Neanche per D’Angelo sarà semplice invertire la tendenza, ma col prolungamento di contratto ratificato nei giorni scorsi avrà tutte le motivazioni del mondo per rendere la formazione toscana nuovamente competitiva.