Rocchi: “Chi dice che gli arbitri siano contro la tecnologia non ha capito nulla”
Il designatore ha parlato a tutto tondo dell'universo arbitrale, soffermandosi anche sul VAR
Il designatore arbitrale, Gianluca Rocchi, è intervenuto a margine del “Social Football Summit” soffermandosi sull’operato dei direttori di gara e sul sempre caldissimo tema VAR. Queste – riprese da TMW – le sue dichiarazioni:
“Il Referee è un riferimento, nel bene o nel male. Spesso l’arbitro è indicato come qualcuno che toglie qualcosa, la realtà è che deve fare applicare le regole ed essere un punto di riferimento per le decisioni da prendere. L’arbitro ha come primo obiettivo quello di prendersi cura della partita e del risultato. Diciamo sempre ai ragazzi che devono pensare ad uscire dalla partita e sapere che il risultato finale è quello giusto per quanto successo. Poi per l’arbitro è importante che nessuno si faccia male. La tecnologia ha cambiato tutto: io ho arbitrato 14 anni senza tecnologia e 3 con. Ho vissuto tutta la mia carriera con un solo obiettivo: non sbagliare nei 90 minuti più recupero. E non potete capire che sollievo quando abbiamo scoperto la tecnologia. Chi dice che gli arbitri non la vogliono non ha capito niente. Poi c’è la squadra: gli arbitri sono una squadra. Per quanto riguarda il fischio di Serra contro il Milan, è bello come gli unici a capire il momento sono stati i giocatori stessi. Ai miei tempi se arbitravi bene avevi 300 messaggi, se andavi male 2: capivi da quello come era andata la tua partita” .
“Il VAR? Vi garantisco che quando un arbitro viene chiamato a rivedere un errore sta male dentro. Abbiamo due tipologie di VAR in Italia, tutte gestite a Lissone. Come funziona? Abbiamo immagini in tempo reale e uno schermo con 3 secondi di ritardo per rivedere gli episodi subito. Vi racconto un derby Roma-Lazio con un tocco di mano di Manolas: io non ho visto nulla ma ho intuito che c’era qualcosa. Quando Irrati, che era al VAR, mi ha detto che c’era il tocco di mano io non sono stato per niente contento, sono uscito dalla partita arrabbiato con me stesso perché dovevo fare meglio. Poi però tutti mi hanno fatto i complimenti e nessuno ha fatto polemica dandomi anche voti alti, lì ho capito quanto la tecnologia possa aiutare gli arbitri. Chiudo sottolineando ancora una volta: gli arbitri sono più che a favore della tecnologia”.