19 Ottobre 2022

Perugia, Baldini: “Qui non c’era una famiglia. Il futuro è la mia decadenza”

Le parole di Silvio Baldini sulle motivazioni che lo hanno portato a dimettersi da Perugia

Gabriele Maltinti/Getty Images - Via One Football

Dal paradiso al purgatorio, almeno per scelta personale, è questa la storia di Silvio Baldini che prima porta il Palermo in Serie B, poi rompe con gli sceicchi e va a Perugia, ma l’avventura umbra non decolla mai veramente. Dopo la terza sconfitta in altrettante gare arrivano le dimissioni, una sorpresa spiazzante e da comprendere fino in fondo. Silvio Baldini ha parlato a La Gazzetta dello Sport delle motivazioni che lo hanno portato a questa scelta, strizzando anche l’occhio al futuro.

Ecco le parole di Baldini:

“A 64 anni non desidero altro che vivere nella mia maniera, essere fedele a me stesso, al mio bisogno di emozioni forti. Per me la famiglia è tutto, se non sono felice con me non posso esserlo neanche con loro. A Palermo i nuovi proprietari non credevano in me, basti pensare che mi hanno lasciato un anno di contratto mentre a Corini, il mio successore, hanno fatto un biennale. Avevo tre fisioterapisti miei e me ne hanno imposti altri due, insieme ad un preparatore atletico di cui non avevo bisogno. Per Perugia mi dispiace, avevo la fiducia del presidente e del direttore, mi affascinava la città, la favola del Perugia di Sollier, Curi, Vannini, come quella del Cagliari, quando le favole erano ancora possibili. Ho trovato bravi giocatori ma tra loro non c’era quel legame vero che porta risultati. Non era una famiglia. Quando non c’è famiglia, non c’è amore, non c’è passione. Non mi interessano le vittorie dove non c’è amore e spirito di fratellanza, e a Perugia non c’erano le condizioni . Io vedo le cose con il cuore, non con gli occhi. Quando ti accorgi che l’egoismo dei singoli è superiore alla capacità di sognare non puoi farci niente. Non erano i risultati a preoccuparmi, ma le prestazioni di una squadra che si rifiuta di sognare. Il presidente Santopadre ha provato a chiamarmi ma avevo staccato il telefono, quando prendo una decisione è quella”.

Il futuro

“Ognuno deve essere sè stesso, non si deve vergognare della sua storia. La vita è corta, non sono un tipo che si può adattare, la comodità non fa per me, non mi dice niente. Non ho mai inseguito il denaro, è la mia forza. Non penso al futuro, il futuro è la mia decadenza, io voglio vivere intensamente il presente, essere quello che devo essere. Se si creano le condizioni giuste… Quando verrà la decadenza insopportabile del corpo farò come i cani e i capi indiani. Mi allontanerò, andrò a morire per i fatti miei in montagna. La signora vestita di nero verrà a prendermi e io l’aspetterò. Cercherò di ammaliarla con le parole, le dirò che non ho rimpianti, che non mi è mancato niente”.