Ascoli, Gondo si racconta: “Vi spiego perchè esulto mimando un gondoliere. Venezia? Partita importante”
L'attaccante dell'Ascoli, Cedric Gondo si è raccontato alla Web Tv del club bianconero. Di seguito le sue parole.
L’attaccante dell’Ascoli, Cedric Gondo, ha parlato alla Web Tv del club bianconero. Diverse i temi trattati, dalle sue origini, ad Ascoli fino al match di sabato. Di seguito le sue parole secondo quanto riporta TMW: “Gondoliere? Con il mio cognome viene facile questa battuta, che poi è rimasta così da quando ero ragazzo. Ho voluto poi portare questa cosa in campo, esultando come un gondoliere: ad Ascoli ha potuto vedermi subito il mio pubblico, il primo gol al “Del Duca” è stato davvero molto emozionate. La mia affinità con la città di Venezia? La mia compagna è di Mestre, mio figlio è nato a Venezia, mi sono adeguato… anche se io avrei preferito farlo nascere nella mia Treviso (ride, ndr). Sono originario della Costa d’Avorio, ma da quando ho sette anni vivo in Italia. Dell’Africa porto ricordo belli, a quell’età si vive senza pensieri, poi ho avuto la fortuna di trasferirmi in Italia: certo, è stato un salto nel buio, cambiare radicalmente vita è sempre un azzardo, ma i miei hanno lavorato duro e alla fine ce l’abbiamo fatta. Ho tutta la mia famiglia, siamo nove fratelli, qui in Italia. Però il calcio non è questione di famiglia, anzi, mia mamma mi stava indirizzando verso il basket, ma per la pallacanestro non ero molto dotato anche se la passione un po’ mi è rimasta. I miei amici giocavano a calcio e così ho iniziato nell’Aurora Treviso. Dopo due anni, mi hanno visto le grandi squadre, su tutte la Fiorentina. Firenze è stata l’esperienza più bella che un giovane può avere, mi ha dato tanto a livello umano e come calciatore: ho partecipato anche al reality su MTV, una cosa nuova per un allora 15enne, è stata una realtà mai vista. Ma ho cercato di pensare solo al calcio. Ascoli? È una città molto carina, piacerebbe tanto a mia mamma, che spero possa venire presto a trovarmi: al momento non può per lavoro, ma vedendo le mie foto si è già innamorata. Io vengo spesso in chiesa, al Duomo, sono cristiano-cattolico e devo tutto proprio a mia madre che mi ha inculcato tanti insegnamenti, non mi ha mai obbligato a credere, è una cosa che viene da dentro. Il mio cuore e il mio sangue sono ivoriani, per me la Nazionale è quella, non potrei mai non andare. È vero che vivo in Italia da quando sono piccolo, ma sono della Costa d’Avorio. Venezia? È una partita importante, ma come lo sono tutte le altre. Chiaro, io ho un legame con la città, ho amici che tifano Venezia, ma io penso solo a dare il massimo per l’Ascoli, è questo ciò che conta. La classifica cannonieri? Certo che ci penso, ho obiettivi personali che mi sono dato, ma questo non deve distrarre dal pensare al collettivo: aiutare la squadra è la prima cosa che conta, il personale viene dopo. Anche perché qui c’è un gruppo fantastico. Bucchi? È una persona eccezionale, con cuore, ti parla e ti capisce. È una cosa rara da trovare in questo ambito. E lo stesso posso dire del presidente, mi ha fatto da subito sentire a casa. Mi prendono sempre in giro per la mia passione con i Manga, adoro Naruto. Ho iniziato a vederlo da piccolo, ma l’ho ripreso due anni fa… mi ha dato una carica pazzesca. Perché è un personaggio che non molla mai, anche se tutto lo prendono in giro e nessuno crede in lui, ma alla fine ce la fa, diventa capo del villaggio: se ci applichiamo nelle cose, spesso sono possibili. E io ora voglio fare come Naruto, continuare a fare il massimo per vedere dove potrò arrivare. Però fermi, come mito ho anche Drogba, spero un giorno di conoscerlo: per gli ivoriani è tutto, per il nostro paese ha fatto davvero tanto”.