Cosenza, Viali: “Voglio una squadra che decida. Io non prima scelta? Lo diventerò”
La presentazione di William Viali come nuovo allenatore del Cosenza
William Viali si è presentato a Cosenza come nuovo allenatore dei Lupi. L’ex tecnico del Cesena ha parlato di tantissimi temi. Di seguito le sue parole riprese da tifocosenza.it.
“Quando si fa l’allenatore si ha coraggio a prescindere. Le dinamiche più facili possono diventare complicate, ma possono dare una grande occasione. E questa per me è una grande occasione, era un fuoco che covava da 12 anni. Ringrazio il direttore e il presidente, spero che un giorno possano dire di essere stati i primi a darmi questa occasione.
L’obiettivo primario: è inutile raccontare di numeri, classifiche.. l’obiettivo è misurare le statistiche. Abbiamo segnato 10 gol e subiti 18. Come migliorare? Io ho un’idea molto chiara calcisticamente ma sarebbe folle darla nell’immediato alla squadra. In questi tre giorni ci siamo concentrati sul preparare Pisa. Il calcio è figlio dei risultati.
Mi prendo tutto il pacchetto, l’adrenalina e le difficoltà. Sono pronto a qualsiasi situazione.
Dal vivo ho visto quasi tutte le squadre di Serie B. È il mio primo anno in questa categoria. Quando un allenatore sta a casa, studia lì dove può acquisire più esperienza. Mi ero dato un obiettivo: allenare in B. Poteva accadere questa estate, poi la cosa è sfumata. Allora ho studiato cosa potesse essere efficace in categoria e concentrarmi lì dove potesse aprirsi una possibilità.
Ho allenato tre giocatori ma calcisticamente li conosco tutti. Anche i ragazzi provenienti dal settore giovanile, che hanno gli occhi addosso. I giocatori però si conoscono veramente solo quando li alleni. Perché non sai come il calciatore vive la difficoltà, la panchina, l’allenamento”.
Io sono consapevole e sereno di non essere stato una prima scelta. Il mio obiettivo è diventarlo dopo aver lavorato, non prima. Questa squadra ha tecnica, fisicità, in questa categoria è determinante.
Bisogna avere la consapevolezza di non poter far promesse, perché ci sono degli avversari che si allenano come te. Posso promettere di dare tutto il mio tempo al Cosenza, sono qui da solo, senza la famiglia, e tutto il tempo sarà concentrato sul Cosenza. La gente ha bisogno di qualcuno che li trascini, che gli faccia credere in qualcosa, che abbia voglia di stupire. Poi non può essere solo aria fritta, ci vuole un atteggiamento di squadra che porti al risultato. Quel che voglio è una squadra gagliarda. Se verrà un periodo difficile, che lo si affronti a testa alta.
Io sarò sempre la faccia e il responsabile di tutto. Non ci sono scuse. Chiaramente non ho preparato la partita normalmente, sono stato dentro un frullatore. Ma domani voglio vedere qualcosa. Che quello che io ho chiesto, che ho cercato di far capire, sia arrivato. Ho bisogno di argomenti sulla mia squadra, adesso non li ho, spero di averne molti. Il fuoco che comunico, deve diventare di squadra, è l’anima. Dentro una partita può vincere chiunque. Lavoreremo in un certo modo, per essere squadra, credo ciecamente nell’anima. Perché la tattica ti fa giocare bene, ma l’anima ti fa vincere. Altrimenti la spunterebbe sempre e solo chi gioca bene. Dobbiamo diventare un monolite“.
Chiaro che c’è una rosa ampia, io ho cercato di gestirli tutti. C’è qualche problemino fisico, qualcuno ha fatto qualcosa di meno. Ma io ho allenato tutti. Il mio è uno staff nuovo, per varie dinamiche. Ho cercato di strutturarmi in un certo modo, con elementi che conoscessero la Serie B anche meglio di me. Il mio secondo è Simone Baroncelli, che negli ultimi anni ha lavorato con Sottil. Il prof sarà Giovanni Saracini, che ha lavorato a Siena, figlioccio di Ventrone, che ci ha lasciato da poco. Questi i miei collaboratori che ho aggiunto ai ragazzi di Cosenza che sono rimasti.
Ci sono otto partite determinanti. A gennaio ci sarà la possibilità di sistemare la rosa in base alle caratteristiche o alle richieste dell’allenatore. Non giudico quello che si è fatto prima, perché chi c’è stato sono certo si è fatto il mazzo per dare il massimo. Non do giudizi su come è stata preparata la partita, la mia è un’analisi a livello statistico: quanti giocatori con determinate caratteristiche, per fare quello che voglio. Non posso dire che ci sono dei limiti, bisogna valutarlo nelle prossime partite.
L’aspetto psicologico per me è più importante, perché fa andare le gambe. Ho trovato una squadra scossa dal cambio, mi fa piacere, perché è una squadra che lega, che ha una componente umana forte. Hanno passato qualche giorno in attesa del nuovo tecnico, quando sono arrivato ho cercato di dare nozioni e serenità. Non posso dire di aver portato allegria, perché non lo si può essere dopo quattro sconfitte, ma il sorriso aiuta molto.
Quello che conta è l’efficacia, in base al momento e alla situazione. L’obiettivo non è far fare bella figura al mister, ma essere efficaci. Voglio una squadra che decida sempre cosa fare, magari sbagliando, ma decidendo. Odio la passività”.