Frosinone, Borrelli: “Ho ancora i brividi per il goal al Bari. Studio Ibra, Haaland e Kane”
L'attaccante giallazzurro si racconta, facendo il punto anche sullo stratosferico campionato fin qui condotto dai Canarini
Gennaro Borrelli, attaccante del Frosinone, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Gianlucadimarzio.com, soffermandosi sullo strepitoso avvio di stagione della compagine ciociara e sull’ottimo impatto personale registrato con la casacca giallazzurra:
“Percepisco questo affetto e lo apprezzo davvero di cuore, sono strafelice. Spero di ripagarlo ogni volta che entro in campo”.
“Gol con il Bari? È stata una delle emozioni più belle della mia vita, mi vengono ancora i brividi se ci ripenso. A volte riguardo un video che mi hanno fatto e mi emoziono. Siamo proiettati verso il futuro, ma ogni tanto fa piacere ricordare il passato”.
“Il mister e il suo staff ci trasmettono tanta serenità, lavoriamo ogni giorno curando davvero ogni dettaglio perché è quello che fa la differenza. Tutti hanno una gran voglia di fare, sia i giovani che i più grandi. Per ora i risultati ci stanno premiando e speriamo di continuare su questa strada. Teniamo i piedi per terra e andiamo avanti con la massima serenità e la massima umiltà, poi l’appetito vien mangiando”.
“Fabio Lucioni è un leader, un capitano vero. Te lo trasmette tutti i giorni ed è lui il primo a dare l’esempio. Moro e Mulattieri? Siamo molto amici, stiamo spesso insieme anche extra campo. L’importante è il bene della squadra, per il resto mi trovo bene con tutti”.
“Sono un ragazzo abbastanza tranquillo e un po’ atipico perché non gioco alla Playstation, non sono proprio portato. Mi piace stare con gli amici, guardare le serie TV quando sono a casa, leggere qualche libro. Ora ne sto leggendo uno su Kobe Bryant, ho letto anche l’ultimo di Ibrahimovic. Spesso la sera mi metto a vedere i video dei calciatori su Wyscout o YouTube: giocatori come Toni, Ibra, Kane o Haaland, un attaccante che apprezzo molto”.
“Credo che questa cosa mi aiuti a crescere. Osservare più e più volte un movimento e soprattutto immaginarlo, ti aiuta ad assimilarlo e poi ti viene naturale farlo in partita. L’immaginazione te la porti in campo, me lo disse un collaboratore tecnico ai tempi della Primavera del Pescara ed è una cosa che mi succede davvero. Sono scaramantico, le scaramanzie non si dicono. Poi, se succede qualcosa di bello, te lo dico…”.