ESCLUSIVA PSB – Ventura: “L’entusiasmo di Bari è figlio della sofferenza. Cagliari? Situazione simile a quella vissuta con me. Sul Pisa…”
Gian Piero Ventura ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni di alcuni temi sulle squadre da lui allenate in Serie B
Gian Piero Ventura, che in carriera si è seduto sulle panchine di molte delle squadre attualmente in Serie B, è intervenuto ai nostri microfoni per fare una panoramica sulle sue ex compagini. Dal Pisa al Cagliari passando per il Bari, di seguito l’intervista all’ex CT dell’Italia.
Salve Mister, il Pisa dal ritorno di D’Angelo è tornato su livelli importanti: come si spiega questo cambio così repentino e quasi naturale?
“Questo è un caso un po’ particolare. D’Angelo non è subentrato ma ha solo interrotto una parentesi di 3 anni di lavoro a Pisa, dunque ha ripreso lì dove aveva lasciato. Sei mesi fa D’Angelo è stato a 10 minuti dalla Serie A, vuol dire che il lavoro fatto è stato importantissimo. Non centrando la promozione la società ha cambiato ma probabilmente si è resa conto che non era la cosa migliore da fare. Questo è un caso raro, probabilmente senza precedenti: è raro che un allenatore che perda la Serie A a pochi minuti dalla fine venga esonerato ed è altrettanto più raro che poi venga richiamato”.
Capitolo Bari: l’entusiasmo sugli spalti del San Nicola è un qualcosa di incredibile e per certi versi oltre le aspettative. Se l’aspettava?
“Non sono sorpreso: l’entusiasmo del Bari è figlio di due fattori. Il primo è la sofferenza: Bari negli ultimi anni ha passato una situazione che non meritava di vivere. Il secondo, invece, è la proprietà, molto solida che ha portato risultati con una promozione ed una partenza importante in Serie B. I risultati sono sicuramente positivi, ma la piazza ha capito che insieme alla società c’è un gruppo di calciatori che ha voglia di fare qualcosa di buono. Bari ha fame di calcio e quando riconosce questi aspetti la piazza s’infiamma. Ero allo stadio contro la Ternana ed erano in 40mila: tolte due o tre piazze questi numeri non si fanno neanche in Serie A. Sono numeri particolari per chi segue da lontano ma non sconvolgono chi vive a Bari e chi conosce la voglia di calcio barese”.
Cagliari a metà classifica. Squadra forte, fiducia a Liverani e speranza di risalire: cosa ne pensa?
“Ciò che sta vivendo il Cagliari è una dinamica che io ho vissuto in prima persona. Quando sono stato lì per la prima volta la squadra era reduce da una retrocessione amara dopo lo spareggio con Mazzone in panchina. La situazione mentalmente e psicologicamente era drammatica ed è simile a quella di quest’anno perché bastava fare un gol al Venezia già retrocesso per restare in Serie A. Per questo dico: il vero problema non è quanto forte sia la squadra ma quanto la capacità nel calarsi una nuova realtà sia incisiva. Questo è il vero grande problema di chi retrocede, al contrario di chi sale dalla C che prosegue sulla grande voglia e disponibilità del successo. Chi retrocede crede che serva la qualità per dominare la Serie B ma non è così perché in cadetteria serve rabbia, umiltà e saper affrontare la sconfitta perché in questo campionato è impossibile non perdere 5 o 6 partite. Porto avanti un esempio: per arrivare in cima ad una vetta impervia ci puoi arrivare o con una 4×4 sporca di fango o con auto ben più lussuose: con le ultime non ci arrivi, con la prima sì”.