Frosinone, Lucioni: “Cerco di far crescere i giovani e mi prendo qualche soddisfazione”
Le parole di Lucioni sul suo ruolo da capitano e sull'importanza di crescere i giovani
Nel Frosinone capolista di questa Serie B c’è esperienza e qualità. L’esperienza sicuramente la porta il capitano Fabio Lucioni, sempre presente in queste prime 14 giornate di campionato con 1 gol all’attivo. Ospite della trasmissione Kick Off, andata in onda su Extra Tv, Lucioni ha parlato della sua carriera e delle sue “missioni” come calciatore.
Ecco le parole di Lucioni riportate da tuttofrosinone.com:
“Nel calcio ci sono tante componenti che possono portare poi ad un risultato. Credo che su un giocatore faccia una determinata carriera, significa che si merita quella. Io la chance in Serie A la ho avuta: forse in dei periodi poco fortunati per me. Il primo anno fui squalificato e la seconda chance non andò come sperammo tutti. Lo step di crescita mentale lo ho poi fatto un po’ più tardi, rispetto a tanti altri ragazzi che magari lo fanno prima. Magari avrei potuto essere un po’ più fortunato in delle scelte, ma il calcio è questo. Ognuno di noi deve trarre quanto di buono si è fatto in carriera. Io, nel mio piccolo, penso di aver fatto una discreta carriera e cerco oggi di far crescere quelli che sono i giovani della rosa del Frosinone. Lo scorso anno è cercato di fare da ‘chioccia’ ai giovani del Lecce. Non mi prendo grossi meriti, perchè quelli sono da attribuire a tutti coloro che lavorano quotidianamente, però devo dire che mi posso prendere qualche piccola soddisfazione. Vedere crescere giocatori come Gallo, Hjulmand o Gendrey, a cui si davano consigli lo scorso anno, è un modo per essere orgogliosi del lavoro che si svolge nel quotidiano. Vedere una crescita mentale da un giovane promettente come Boloca quest’anno, non dico che sia mio merito ma cerco sempre di dare una mano ai nuovi giovani che avanzano”.
Il segreto della longevità
“Cerco di allenarmi sempre al massimo anche in allenamento. Naturalmente ci sono dei giorni in cui si lavora più sulla qualità del lavoro che sulla quantità. L’importanza maggiore in un calciatore la fa la testa e la mentalità. Se nella testa ci si sente un ragazzo ancora giovane, nonostante l’età, si può dare ancora tanto. Quest’anno ho la fortuna di lavorare con un gruppo così giovane, che ha spensieratezza e voglia di dimostrare qualcosa. La spensieratezza e la freschezza che hanno i giovani calciatori del nostro gruppo, è trascinante per tutti noi. Voglio però fare i complimenti anche ai ragazzi che stanno giocando di meno. Tutto il gruppo mette in condizione mister Grosso di poter scegliere al meglio anche a gara in corso. Questo accade perché tutti lavoriamo allo stesso modo e chi gioca o sta giocando di meno, si allena come se dovesse scendere in campo per 95 minuti. Questo aspetto credo sia il più rilevante per la nostra squadra. C’è unità d’intenti e voglia indiscussa di mettersi in gioco tutti i giorni, per mettere in ‘difficoltà’ l’allenatore nel fare le scelte. Quando c’è questa tipologia di squadra per l’allenatore diventa tutto più semplice”.
Bilancio ciociaro
“I tifosi della nostra Curva Nord ci sostengono e spingono in ogni partita. E di questo calore la squadra ne ha bisogno. Il nostro palcoscenico è importante, e sapere di trasmettere così tante emozioni e allo stesso tempo riceverle da parte dei tifosi è un qualcosa di eccezionale. Siamo felici di trasmettere gioia e passione ai nostri tifosi, ma soprattutto di ricevere così tanta carica durante le partite. É stato tutto molto veloce ed improvvisato. Sono venuto a Frosinone con l’idea di disputare un anno importante della mia carriera, ma non avrei mai immaginato di diventare subito capitano. E’ stata una responsabilità che ho colto con molta professionalità e rispetto nei confronti di tutti sin dal primo momento. Quando sono arrivato, nello spogliatoio c’era un determinato equilibrio di squadra, come era giusto che fosse. Ero perplesso all’inizio dall’idea di diventate subito capitano. Grazie al benestare della squadra e agli atteggiamenti positivi che ho avuto nei confronti di tutti, è stato abbastanza semplice diventarlo. Per fare il capitano non basta la semplice fascia, ma avere un atteggiamento positivo nei confronti della squadra e dell’ambiente, che vanno sempre rispettati”.