Dal periodo del Bari al Como, da Moro alla SPAL: i 4️⃣ perché di PSB
Torna il consueto appuntamento coi 4 perché di Pianeta Serie B
Torna il consueto appuntamento coi perché di Pianeta Serie B anche in seguito alla quindicesima giornata di Serie B.
Perché il Como perde così tanti punti dopo esser passato in vantaggio?
Iniziano ad essere troppi i punti non portati a casa dalla formazione di Moreno Longo, nonostante il momentaneo vantaggio acquisito e meritato nel corso dei match. Nelle ultime gare disputate contro Bari ed Ascoli è emerso in maniera importante questo “difetto” che sta costando punti importanti per i lariani. Addirittura, nell’ultima sfida col Picchio, il Como è passato per ben due volte in vantaggio. Questo trend è comunque una costante nel corso del campionato, sin dalle prime giornate. Infatti, se il Como fosse riuscito a portare il risultato a casa dopo esser passato in vantaggio in tutte le gare, in questo momento avrebbe ben dieci punti in più in classifica. Un dato da non trascurare e che non può essere soltanto annoverato nell’ambito della sfortuna.
Francesco Gala
Perché Luca Moro sta faticando a imporsi a Frosinone?
Devastante in Serie C al Catania e prelevato nello scorso gennaio dal Sassuolo che ha anticipato la concorrenza, per Luca Moro in prestito a Frosinone sembrava potesse essere l’anno della consacrazione. Nonostante la squadra di Fabio Grosso sia prima in classifica, l’attaccante non sta brillando. Soprattutto nelle ultime giornate, il suo rendimento è palesemente calato. I ciociari propongono un calcio fatto di manovra e di 1vs1 da parte degli attaccanti esterni, spiccatamente tecnici. Le caratteristiche da punta di sfondamento e rapina del giovane non sono certo esaltate dal sistema di gioco. Non è un caso che Samuele Mulattieri, più abile a legare la manovra, stia fornendo prestazioni maggiormente convincenti. Con 3 gol in 14 partite e un apporto non eccelso alla squadra, il calciatore è chiamato a riscattarsi nella restante parte di stagione.
Emanuele Garbato
Perché il Bari ha smesso di vincere?
Il Bari, terzo in classifica e dunque al di sopra delle aspettative di inizio stagione, ha smesso di vincere. Per la squadra di Mignani il successo manca da due mesi quando i biancorossi si imposero per 2-1 a Venezia. Da quel momento zero vittorie ed una sfilza di pareggi che lasciano spazio a diverse riflessioni. Il primo punto riguarda la capacità dei biancorossi di non perdere quando la prestazione non permette di vincere: la classifica sorride ai Galletti che anche senza Cheddira, vero dominatore di inizio stagione, faticano a giocare ma accumulano, seppur uno alla volta, punti. La seconda riflessione porta ad una domanda: il Bari è in crisi? Una neopromossa terza, seppur senza successi da molto, non può essere definita in un momento negativo. Il Bari ha smesso di vincere per diversi fattori, tra cui il calo di rendimento di quei calciatori assoluti protagonisti delle prime giornate. Bisogna ripartire dalla classifica (che i calciatori non vogliono guardare) e dalle certezze che i pareggi hanno portato con sé.
Alessio D’Errico
Perché la SPAL è così in difficoltà?
Terza sconfitta consecutiva, cinque partite senza vittoria, sedicesimo posto in classifica ma con appena tre punti di vantaggio sul Perugia fanalino di coda. La SPAL sta pericolosamente zoppicando, coinvolta e percossa da un vortice di negatività che si traduce in risultati non rassicuranti. L’ultima partita contro il Modena ha probabilmente esemplificato in maniera complessivamente corretta il periodo vissuto dalla formazione di Daniele De Rossi: la squadra propone, gestisce il possesso con qualità, ha idee votate all’attacco. Il punto di rottura verso la felicità è una commistione tattica e mentale – più la seconda della prima -, inevitabilmente collegate e mescolate tra di loro. Gli Estensi faticano a gestire, non si stanno rivelando in grado di maneggiare il pericolo e l’ansia di un episodio avverso, perdendo pericolosità e convinzione quando la partita, come spesso inevitabilmente accade, si dimostra imprevedibile. La crescita, dunque, dovrà passare anche dal lavoro sulla personalità collettiva, al momento lacunosa.
Francesco Fedele