L’EDITORIALE – Una Serie B senza gerarchie
Prosegue l’equilibrio in questo campionato cadetto che, almeno per il momento, non ha espresso stabili e chiare gerarchie. La corazzata Palermo perde la propria imbattibilità, anche casalinga, contro un Novara che mette a segno il risultato più eclatante di giornata. Chissà dove vorranno e potranno arrivare gli uomini di Corini. L’Empoli che pareva avesse avviato […]
Prosegue l’equilibrio in questo campionato cadetto che, almeno per il momento, non ha espresso stabili e chiare gerarchie. La corazzata Palermo perde la propria imbattibilità, anche casalinga, contro un Novara che mette a segno il risultato più eclatante di giornata. Chissà dove vorranno e potranno arrivare gli uomini di Corini. L’Empoli che pareva avesse avviato una breve fuga, a tre minuti dalla fine impattava per 0-0 in laguna, viene raggiunto in vetta dal Venezia che si aggiudica lo scontro diretto. Il Frosinone soffrendo raccoglie un punto, rimontando lo svantaggio in dieci uomini, all’Arechi di Salerno, mentre il Bari ha ritrovato convinzione nei propri mezzi grazie ad una serie di vittorie importanti. Non c’è tempo per leccarsi le ferite, Avellino alla terza sconfitta consecutiva mentre il Perugia è al quarto stop, perché martedì bisognerà già scendere in campo per il secondo turno infrasettimanale. Stiamo osservando un campionato che regala forti emozioni, risultati roboanti, gol a grappoli e partite mai scontate. Verrebbe la voglia di dire che si tratta di un torneo nel segno di Zeman, ma il Pescara del Boemo riesce anche a prendere poche reti. Ribaltando l’iniziale sconfitta con i lupi irpini anche il Pescara si affaccia ai piani alti della classifica in coabitazione con una Cremonese che si sta dimostrando un osso duro da affrontare. Il Parma ritorna a vincere tra le mura amiche grazie al duo Calaiò – Insigne, mentre non riesce nell’impresa esterna il Foggia di Stroppa, che avanti per 1-3 si fa raggiungere nei minuti finali da un Cesena mai domo. E’ la serie B e martedì si andrà di nuovo in campo.
Editoriale dello scrittore Pietro Nardiello