ESCLUSIVA PSB – D’Agostino: “Bari, serve personalità. Sul Benevento e la mia carriera…”
Tecnica sopraffina, mancino fatato e killer sui calci piazzati. Tutto questo, e non solo, è stato Gaetano D’Agostino, fine regista di centrocampo affermatosi con la maglia dell’Udinese grazie alla stagione 2008/2009 terminata con 11 reti e culminata con le prime presenze in Nazionale. Oggi D’Agostino è l’allenatore dell’Anzio in Serie D ma i suoi progetti […]
Tecnica sopraffina, mancino fatato e killer sui calci piazzati. Tutto questo, e non solo, è stato Gaetano D’Agostino, fine regista di centrocampo affermatosi con la maglia dell’Udinese grazie alla stagione 2008/2009 terminata con 11 reti e culminata con le prime presenze in Nazionale. Oggi D’Agostino è l’allenatore dell’Anzio in Serie D ma i suoi progetti per il futuro da allenatore sono ambiziosi. Lo abbiamo raggiunto in esclusiva ai microfoni di pianetaserieb.it. Ecco i temi trattati dall’ex calciatore:
Hai cominciato la tua carriera da professionista, dopo le prime apparizioni con la Roma, al Bari. Tu che conosci la piazza pugliese, secondo te cosa è mancato in queste ultime stagioni ai biancorossi per essere competitivi nonostante una rosa sempre all’altezza?
“È solo un fattore ed ambientale: la piazza di Bari è molto calda ed anche molto esigente. Quando si va a formare una squadra bisogna capire chi giocatore prendere ma soprattutto quale personalità andare a prendere anche rinunciando a qualche qualità tecnica. Perché in diverse piazze per vincere il campionato serve personalità che non tutti hanno. La piazza di Bari ama il bel gioco ed è difficile conciliare questo con la continuità di risultati che i pugliesi devono avere magari evitando di perdere con le piccole; al di là di tutto questa è una piazza che merita di stare in Serie A”.
Una delle ultime esperienze da calciatore è stata al Benevento. Ti aspettavi un approdo in Serie B in così grande stile dei Sanniti, soprattuttodopo aver vissuto l’am,biente e la dirigenza dall’interno?
“Conoscendo il Presidente Vigorito la mia risposta è sì, mi aspettavo questo approdo. Il progetto anche quando c’ero io era lo stesso e purtroppo mancò a causa della sconfitta con la Salernitana. La piazza di Benevento è molto esignete ed è stato importantissimo scrollarsi di dosso questo tabù e questa paura di non essere mai approdati in serie B; adesso che il tutto è stato superato ci sono tutti i presupposti, grazie alla programmazione ed alla pazienza di farlo, di puntare alla Serie A che è sempre stato il sogno del Presidente”.
Capitolo allenatore: c’è qualche Mister avuto nella tua carriera che ha influenzato la tua filosofia di gioco oppure hai deciso di ripartire da zero magari portando avanti solament ele tue idee?
“Sono partito in questa mia avventura da allenatore prendendo spunto da quelli che ho avuto nella mia carriera e da quelli che stimo attualmente come Spalletti, Sarri, De Zerbi. Comunque ho le mie idee che porto avanti giorno per giorno e cerco di modellarmi nelle mie idee ed inculcarle ai calciatori. Da quando ho cominciato la mia carriera da tecnico ho capito che sono i giocatori a far diventare grande un allenatore e solamente una personalità come Zeman è riuscito nel contrario ossia di far diventare grandi i giocatori e di quelli come lui se n’è contano davvero sulle dita di una mano. All’Anzio ho calciatori che sulla carta non potevano fare la categoria ma sto notando che la compattezza del gruppo è quella che la fa da padrona”.
Brocchi, Stellone, Bucchi, Gattuso sono solo alcuni degli allenatori attuali della Serie B che hanno avuto un passato recentissimo da calciatore. D’Agostino entro quando si prefissa di arrivare a certi livelli?
“Ho un obiettivo ben preciso ed è quello di arrivare in Serie A: nessuno me lo può togliere dalla testa perchè sono sempre stato abituato ad avere un obiettivo grande. Credo che ci vorrà il giusto tempo e solo il tempo mi darà delle risposte alle domande che sto seminando tutti i giorni. Ora mi godo questo momento, i miei ragazzi ed il periodo all’Anzio ma il mio obiettivo è chiaro e voglio arrivarci, per rimanerci, ma senza bruciare le tappe”.