L’MVP di PSB – Fabbian non si ferma più: il principino a Reggio vuol diventare re
Il giovanissimo (e talentuosissimo) centrocampista continua a trascinare gli amaranto
Difficile – almeno a detta di chi scrive – ricordare un calciatore che, ad appena diciannove anni (venti compiuti solamente lo scorso 14 gennaio, ndr) e al primo anno tra i cadetti, fosse stato in grado di avere un impatto immediato, in termini numerici, realizzativi collettivi, pur non essendo attaccante, del pari di Giovanni Fabbian.
Giunto in estate alla Reggina in prestito dall’Inter, infatti, il talentuoso classe 2003 si presentava alla sua prima stagione di Serie B come un centrocampista decisamente incline al trovare la via del goal: nella Primavera nerazzurra, infatti, il gioiellino di Camposampiero si era rivelato nella scorsa stagione uno dei principali punti di forza (assieme a Cesare Casadei, passato poi al Chelsea) della truppa di Cristian Chivu, Campione d’Italia di categoria anche grazie agli 8 goal e ai 4 assist dal primo messi a referto nella regular season. Tuttavia, era difficile prevedere che un ragazzino alla sua prima esperienza in cadetteria potesse confermare la propria (seppur innata) verve in zona goal con cotanta regolarità e incisività anche nei suoi primissimi mesi tra i pro.
Autore della doppietta che ha consentito agli amaranto di Filippo Inzaghi di rimontare non senza patemi l’iniziale vantaggio della Ternana targato Pettinari, il talento di proprietà della Beneamata ha già raggiunto quota 7 reti in 21 presenze di campionato, cui si aggiunge anche un assist: numeri mostruosi per quanto sopra rimarcato che eleggono per il momento il gioiello patavino miglior marcatore della truppa calabrese.
Le due marcature messe a referto contro le Fere hanno, inoltre, perfettamente fotografato la qualità palesemente migliore di Fabbian: l’inserimento. A tratti sembra quasi che sia la palla a cercare lui (questo ricorda un attaccante che ha fatto la storia di Milan e Nazionale, vero?) ma la realtà è che sia proprio la sua impareggiabile capacità di trovarsi al posto giusto nel momento giusto a renderlo una delle mezzali più interessanti, nonché prolifiche, del campionato.
Grandissimo merito del mostruoso rendimento del giocatore, ovviamente, va riconosciuto al trainer piacentino, abile non solo a inserirlo e responsabilizzarlo subito alla perfezione all’interno del proprio undici, ma anche alla tipologia e struttura di gioco con cui l’ex tecnico di Benevento e Brescia ha posto le basi per la prima metà abbondante di stagione da urlo degli amaranto la quale si addice alla perfezione alle sue caratteristiche.
Grazie alla presenza dell’attacco quasi sempre “leggero” utilizzato da Super Pippo, infatti Fabbian ha potuto beneficiare non solo dell’ampiezza garantita dalle due ali offensive (Canotto o Ricci e Rivas o Cicerelli), funzionale a creare spazi nei quali buttarsi dentro, ma anche e soprattutto della presenza di un attaccante atipico come Menez, abile nel muoversi su tutto il fronte offensivo, all’occorrenza nell’abbassarsi per attirare la marcatura del centrale e nel creare, di conseguenza, i presupposti per consentire al classe 2003 di riempire l’area di rigore e andare a concludere. Aspetto, questo, che non è comunque mutato sabato scorso quando, proprio a causa dell’assenza per squalifica del francese, al centro dell’attacco di Inzaghi era presente un centravanti sicuramente più classico come Gori, dal quale ha peraltro beneficiato della sponda per il momentaneo pari reggino.
Ciò, a testimonianza di come l’opportunismo, il tempismo e la capacità dei movimenti con e senza palla, indipendentemente dal sistema o dalla fisionomia tattica, rappresentino le peculiarità principali che la ventenne mezzala sinistra amaranto ha in dote nel proprio DNA.
Dinamismo, abilità nella protezione del pallone, facilità ed esplosività di corsa disarmante e voglia famelica nell’andare in pressione sul portatore di palla; aspetto sul quale può sicuramente migliorare ancora molto è quello relativo alla gestione di alcuni palloni nella propria metà campo ma la pulizia, la lucidità e l’applicazione con le quali svolge il proprio doveroso ruolo lontano dalla trequarti sono tutt’altro che da disdegnare. L’età, sotto questo punto di vista, non può che essere dalla sua.
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Un altro Inzaghi, ovviamente, guarda più che interessato al rendimento di Fabbian in riva allo Stretto: da Filippo a Simone, con la Serie A inevitabilmente nel proprio destino. Lui, però, non si scompone e dimostra grande maturità anche al di fuori del rettangolo verde: per ora testa solo all’amaranto, come da egli stesso affermato, con il sogno – e l’ambizione – di calcare presto palcoscenici sempre più prestigiosi. Quelli che il Principino amaranto (soprannome buttato lì “senza impegno” per richiamare alla storica prolificità di Claudio Marchisio ed evidenziare la stessa qualità di Fabbian) vuole provare a guadagnarsi assieme alla sua Reggina.