Garbato, ma non troppo – La Serie B a lezione dal City Group: nell’anno degli esoneri a volare è il Palermo di Corini
Tante critiche e un elogio
18 allenatori esonerati in 23 giornate: 3 dal Brescia del solito Massimo Cellino, 2 dal Benevento dell’insolito Oreste Vigorito, troppi in generale. L’iper-competitività del campionato ha esasperato le aspettative non soltanto di tantissime piazze, ma anche delle dirigenze. Budget importanti, nomi di blasone, club storici costituiscono un vanto per la Serie B ma non cambiano le regole. Le squadre che saranno promosse restano 3, le società che avrebbero voluto ottenere il traguardo sono più di 10. Scarsa lungimiranza e aderenza con la realtà sono costate le panchine a diversi professionisti la cui unica colpa è quella di necessitare di tempo per trasferire i propri concetti al parco giocatori e di scontrarsi quasi ogni settimana con avversari di pari livello. Spesso si legge che sul piano dello spettacolo la cadetteria non sta mantenendo le premesse dei nastri di partenza. In un contesto così miope e vorace è davvero una notizia di cui stupirsi? La colpa è dei calciatori, dei mister o forse di chi non accetta i valori in campo trasmettendo paure e incertezze a chi le partite le gioca?
Prendiamo in esempio il caso SPAL. Roberto Venturato è stato accontentato sul calciomercato con elementi funzionali alle sue idee di gioco, è partito più che discretamente e poi ha perso partite contro le prime della classe. La conseguenza è stata un precocissimo esonero, nonostante la formazione estense veleggiasse a centro classifica. Al suo posto è arrivato un esordiente quale Daniele De Rossi, le cui idee distano anni luce da quelle del predecessore. Con personalità sta provando a metterle in pratica: nessuno può dire che la proposta latiti, ma sono evidenti i limiti di alcuni giocatori e quelli di una guida che non può che essere acerba. Con sole 3 vittorie dal suo arrivo, i biancazzurri navigano nei bassifondi della graduatoria. E adesso? Ogni settimana il mister viene considerato a rischio esonero. Il suo operato è quindi delegittimato senza che ci si soffermi su quanto di buono sta ottenendo, imprimendo il proprio marchio e migliorando tanti ragazzi (su tutti Christian Dalle Mura, Raffaele Celia e il classe 2003 Matteo Prati). Come se non bastasse, ha spinto Radja Nainggolan a sposare la causa. Ora si parla di sollevamento dall’incarico in caso di k.o. in casa del Venezia, dimenticando totalmente l’analisi del percorso. Viene spontaneo chiedersi a stagione inoltrata e con una rosa ulteriormente sfiduciata quale apporto possa dare anche il più valido degli allenatori. Ma così va il calcio.
Eppure una mosca bianca esiste, ma in questo ansiogeno panorama nessuno ha pensato di prendere spunto. Il Palermo non perde da 9 partite e così facendo è risalito fino al sesto posto in classifica. Con un organico sempre più rodato, dei principi di gioco davvero convincenti, un Matteo Brunori in stato di grazia e la miglior sessione di calciomercato invernale assieme a quella del Frosinone, la tifoseria torna a sognare persino la Serie A. Se tutto ciò è possibile, però, è merito della società che ha confermato Eugenio Corini anche nei momenti più duri. Col City Group subentrato in corsa che ha dovuto costruire la squadra in pochissimo tempo e l’allenatore che ha rimpiazzato il dimissionario Silvio Baldini ancor dopo, era più che logica e prevedibile qualche difficoltà iniziale. Pur con un centrocampo di livello assoluto, alla rosa mancava un po’ di profondità e di qualità sia davanti che dietro. Problemi che non si risolvono in un mese di trattative e non si nascondono in due mesi di allenamento. La grandezza di una proprietà abituata a stare al vertice all’estero la si è notata dalla gestione della situazione complessa. Nonostante le voci di esonero si susseguissero e anche l’ambiente ritenesse l’era del Genio conclusa, la dirigenza ha mantenuto il sangue freddo e garantito fiducia incondizionata al trainer. I risultati ripagano di tutto e sono da lezione all’intera Serie B. O si cresce sul piano della mentalità o le prime nemiche di ogni progetto tecnico saranno la società stesse.