16 Febbraio 2023

Brescia, l’ex Bonometti: “Spero in Possanzini e nell’addio di Cellino. Imprenditori locali? Mi sono rassegnato”

L'auspicio dell'ex

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L’ex calciatore del Brescia Stefano Bonometti ha rilasciato un’intervista a BresciaOggi per parlare dello stato preoccupante in cui versa la squadra in classifica.

Quando le cose accadono, ci sono sempre somiglianze. Posso dire l’impressione che mi sono fatto vedendo le partite alla Tv. Mi sembra che, quando questa squadra prende gol, subentra la frustrazione. Lo capisco benissimo. Accadeva anche a noi soprattutto in casa: davanti al tuo pubblico ti pare che tutto sia contro, che qualunque cosa provi non va bene nulla.

Non siamo ancora a questo punto di non ritorno. Almeno voglio sperarlo. Ma se guardo la rosa, non sono molto ottimista. Manca la qualità, soprattutto davanti. Facciamo molta fatica a fare gol. In più abbiamo ceduto Moreo, che a me piaceva molto anche se lee sue prestazioni non sono quasi mai state all’altezza del suo valore. Però mi fa riflettere che il Pisa lo abbia voluto a tutti i costi, sborsando dei bei quattrini. Esatto, 2 milioni e mezzo di euro.

Nel presente il Brescia può sperare in Possanzini. Lo conosco, so quello che vale. Ha fatto bene ad accettare questa occasione anche perché, in questo marasma, chi si sarebbe preso la responsabilità? Cosmi, ad esempio, ha rifiutato. Mi auguro che il Brescia si salvi tranquillamente e che Possanzini sia
confermato. Il futuro riguarda la società. Cellino da troppo tempo fa e disfa a suo piacimento. Allenatori
che vanno e vengono, gente preparata che non è messa in grado di lavorare. Perinetti, ad esempio: è uno che il suo mestiere ha dimostrato di saperlo fare bene. Gli si dia carta bianca. Ma non c’è programmazione e da Cellino sinceramente non mi aspetto molto. L’aveva detto che era venuto a Brescia per fare business e infatti i conti stanno tornando solo per lui.

Imprenditori locali? Io ho perso le speranze quando nessuno ha preso la società da Marco Bonometti e
non serviva una cifra esorbitante. A un presidente bresciano, la gente non chiederebbe la luna ma un programma serio: magari 2-3 anni di assestamento in società e una squadra da costruire gradualmente per tornare in Serie A e starci un po’ di anni. Tutto questo nel Brescia di Cellino non c’è proprio.”