Cittadella, Marchetti: “Fui vicino al Parma, oggi è difficile che vada via. Serie A? Ci penso, ma non è un’ossessione”
Il dg granata racconta e si racconta
Stefano Marchetti, direttore generale del Cittadella, è intervenuto sulle colonne del Corriere del Veneto soffermandosi sul suo forte legame con la tranquilla realtà veneta e svelando anche alcuni retroscena di mercato del passato. Queste – riprese da TrivenetoGoal.it – le sue dichiarazioni:
«Andarmene un giorno da Cittadella? Davvero non lo so, finora non si è mai incastrato tutto come avrebbe dovuto: dico la verità, non è facile che si creino le condizioni per cui io lasci Cittadella, tuttavia allo stesso tempo potrebbe accadere anche se oggi penso solo al bene di questo club. Mi aveva convinto il Parma, anni fa: si era incastrato praticamente tutto, era un momento in cui non riuscivo a ritrovare gli stimoli giusti. Poi cambiò la società, e io rimasi a Cittadella: questa è casa mia, so quello che serve per continuare a competere a certi livelli. La promozione in serie A? Ci penso, ma non è un’ossessione: se arriverà, arriverà attraverso un percorso, arriverà alle nostre condizioni, lavorando da Cittadella. La prima cosa è quella di essere consapevoli della nostra dimensione: qui non arriverà mai la punta da 300mila euro l’anno, perché c’è un tetto salariale che rispettiamo e che fa parte del nostro modus operandi. Come mai ho cambiato così tanto a gennaio? Ho capito che alcuni giocatori non erano sintonizzati, per così dire, sulle frequenze del Cittadella. Il mio colpo mancato? A suo tempo era fatta con Zaza: mancavano solo i dettagli, poi lui cambiò idea. Un po’ dopo esplose e arrivò in Nazionale, ero sicuro che avrebbe sfondato»