Catanzaro, Iemmello: “Mi avevano sconsigliato di venire qui, ma era il momento giusto”
Parla il centravanti
Bomber e perno del Catanzaro fresco di aritmetica promozione in Serie B, Pietro Iemmello si è raccontato ai microfoni del Corriere dello Sport: “Quando dovevo venire a Catanzaro ci sono state persone che mi avevano sconsigliato di farlo, tutti mi dicevano che non esisteva il detto del profeta in patria, essendo una piazza esigente, ma nella vita ho sempre voluto rischiare perché dentro di me sentivo questa chiamata. Era il momento giusto per me e per la società di incontrarci, ho fatto questo passo per arrivare a oggi e gioire.
Tutto nasce dall’arrivo di Vivarini a novembre 2021, io sono arrivato nel successivo gennaio, ma lui aveva già creato basi importanti che poi sono diventate più forti col suo lavoro e con gli acquisti di gennaio e di giugno scorso. Dopo la beffa della semifinale play off di Padova è scattato in noi qualcosa che ci ha fatto capire che eravamo un gruppo unito e forte.
Penso che la rete più importante sia stata quella contro il Crotone all’andata anche perché veniva dopo aver sbagliato un rigore al 90’ ad Avellino che ci aveva negato la vittoria.
È un’emozione indescrivibile, vincere così un campionato, farlo nostro a metà marzo con tanti record e con un pubblico che conosco. Sassolini da togliere? Oggi e fino a quando ci sarà la Supercoppa dobbiamo pensare solo a festeggiare perché Catanzaro non viveva momenti così da tanti anni, non ho vinto nessuna scommessa tornando e se l’ho fatto era perché sapevo di poter fare qualcosa di importante, tutti insieme.
Diciannove anni fa il Catanzaro vinse la serie C senza essere favorita contro tante squadre attrezzate, mentre quest’anno siamo partiti coi favori del pronostico e siamo stati bravi a mantenerci primi sempre. Conosco bene cosa si è passato in questi anni a Catanzaro tra delusioni, fallimenti e prese in giro e avere una società come questa che dà stabilità e futuro è la vittoria di tutta la città.
Essere accostati a gente che ha fatto la storia della mia squadra è bello e mi dà orgoglio. Corona e gli altri sono stati grandi ma in un altro tipo di calcio. Oggi è diverso, ognuno è fi glio del proprio tempo“.