Fedele al Calcio – Verre, talento che deve toccare le stelle
Quello del classe '94 è un talento incredibile
Può capitare, quando si osserva una partita di calcio, di trovarsi al cospetto di situazioni incomprensibili, caratterizzate da tratti che generano una forma d’ansia derivante dalla ricerca di una risposta che si fa fatica a trovare, con riferimento a giocatori decisamente superiori rispetto al livello cui gli viene chiesto di competere. Profili che creano, inventano, incidono in una maniera incontrovertibile, smuovendo applausi ma, al contempo, generando incredulità, in quanto il piano del talento di competenza pare nettamente essere quello superiore, dove toccare le stelle non è un’idea fiabesca. Valerio Verre unisce e personifica quanto scritto in maniera certosina.
Un rollercoaster guidato dal talento
Rendere la trattazione Wikipedia-friendly svuoterebbe il contenuto emotivo del tutto, eppure visionare la carriera di Valerio restituisce l’immediata e in un certo senso brusca consapevolezza che la mancanza di linearità sia un elemento presente, indiscutibile, fastidioso nella misura cui balugina nella mente la percezione che questa sia una storia dove al caldo talento non sia stata concessa la massima capacità espressiva.
Verre è un calciatore superiore
La locuzione può sembrare esagerata, perché inflazionata da una fase storica in cui la comunicazione non snocciola ma si poggia sopra una patina intrisa di superficialità. Tutto ciò in questo caso non è corrispondente al vero, perché vedere giocare Valerio Verre è un piacere per qualsiasi bipede senziente mendicante di buon calcio, come etichettava l’impareggiabile narratore uruguaiano Eduardo Galeano.
Che collocazione tattica è possibile attribuire a Verre? Questo è un esercizio che lasciamo agli altri, in quanto il classe ’94 sa fare (e ha fatto) tante cose, che avallano dunque “tuttocampista” come risposta: mezzala, playmaker, trequartista, falso nueve, attaccante esterno. Una duttilità che deriva dalla conoscenza del gioco, che Valerio applica nell’interpretazione delle situazioni, fattispecie sublimata dalla tecnica fine, pura e micidiale che ne guida le scelte.
Completezza tecnico-tattica
Approdato nel mercato invernale in quel di gennaio per iniettare calcio nell’organico, Verre ha decisamente ribaltato in positivo i rosanero, farciti ora dalle possibilità conferite da un calciatore di questa caratura. Elemento in grado di interdire, costruire, rifinire, concludere e disorientare gli avversari, il prodotto del fiorente vivaio della Roma ha ritrovato in Sicilia la fiducia nel percorso che probabilmente era oramai venuta a cadere alla Sampdoria, dove a ottime prestazioni alternava il malcontento per un veicolo, quello blucerchiato, eccessivamente farraginoso.
Questo gol, una mescolanza di follia e lucidità, capacità balistica (una dote nettamente sottovalutata di questo ragazzo) e sensibilità, è stata una delle tante gemme che Verre ha lasciato a chi, tra qualche anno, ne vorrà ripercorrere le pennellate.
Con Verre bisogna andare più a fondo
La domanda, dunque, riprende quanto sottolineato in apertura. Verre, in cadetteria, è semplicemente – e indiscutibilmente – ingiocabile. Va a una velocità mentale doppia rispetto a quella degli opponenti, ed è in grado di associarsi ai compagni in una maniera così elegante, efficace e funzionale da scuotere chi ne studia le movenze. Valerio ha avuto diverse opportunità in A, e la questione non circumnaviga alcuna idea di ridimensionamento, perché spesso il suo calcio si è manifestato anche lì (molto bene a Verona con Juric, così come nella prima parentesi con la Doria, dove a stimolarlo c’era Sir Claudio Ranieri).
Sarebbe giornalisticamente e calcisticamente interessante ascoltare il parere del diretto interessato, ma al ventinovenne probabilmente è mancata quell’aggiunta di continuità all’interno di un viaggio dove le dimostrazioni comunque vigorose non sono mancate. Il calcio italiano conosce le possibilità di Verre, eppure la sua declinazione di magia non è stata accompagnata da un sostegno in grado di consolidarla ai massimi livelli, comportando dunque la ciclica dinamica del ritorno in cadetteria, dove quello che mostra è folgorante.
Per concludere, dunque, il Palermo ha a disposizione una risorsa con pochi – pochissimi – eguali nel torneo. Un calciatore sublime, che merita – per rendere giustizia al talento – di consolidarsi nuovamente qualche scalino più su, così da toccare queste stelle e, perché no, diventare una di esse.