Fedele al Calcio – Parma, Camara è indispensabile
Un talento speciale
È cresciuto in un campetto in Costa d’Avorio che chiamava Maracanà, unendo continenti separati dalla geografia fisica ma uniti dalla passione per il calcio, che non conosce confini né gradi di separazione. Drissa Camara ha una storia, anzi è una storia, di stenti, problemi patiti, raggiri subiti in una sommatoria di dinamiche avverse che non hanno avuto la meglio contro la forza del sogno, diventato obiettivo passo dopo passo, giocata dopo giocata.
Lontano dalla famiglia, vicino al calcio
Il classe 2002 ha ventun anni, ma la carta d’identità non basta a contenere tutto ciò che ha vissuto, perché ripetere quanto Camara abbia, anzi sia, una storia, è un esercizio da Sostiene Pereira, dove la conclusione dei capitoli è sempre uguale, che pare inevitabile e calzante. Arrivato in Italia nel 2015, un becero raggiro da parte di chi ne aveva seguito l’approdo nel Belpaese – mascherato come un presunto ricongiungimento familiare, violando dunque le norme sui calciatori minorenni – ne ha percosso l’animo da bambino che si appresta a varcare la prima soglia di crescita. Ingannato, per giunta senza famiglia, che non ha visto per ben 6 anni: se la sola scrittura della cosa è fonte di agitazione, aver vissuto tutto ciò non può che essere riconosciuto con un inchino.
Il Parma ne ha ascoltato le vicissitudini (per meglio dire la storia, ripetizione che ci accompagnerà fino alla fine dell’articolo), gli ha offerto un tetto e la speranza di poter costruire il ponte verso un futuro che in quelle settimane era indecifrabile, per giunta secondo i codici comportamentali di chi ha il diritto di vivere la tenera età. Rientrati nel presente, il club Ducale è da applaudire in maniera scrosciante, perché ha salvato una persona prima che forgiato un calciatore.
Una risorsa intrisa di talento
Camara è un calciatore davvero speciale, contenitore in cui è legittimo sottolineare come si inseriscano spesso descrizioni vacue e inflazionate. Detto ciò, osservare questo ragazzo non può restituire una sensazione differente, perché il suo atteggiamento elettrico è davvero stimolante e arriva nella carne di chi osserva.
Il tutto non si concentra sulla questione ruolo, in quanto Drissa è un profilo moderno, che sceglie gli spazi invece delle catene, come certificato dall’ottimo rendimento da mezzala, ala e/o trequartista, posizione che nell’ultima giornata di campionato (disputata sul campo del Cittadella) gli ha permesso di eseguire un saggio di tecnica, connessioni e sagacia tattica, sublimate dal gol vittoria. Camara abbina la componente esplosiva a quella elegante, sa esondare e palleggiare, crea un melting pot calcistico quando dialoga con il Mudo Vazquez. Tutto ciò fa bene alla squadra, che sembra non poter più fare a meno di questa forma di spinta, e al ragazzo, che sta scrivendo una stupenda storia, perché è lui stesso a essere tale.