Garbato, ma non troppo – La Castorizzazione del Perugia è la soluzione o un problema?
Il Perugia sembrava aver superato la tempesta e invece è precipitato
Analizzare i saliscendi della stagione del Perugia è un esercizio complesso e articolato. Dal bruttissimo avvio dopo l’addio di Massimiliano Alvini e l’approdo di Fabrizio Castori, passando per l’esonero di quest’ultimo e la nefasta parentesi Silvio Baldini, si è arrivati al ritorno in panchina dell’ex Salernitana che a cavallo tra il girone d’andata e quello di ritorno ha inanellato una serie di risultati che hanno aperto le porte della salvezza a una squadra che in seguito alle prime 10 giornate appariva come spacciata. Che ci sarebbero stati nuovi cali era più che prevedibile, ma la crisi che attanaglia il Grifo fino a portarlo a un solo punto di margine sulla zona retrocessione diretta a 5 turni dalla fine della regular season va oltre ogni aspettativa negativa.
Non si può negare che Castori, allenatore controverso che suscita spesso sentimenti contrastanti, ha fortemente personalizzato la sua squadra. Non è una novità assoluta se si pensa alle ultime avventure cadette, ma in Umbria ha trovato il contesto più florido per il proprio diktat. Un gruppo composto da diversi fedelissimi del mister con qualche individualità più che valida in difesa, laterali adatti alla categoria, centrocampisti bravi quasi solo a interdire e un attacco povero di qualità e inventiva. Laddove diventa difficile proporre, distruggere il gioco altrui non è più un metodo ma il fine ultimo di ogni momento della gara. Questo processo che ha portato a quella che diversi elementi della rosa hanno definito “castorizzazione”. Gli undici in campo, a immagine e somiglianza di colui che li guidava dalla panchina, hanno azzannato diversi avversari anche di prestigio portando a casa risultati inattesi e mettendo in mostra un’ottima condizione fisica che ha portato la continuità che aveva profondamente mutato la classifica.
Nel momento in cui i punti hanno cominciato a pesare di più, gli atteggiamenti del Perugia sono diventati più leggibili e infortuni e condizione atletica hanno minato il dinamismo, tutti i limiti sono emersi in maniera violenta e incontrollata. Con poche idee per far male agli avversari e scarse velleità dei singoli sia nell’ultimo passaggio che in fase realizzativa, il rapporto col gol è tornato atroce. Che il bomber della squadra sia un laterale destro (rigorista) come Tiago Casasola racconta molto del percorso della compagine umbra. Con un materiale umano non eccelso, però, nascondere i limiti sotto un’armatura di agonismo può non essere sufficiente. In un campionato come la Serie B è impossibile essere psicofisicamente al top per tante giornate. Senza alternative di gioco, a un certo punto anche i risultati più banali tramutano in chimere. Fabrizio Castori ha creduto di poter sopravvivere a un torneo tiranno proteggendo la propria squadra dalle doti degli avversari, ma così facendo la sta lasciando senza difese ora che le altre squadre riescono a superare la prima cortina e aggredire il Grifo.
Per sognare una complicata salvezza servirà qualcosa di diverso e non si potrà prescindere da cospicue dosi di coraggio.