Caso Reggina, l’avv. Rombolà: “E’ molto particolare. Penso che la posizione degli amaranto sarà ammorbidita”
Le parole dell'avvocato Rombolà
L’avvocato e professore di Diritto Internazionale dello Sport all’Università degli Studi di Roma, Carlo Rombolà si è espresso ai microfoni de La Gazzetta del Sud sul caso Reggina. Di seguito le sue parole:
“E’ la prima volta che esprimo un’opinione sulle vicende che occorrono alla Reggina, la squadra della mia città, l’argomento è molto delicato e merita ogni attenzione. In un contesto del genere, diritto dello sport, fallimentare e tributario si intersecano formando una matassa non semplice da sciogliere, anche e soprattutto alla luce di ciò che potrebbe costituire un precedente giurisprudenziale di assoluto rilievo. L’incolpazione è chiara: mancato pagamento di ritenute Irpef ed emolumenti relativi alle ultime due mensilità dello scorso anno. Di fronte a un’evidenza documentale, tocca all’incolpato spiegare le proprie ragioni. Personalmente, ho difficoltà a credere che la pronuncia di un Tribunale Fallimentare non possa avere il suo peso specifico in una vicenda del genere. Conclusi tutti i gradi di giudizio sportivo, qualora non si arrivasse ad una definizione soddisfacente nemmeno dopo il Coni, il club potrebbe ricorrere alla giustizia ordinaria”.
Sulle sedi a disposizione per la “battaglia” giuridico sportiva: “Dopo la Corte d’Appello Figc il club amaranto potrà adire il Collegio di Garanzia presso il Coni, che è l’organo esofederale che rappresenta l’ultimo grado di giudizio. Dopo aver esperito in tutti i rimedi concessi dalla giustizia sportiva, qualora non soddisfatta della pronuncia, la Reggina potrebbe ricorrere alla giustizia ordinaria innanzi al Tar Lazio, prima, e di fronte al Consiglio di Stato, in appello amministrativo. In un primo tempo si era ventilata l’ipotesi di posticipare i play-off, uno scenario ancora possibile, a meno che la Reggina non li raggiunga e non presenti neppure un’istanza in tal senso. Venendo alla tempistica, ricordiamo che i processi sportivi e quelli ordinari si differenziano anche per il rispetto del principio di celerità del giudizio, cardine della giustizia sportiva, non altrettanto in quella ordinaria. Tanto premesso, siamo in un tempo in cui anche per il giudice dello sport non sarà semplice sempre pronunciarsi prima della fine della stagione, compresi eventuali ricorsi al Collegio di Garanzia. Se si andasse troppo per le lunghe, sarebbe lecito aspettarsi persino una penalizzazione da scontare nel campionato il prossimo anno”.
Sui club che hanno contestato la Reggina e l’ “esperienza” che lascerà questa situazione
“Il caso della Reggina è molto particolare, si è svolto sullo sfondo di cambi di proprietà e in un quadro di assoluta emergenza, riconducibile al flagello del Covid. Condivido la linea difensiva degli amaranto, sia sotto il profilo argomentativo che da quello più specificamente giuridico: posto il principio dell’autonomia dell’ordinamento sportivo, non è possibile ignorare gli effetti di una legge dello Stato, che talora si riverberano in una posizione gerarchicamente sovraordinata, sulle sorti dei club. In quest’ottica, la richiesta di esclusione dal campionato è decisamente fuori luogo: più equilibrata, e perciò condivisibile, l’istanza, sollevata da più parti, di colmare ogni possibile vuoto normativo. Alla fine di questa vicenda, rimarrà senz’altro una pronuncia che, in un senso o nell’altro, “farà giurisprudenza”, costituendo un precedente da seguire a tutti i livelli. Sull’estero è difficile a dirsi, dal momento che la decisione che esplicherà i suoi effetti soltanto nel nostro paese. Di certo c’è che tutto il mondo sportivo attende con curiosità e interesse la definizione dei processi che vedono coinvolti gli amaranto. Penso che la posizione degli amaranto venga ammorbidita nel corso dell’iter processuale che, come detto, potrebbe essere ancora lungo, spiegandosi attraverso ulteriori gradi di giudizio”.