Genoa, Rossi: “Gilardino mi ha detto che questa promozione vale più del Mondiale 2006”
Le parole del dirigente del Genoa
Il Club Manager del Genoa Marco Rossi ha rilasciato una corposa intervista ai microfoni del Secolo XIX circa le emozioni provate date dalla promozione del Grifone in Serie A. Di seguito le sue parole:
“Emozioni fortissime ma è pur vero che l’ultima è sempre la migliore. Anche se un conto è viverla da giocatore, un conto da dirigente. Quali sono le differenze? Hai le stesse reazioni, ad esempio non dormi la sera prima della partita. Però poi da giocatore hai la possibilità di scaricare tutta l’adrenalina, da dirigente no. Vorresti essere lì, in campo, a giocare la partita. E a vivere una gioia come quella che abbiamo assaporato il 6 maggio”.
Sulla risalita: “Le parole di Zangrillo e di 777 Partners mi avevano dato fiducia, la società ha lavorato bene e ha creato i presupposti per risalire subito. Poi ci sono stati i momenti difficili. Però li abbiamo superati, tutti insieme. È stata una grande impresa, tornare subito in alto non è mai facile”.
Sulla partita promozione contro l’Ascoli: “Il vantaggio del Bari a Modena, noi che andiamo sul 2-0 e poi possiamo chiuderla con il rigore, che però viene parato. Poi l’Ascoli accorcia e allora lì ecco arrivare l’ostacolo di superare. Poi all’improvviso il boato della nostra gente, il pareggio del Modena. Quel boato, che mi porterò dietro per sempre al pari di altri delle vittorie più belle, ci ha galvanizzato. E poi da lì è iniziata la festa. Se mi sono commosso? No, sono freddo, almeno all’esterno. Vivo le emozioni all’interno. Mi guardavo intorno e vedevo gente che rideva, gente che piangeva. Mai vista così tanta gioia”.
Sul momento in cui si è capito che la promozione era fattibile: “Dopo le prime quattro partite di Gilardino, tre vittorie e un pareggio. C’è stata la sosta, abbiamo poi battuto il Venezia in casa. Lì mi sono detto: “Così andiamo in Serie A”.
Su Gilardino e Gudmundsson: “Quando guardavo Gudmundsson in allenamento pensavo: “Se fa queste cose in partita ci dà un bel vantaggio”. È stato bravo Gila a dargli la libertà che gli serviva, il ruolo giusto. E Gudmundsson ha fatto la differenza. Gilardino? Stamattina sono arrivato a Pegli alle 8.15, lui era già lì a guardare i video del Bari… Quante volte ci siamo trovati prima delle partite, alle 7 del mattino, i primi ad alzarci per fare colazione. Dopo l’Ascoli lo vedevo ancora teso, mi è venuto spontaneo chiedergli: “Gila, ma scusa: hai vinto la Champions, hai vinto un Mondiale, come fai a essere ancora così teso per una promozione in Serie A?”. Mi ha risposto: “Questa per me è la vittoria più importante”. Mi ha lasciato lì, senza parole. Saranno in pochi ad aver vinto un Mondiale, no? Per lui è come per i genoani, è quella che conta di più”.
Sull’addio di Criscito: “Gli consiglio di godersi quest’ultima partita, ha una grande fortuna: quella di giocarsi l’ultima gara con la maglia del Genoa nel suo stadio, nel giorno della promozione in Serie A. Io giocai l’ultima partita 4 mesi prima, a Palermo. Decisi poi di smettere, senza scendere più in campo al Ferraris”.
Su Ottolini: “Una persona seria, competente, umile. Conosce i giocatori, sa restare lucido anche nei momenti più difficili. Ogni giorno abbiamo parlato dell’ambiente Genoa, ha voluto conoscere ogni aspetto, ogni caratteristica dei genoani ed è rimasto impressionato da come i tifosi hanno accompagnato la squadra in questo lungo anno. Oggi posso dire che è molto preparato sull’argomento”.
Sul futuro: “Vedo una società ambiziosa, che punta a far crescere il club con un nuovo centro sportivo e uno stadio ristrutturato. Penso che il Genoa meriti la Serie A e meriti di restarci per almeno altri 20 o 30 anni. Ci sono tutti gli elementi per fare bene, per continuare a crescere. Prima battiamo il Bari, poi facciamo festa e subito iniziamo a pensare alla prossima stagione. Non c’è tempo da perdere, la Serie A sappiamo quanto può essere complicata e non vogliamo farci trovare impreparati”.