Bari, l’ex Loseto: “Non dobbiamo avere paura di nessuno, siamo forti. Venezia la squadra più pericolosa”
Le parole dell'ex leggenda biancorossa
L’ex leggenda del Bari Giovanni Loseto ha parlato ai microfoni di Tuttobari circa la situazione die Galletti in campionato ed il suo pronostico sui play-off. Di seguito le sue parole:
“Non mi va di parlare di sorpresa o di rinascita, categorie come la D o la C al Bari stanno a dir poco strette. Dovremmo parlare di ciò se dovessimo andare in Serie A, il blasone dei biancorossi è qualcosa di importante ma spesso ci si dimentica di ciò. È vero, ad inizio campionato ognuno di noi avrebbe firmato per un terzo posto, ma con il senno di poi possiamo dirci che la promozione diretta poteva essere conquistata, le mancanze di Folo e Maiello nelle ultime partite hanno pesato.
Noi siamo il Bari, ed è vero che siamo una neopromossa ma – con tutto il rispetto per le altre – abbiamo una storia importantissima che va onorata. La rosa è sì composta da tanti esordienti, ma ciò non significa che questi non fossero all’altezza della categoria. Il pubblico biancorosso non ha eguali, purtroppo non si è stati in grado di poter svoltare questo aspetto a proprio favore facendo del San Nicola un fortino”.
Sui play-off: “I play-off? Ripeto, noi siamo il Bari… non dobbiamo aver paura di nessuno. Siamo una squadra che ha dimostrato di essere forte, è vero sì che il calcio è strano ed è fatto di episodi, ma noi dobbiamo partire dalla consapevolezza di essere una formazione importante che ha fatto un campionato di un certo livello. Ci vedo favoriti, non c’è dubbio. Resta il fatto che, comunque vada, questi ragazzi vanno ringraziati”.
Sulle squadre più pericolose: “La squadra che, in tutta onestà, mi preoccupa di più è il Venezia. Hanno compiuto una rimonta incredibile, simile a quella della nostra ormai celebre ‘meravigliosa stagione fallimentare’ e possono contare su una rosa davvero importante. Credo che i lagunari possano risultare più pericolosi delle – sulla carta – più quotate Parma e Cagliari, a parlare però sarà il campo”.