Benevento, Carli si presenta: “Sicuro di aver fatto la scelta giusta. Rosa? Cambieremo il più possibile”
Le prime parole di Carli da direttore tecnico dei sanniti
È ufficialmente iniziata l’era Carli in casa Benevento. Il nuovo direttore tecnico giallorosso è intervenuto nel corso della conferenza stampa di presentazione raccontando le motivazioni per cui ha deciso di sposare il progetto di ripartenza dei sanniti. Di seguito le dichiarazioni riportate da “Ottopagine.it”:
“Sono strafelice. Vigorito mi ha chiamato in un momento difficile per lui, ma anche per me. Vengo da una esperienza negativa, non ho mai cercato scuse. Me ne sono stato a casa mia a tenermi dentro gli errori. Cercavo un posto che avesse determinate caratteristiche perché io ho determinate caratteristiche. Gli ho dato la mano in modo convinto, credo di aver fatto la scelta giusta. Questo non vuol dire che farò bene, ma sicuramente ho roba positiva da tirare fuori. L’allenatore? Abbiamo parlato delle caratteristiche. Ho le mie idee, il nome ce l’ho in testa. Voglio prendere gente che veda Benevento come qualcosa di straordinario. Per me Benevento è un qualcosa di straordinario, ho sentito l’emozione di venirci. A me non importa la categoria. Nella vita vorrei fare questo, è il mio sogno: sono felice di fare questo lavoro e devo farlo per le mie caratteristiche. Voglio prendere un ragazzo giovane e con entusiasmo, ma deve essere bravo e ci deve piacere. Da qui al 29 agosto, un allenatore si trova. Ci piacere ricominciare e prendere un profilo giovane. Il Benevento non deve avere il problema dell’allenatore, in tanti verrebbero di corsa“.
“Ho ascoltato i calciatori, non ci ho parlato. Ho parlato con i procuratori. C’è la volontà di cambiare, ma è presente il problema dei contratti. Il discorso è complesso. Il calcio è semplice, ma non semplicissimo. Su quattro o cinque nomi siamo abbastanza convinti che bisogna cambiarli sicuramente, su altri vedremo. L’idea è quella di cambiare il più possibile“.
“In questo momento siamo il Benevento, un club che negli anni ha fatto un qualcosa di straordinario. Siamo reduci da una situazione particolare. Come vogliamo ricominciare? Dobbiamo essere bravi a dare una identità forte a questo club. Vorremmo fare una squadra rinfrescata, con gente pronta e che faccia un grande campionato. Credo che la gente abbia bisogno di emozioni, altrimenti non ci sarebbe motivo di esistere. Il calcio devi farlo se sei emozionato nel vedere una cosa. Dobbiamo far ritornare la gente allo stadio e farla divertire: questo è il primo step che non dobbiamo fallire. Non conosco la serie C? A dir la verità non conoscevo neanche la B, così come la serie A. Ho fatto più danni all’ultimo anno piuttosto che nel primo. Non ho paura della categoria, so che andremo su campi belli e difficili. Ho voglia di iniziare a programmare. Quando ho incontrato il presidente ci sarà la possibilità di salvarsi, ma avevo detto che sarebbe stato difficilissimo. A me non cambiava nulla, io volevo solo le emozioni per venire e Vigorito me le ha fatte trovare. L’essere inesperto della categoria va bene, ritornerò ai primi anni che ho iniziato. Galliani mi disse che il calcio è uguale in qualsiasi categoria, nel vedere il Monza in C era emozionato. Questa è la cosa più importante che bisogna trovare. Più vedo che ci sono problemi e più sono carico. Sarà un campionato difficile, per me è un orgoglio andarci e sono strafelice di fare questa avventura. Prendo da esempio questi campi dove si fa calcio vero, non vedo l’ora di andarci. Ci sarà da soffrire, ma anche da gioire. L’entusiasmo ce l’ho da vendere”.
“Ci sono gli strascichi della retrocessione. Il problema più grosso è non sbagliare la persona giusta. Lo step principale è quello di non sbagliare il nostro condottiero. Sarà determinante dargli una mano e metterlo nelle condizioni di fare bene. Ciò che mi tiene in ansia è la scelta del mister. Lo sceglierò insieme col presidente. Sono convinto di chi porterei qui domattina. Agostinelli? È chiaro che già ci ho parlato. Non si possono sbagliare gli atteggiamenti, stasera siamo a cena insieme. Abbiamo apprezzato il lavoro, è stato il primo a saperlo. Probabilmente gli proporremo un ruolo nell’area scouting. I giovani? Non esistono giovani e vecchi. Ci sono calciatori di livello morale, fisico e tecnico che sono straordinari per il posto dove sono. Qui può restare anche qualche vecchio, ma soltanto se amano la piazza e l’ambiente dove lavorano. Abbiamo l’idea di mettere ragazzi che sono nostri e del settore giovanile. Il giovane bisogna saperlo aspettare, altrimenti non cresce. Ci sono delle cose che quando le fai ti danno, ma a volte ti levano. Tutti parlano di Empoli, ma lì lo fanno perché se perdi cinque partite non c’è un dramma sportivo. Bisogna sapere accettare anche l’obiettivo di prenderlo tra due anni, ma quando lo agguanti è più facile da realizzare il sogno. Sono per i giocatori bravi”.
“In testa ho l’ultimo anno che ho fatto, so di aver sbagliato. Mi sto portando dietro questo. Ciò che non posso sbagliare è ridare un’anima a questo club. I risultati straordinari sono già arrivati, difficilmente potrò fare meglio. Siccome ha perso qualcosa per strada, il mio obiettivo sarà quello di trovare questo. Se non ci riuscirò, allora avrò fallito. Le caratteristiche devono essere quelle di una squadra garibaldina che faccia emozionare. L’idea è questa”.