13 Giugno 2023

Abodi sulla Reggina: “Grazie al pronunciamento del tribunale se la cava con il 5% di debiti fiscali. Così manca equa competizione”

Duro intervento del Ministro dello Sport

Photo by Paolo Bruno/Getty Images - Via One Football

La questione Reggina, dopo l’omologa della richiesta di ristrutturazione del debito concessa da parte del Tribunale di Reggio Calabria, suscita ancora qualche polemica.

Stavolta sul caso è intervenuto il Ministro dello Sport, Andrea Abodi. Come riporta Stadionews, infatti, il ministro è stato interpellato (a margine di un incontro al Velodromo di Palermo) circa la questione che ha interessato da vicino la società amaranto. Ecco le sue parole:

Il caso Reggina va in direzione opposta rispetto all’equa competizione. La Reggina ha utilizzato una norma dello Stato, peccato non sia rispondente alle norme dell’ordinamento sportivo. Non è un caso che qualcuno sia andato in Lega Pro o non si sia qualificato per i playoff pur avendo pagato tutto e tutti, non comprando dei giocatori, mentre la Reggina ha fatto acquisti e grazie a questo pronunciamento se la cava con il 5% di debiti fiscali. Siamo fuori dal perimetro dell’equa competizione”.

Prosegue il Ministro. “Se il calcio italiano ha miliardi di euro di indebitamento bisogna domandarsi come contenerlo quali sono le politiche e le norme che consentano un principio sacrosanto, ovvero il ripristino della centralità della Covisoc, il cui principio cardine è garantire l’equa competizione. È necessario che non ci sia sperequazione tra chi, sacrificando un acquisto, paga i debiti in primis quelli nei confronti dello Stato, e chi invece non li paga, compra un giocatore e così rimane nella categoria o si qualifica per le coppe europee”.

Sulla riforme da compiere. “L’equa competizione sarà la bussola per i nostri intendimenti. La giustizia in generale deve sempre manifestare un livello di comprensione e affidabilità. Allo sport in particolare è garantita autonomia. Stiamo analizzando cosa è successo per garantire la legalità, ripristinare la centralità delle norme e se necessario migliorarle, quindi fare in modo che i processi siano gestiti in modo trasparente, efficiente, tempestivo, senza disturbare le competizioni”.