Como, Longo: “L’obiettivo è essere più aggressivi, possiamo passare alla difesa a 4. Fabregas? Non so…”
Intenzioni propositive
L’allenatore del Como Moreno Longo ha rilasciato un’intervista a La Provincia di Como dando alcune anticipazioni sul progetto lariano della prossima stagione.
“Abbiamo fatto il punto della situazione con Wise e Ludi. Il lavoro di impostazione si fa così, mettendo su carta gli obiettivi tecnico tattici e poi aspettando di vedere le opportunità di mercato. Mi fido della società, so che farà di tutto per prendere gli elementi più adatti.
In generale vorremmo essere più aggressivi, più offensivi. Non partendo da una situazione di oggettiva difficoltà, ci si può pensare. L’obiettivo è anche mettere i nostri uomini migliori nelle condizioni ideali per esprimersi al meglio.
Stiamo lavorando per partire con una difesa a quattro. Garantendoci sempre la possibilità di cambiare in corsa. Scaglia? Abbiamo giocato quasi sempre a tre. Devo vederlo a quattro, ma secondo me ha esperienza per farlo. Sceglieremo il modulo in base agli uomini. Vedremo cosa farà meglio.
Clinicamente Chajia è guarito. Poi da certi infortuni ci si riprende sempre con difficoltà, anche per altri motivi che non espressamente quelli della guarigione della parte lesa. Prendete Chiesa, che ha avuto un infortunio meno grave di Moutir… Eppure ha fatto un campionato dentro e fuori. Bisogna avere pazienza. Ma ci sono speranze che possa essere ok e possa fare la differenza, perché lui la fa indubbiamente.
Se devo essere sincero, mi piacerebbe rispolverare un Cerri centravanti, metterlo in condizione di sfruttare i palloni in area e portarlo verso la doppia cifra. Ha le caratteristiche per essere letale.Fabregas? Non so. Sono questioni delicate e personali. Non si sa mai quando a un giocatore si spegne la luce. Io l’ho visto sempre molto coinvolto, ma non so cosa pensa. Vediamo.
Baselli è un giocatore che ci può dare tantissimo. E’ indubbio che abbia avuto qualche problema fisico. Adesso speriamo che sia completamente recuperato, i primi esami dicono di si. Se è al 100% può darci una grande mano. Per un allenatore è sempre spiacevole fare delle scelte, ma le si fanno sempre per il bene della collettività.
Io mi consideravo già fortunato ad essere stato scelto dal Como, perché è una piazza non banale, che ha una storia prestigiosa, qui sono passati campioni e io vengo da una storia e una società (il Torino, ndr) dove il rispetto per la storia è basilare. Ma questo tipo di società è sicuramente un valore aggiunto. Fa di tutto per metterti nelle condizioni di lavorare a meglio.
Miglior partita? Io voto Genoa-Como a Marassi. Perché è stato un passo avanti in personalità, credibilità, autorevolezza in uno stadio non banale, importante, pieno di gente. Quel giorno siamo indubbiamente cresciuti.“