Bari, l’ex Kutuzov: “Conte era indeciso sul mio acquisto. Quando la squadra non perde è un segnale importante”
L'intervista all'ex attaccante bielorusso
In una lunga intervista rilasciata a TuttoBari.com Vitali Kutuzov, ex attaccante biancorosso, ha raccontato alcuni retroscena riguardanti la sua esperienza in terra pugliese, dove ha militato tra il 2009 e il 2012, e ha poi espresso giudizi sulla nuova società e sulla rosa attuale.
Queste le parole dell’ex giocatore bielorusso:
“Quando ero a Pisa venni a giocare a Bari e causai un rigore in favore dei biancorossi, mister Ventura mi disse di non andare più a difendere in area. Vidi questo San Nicola quasi vuoto, c’erano pochissime persone. Poi ho avuto la fortuna di tornare a Bari qualche anno dopo e ho visto il San Nicola pieno. Qui noti che si è fatto qualcosa di importante. Conoscevo lo stadio San Nicola già dai Mondiali di Italia ’90 ed era il gioiello di quella competizione, che io da bambino ho vissuto guardando molte partite“.
“Mister Conte all’epoca chiamò Gianluca Petrachi che era direttore a Pisa e chiese di me per rinforzare l’attacco perché era indeciso se prendere o non prendere Kutuzov. Petrachi rispose a Conte che se voleva vincere il campionato avrebbe dovuto prendermi. Alla fine ebbe ragione, perché noi andammo a vincere il campionato in maniera anche abbastanza facile. Io ero consapevole del fatto che quello che avevo fatto con mister Ventura a Pisa cercai di farli anche con Conte“.
“L’esperienza a Bari è stata una strada continua dove ho capito la città, come si vive, la sua gente, i posti che piacciono, ho cominciato a parlare anche un po’ di dialetto. Ho apprezzato Bari Vecchia e il centro storico. C’è una cosa che mi ha colpito subito, ovvero l’importanza del calcio per questa città. Ho avuto la fortuna di avere un allenatore che mi ha fatto capire subito l’importanza di quello che si stava facendo”.
“È un ambiente che si è creato anche grazie alla società, infatti mi dispiace che adesso non ci sia più il presidente Matarrese, perché è stato per tanti anni importante. Io con lui sono stato sempre bene. Lui cercava di fare il massimo, magari non poteva garantire giocatori di altissimo livello, comunque completava sempre la squadra con buoni giocatori e con un mister che dobbiamo solo ringraziare. Ogni tanto faceva anche dei discorsi il signor Matarrese, veniva di sotto nei tunnel nello stadio e parlava con noi. Sono bei ricordi“.
“Abbiamo affrontato grandi squadre con scioltezza, ci siamo divertiti e abbiamo fatto divertire anche il pubblico. Con l’Inter alla prima giornata potevamo anche vincere, abbiamo giocato alla pari, mi ricordo che al primo tempo potevo andare a tu per tu col portiere ma ero inciampato perché stavo guardando solo la porta per come piazzare meglio ma ho smesso di guardare il pallone e mi è rimasto sotto, purtroppo nel calcio capita. Mi dispiace perché il secondo anno in A a causa di un po’ di acciacchi ho dato poco contributo, ho cercato di tornare subito ma ci sono state delle ricadute. Ci tenevo molto a farla salvare, ero innamorato della città“.
“A volte manca qualcosa nelle partite decisive, serve una marcia in più. Noi facemmo una cavalcata, avevamo questa marcia in più con tutti e così finimmo in anticipo senza partecipare ai Playoff che sono una specie di gioco d’azzardo. Quando arrivi a queste partite secche con un po’ di fortuna ce la puoi fare, invece quando sei forte non dipendi dalla fortuna, dipendi solo da te stesso“.
“Molti dei nuovi calciatori sono in prestito. Giustamente è difficile entrare nelle tasche del presidente che ha un’altra società e questo è un po’ un vincolo per la realtà di Bari. Però questo vincolo non è nato ieri, è nato cinque anni fa quando la squadra è fallita e dobbiamo ricordare anche le cose buone che sono state fatte. Anche l’anno scorso nessuno si aspettava che il Bari sarebbe arrivato in finale. Sono sue scelte e le dobbiamo rispettare, giustamente anche il pubblico però vuole vincere perché paga il biglietto ed è sempre presente. Spero che si trovi un equilibrio, un modo di rinforzare la squadra nella maniera giusta. Anche l’anno scorso fece molti pareggi come quest’anno, già che la squadra non perde è un segnale importante“.
“Io ho giocato in passato con Di Cesare, mantenere il corpo così significa che sta facendo gli allenamenti giusti e anche Madre Natura ha dato lui questa possibilità. Ha una qualità molto alta e lo sta dimostrando facendo tanti anni tra i professionisti a grandissimo livello. Magari quest’anno si va in Serie A, gli fanno una proposta e non si ritira (ride, ndr). A Bari abbiamo avuto Stellini per esempio, nessuno credeva che a quell’età potesse essere protagonista e invece ci ha portato a vincere la Serie B. Ha fatto imparare molto anche ai giovani Ranocchia e Bonucci“.