Como, Gatto: “Non è stato facile accettare il ritiro, ora sono felice di accompagnare Fabregas”
Le parole dell'ex
Massimiliano Gatto è stato sicuramente uno degli artefici della promozione in Serie B del Como nel 2021, regalando ai tifosi la seconda serie italiana dopo cinque anni di assenza. Sfortunatamente, però, è stato costretto ad abbandonare il calcio giocato a causa di un infortunio, riversando la passione per il calcio nella gestione della squadra. Gatto, infatti, è ora il vice di Cesc Fabregas nella Primavera del Como. Di questo e molto altro il 27enne ha parlato nel podcast della società chiamato “Comodi“, di seguito le sue parole:
GLI ANNI DI COMO – “Il primo anno a Como è stato l’inizio del mio calvario, con i dolori che in realtà mi hanno accompagnato anche nel secondo anno, dove sono comunque riuscito ad andare avanti. La rabbia di star male, di non allenarmi con i miei compagni mi ha dato una mano per il secondo anno, andato molto meglio sotto tanti aspetti. Con la squadra mi sono tolto tante soddisfazioni, abbiamo vinto il campionato, tornando in B”.
GLI ANNI DIFFICILI – “Non sono uno che ama far vedere i propri sentimenti, non mi piace fare la vittima, nonostante i tanti momenti brutti. Tante persone mi sono stati vicine. Sono stati anni difficili ma sono andato avanti, preferisco dare sempre un sorriso che trasmettere qualcosa di negativo. Il mio carattere mi ha aiutato a uscire da questo momento duro”.
IL RITIRO – “Non sapevo cosa fare quando ho maturato la scelta di smettere. Era fine maggio, si stava per concludere il campionato, io lo accennai al direttore Ludi, che subito mi disse di non preoccuparmi perché ci sarebbe stato sempre spazio per me qui. Nella catastrofe sono andato a casa comunque rassicurato. Non sapevo cosa fare, mi vedevo in una carriera dirigenziale: mi piace molto guardare i giocatori. Poi, durante l’estate, mi è arrivata una chiamata di Cesc Fabregas…”.
LA CHIAMATA DI CESC – “Cesc, che quei giorni non c’era, mi chiese come mi ero lasciato con la società, lui non sapeva niente perché non c’era nei mie ultimi giorni. Mi ha chiesto come stava andando, dicendomi che se ci fosse stata la possibilità sarebbe stato felice di accogliermi con lui nel suo percorso (Fabregas è il nuovo allenatore della Primavera del Como, ndr). Ero a un matrimonio a Roma, di un mio ex compagno di squadra, ed ero spiazzato: ora che faccio? Ero un po’ in difficoltà. Gli dissi ‘Cesc parla con la società e vedi che ti dicono’. Lui ci parlò e mi disse tutto ok, io gli risposi di avere bisogno di 4 o 5 giorni per pensarci perché dovevo ancora metabolizzare il tutto. Poi, alla fine, gli diedi l’ok. Abbiamo intrapreso un percorso insieme da un mese e sono felice di accompagnarlo, gli sono grato per avermi voluto con sé. Ci sarà da studiare, tra una ventina di giorni inizio il corso e spero di essere pronto per affiancarlo”.
LA 10 DI CUTRONE – “Nonostante l’anno scorso lasciai la 10 a Baselli, dopo che Daniele me la chiese, Patrick, questa estate, mi ha scritto: ‘Zio Mimì’, come mi chiamano in spogliatoio, ‘se prendo la 10 come la vedi? Posso prenderla?’. Tu puoi, gli ho risposto. Me lo ha chiesto ed è stato un bel gesto, davvero un bel gesto. Sono felice l’abbia presa lui, perché è uno di noi, è un membro pesante dello spogliatoio che ci tiene a Como e al Como”.
IL COMO – “Sono rimasto a Como per il calore. Io, nato al sud, ho riconosciuto questa cosa a Como. Mi sono sempre trovato bene: il calore della città, delle persone, dei tifosi, soprattutto in questo periodo buio e travagliato per me, dove mi hanno sempre dato una mano… tutto questo mi ha fatto rimanere qui”.